Capitolo 30 - Errore

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Non si era dimenticato. Come avrebbe potuto? Lui era sempre lì, nei suoi pensieri ora più che mai, ora che sapeva che il sangue di uno scorreva nelle vene dell'altro.

Coincidenze. Strane casualità che fanno della loro sincronia una prova. Eppure ciò che era accaduto travalicava la semplice fortuna.

Si erano visti.

Per un qualche strano motivo le loro proiezioni si erano palesate. Quante possibilità potevano esistere? Quante volte i dadi dovevano essere tirati per arrivare a quello strano risultato?

Faith che insegue nell'ospedale l'ombra del fratello e nello stesso istante in cui, la stessa, salvava la vita di Harry dalla parte opposta degli States.

Qualcosa di più...

Tutto ciò continuava a ronzare nella testa di Faith senza soluzione di continuità. Un sesto senso che le faceva ripetere quelle tre parole per l'intero percorso da Santa Rosa al North dove avrebbe riportato a Tuck le condizioni di salute di Nick.

Un alleato.

Vero, distante centinaia di miglia, ma pur sempre un alleato. Biasimo? No, non avrebbe mai potuto. Si dice che ognuno reagisce ad un lutto in un modo del tutto soggettivo. Ovvio, questo non era del tutto paragonabile ad una morte ma in un certo senso sì. Già, perché Harry stesso raccontava del suo amore assassinato da quella notizia. Era Harry stesso che parlava di quel sentimento al passato. Sempre Harry che tradiva desiderio in una lettera che un fratello non avrebbe mai scritto.

Faith? Commossa, spaventata, rincuorata e delusa. Il modo in cui era terminata, un film lasciato in sospeso. Il finale bruciato dal destino.

O forse no? Il mio finale è accanto a me ogni giorno quando mi sveglio, il mio finale mi prepara la colazione a letto. Il mio finale si chiama Cameron!

Eppure.

« Faith! »

Una voce la chiamò appena raggiunto il North.

« Tuck! Proprio te! »

« Non sai che delirio oggi senza nessuno ad aiutarmi! Come mai ci hai messo tanto? »

« Nick... il rettore... sai che è stato aggredito? »

« Aggredito? Da chi? »

« Poco importa. Comunque da quello che ho visto fatica a stare in piedi. Penso faresti meglio a pensare ad un sostituto per il prossimo mese. »

« Cavolo! Questo è un problema. »

« Lo so. »

« Ma tu come stai? Sei pallidissima! »

« Hai ragione! Devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male. »

« Dai, non preoccuparti! Vai a casa tanto il turno si è concluso. Ci vediamo domani. »

« Va bene Tuck! Ti ringrazio! »

Se non altro Tuck aveva compreso la situazione. Forse era l'unico.

Prossimi passi? Avvicinarsi al parcheggio, montare sulla macchina, guadagnare la via di casa e non uscire fino a domani!

Il suono dei passi si smorzava nei pensieri camminando sul un tappeto di foglie gialle che gli alberi spogli dei viali avevano abbandonato a terra lasciando libero lo sguardo sul cielo.

Sollevata, nonostante tutto. Sensazioni rilassate la accompagnarono alla macchina parcheggiata all'ingresso nel posto "3G".

« Faith aspetta! »

« Justin! Quasi dimenticavo... »

« Lo sai che non ho fatto nulla vero? »

« Ma certo! E anche Nick lo sa! »

« Non penso. Il consiglio disciplinare mi ha impedito di scendere in campo per il tempo necessario a capire cosa è accaduto! »

« Cioè? »

« Cioè potrò seguire i corsi e gli allenamenti ma mi è stato proibito di partecipare a partite o esami. Temono li possa mettere in cattiva luce. »

« Cattiva luce? »

« Sì! Il campionato universitario è molto seguito e mettere in campo un quarterback denunciato per aggressione accostato al nome del NWC non è un buon ritorno di immagine. » spiegò Justin con inusitata calma.

« Cazzo... »

« Lo so! Puoi farmi un favore? »

« Certo! »

« Ho un piano ma mi serve assolutamente l'appoggio di Cameron. Gliene puoi parlare? »

« Ovvio! Sarà la prima cosa che farò! Ti hanno detto quando si scioglierà il consiglio disciplinare? »

« Entro il ventuno, tra quindici giorni! »

« No! Il ventuno è tra venti giorni! »

« Faith, oggi è il sei di dicembre! » obiettò Justin mostrandole il numero nel piccolo riquadro dell'orologio.

Il sangue le si gelò nelle vene. Una stretta all'addome. Ora tutto si concatenava.

« Oh merda! »

Salì in fretta in macchina, ingranò la retromarcia ed uscì dal campus.

« Faith! Ma dove vai? » le urlò Justin.

Merda! Merda!

Pregò. Un infinito tragitto di pochi minuti. Pregò finché i freni non fischiarono sul vialetto di casa.

Non è una settimana... sono quasi due! E poi... oh merda!

Spalancò la porta di casa. Cameron non era ancora rincasato dalle lezioni. Salì in camera. Sapeva dove cercare.

Secondo cassetto del mobiletto del bagno.

Trovato!

Scese i gradini delle scale a due a due. Doveva assolutamente sapere.

Corse sul prato mentre le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere rendendolo scivoloso.

Il suo traguardo non era lontano.

Suonò il campanello a lungo.

« Eccomi, eccomi! Faith! Ma che diavolo... »

« Ti prego Maya... non farmelo fare da sola! » pregò tenendo tra le dita un test di gravidanza.

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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