Capitolo 8 - Ingresso

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Sulla cinquantina, bionda dagli ampi boccoli, occhi vispi ed impegnati a scrutarla da capo a piedi ed un ovale spigoloso ed austero che la ammantava di un elegante severità.

La guardava in quegli occhi magnetici che del figlio erano i gemelli. Scansionavano la povera Faith non smarrendo neppure un particolare, neppure un singolo briciolo di paura che quella figura spaventata sulla soglia della porta esprimeva.

Le dita ancora posate sulla chiave mai girata.

« Hai intenzione di farmi accomodare all'interno oppure congeliamo entrambe qui fuori? » chiese ironica.

Dicono sia la prima impressione, i primi fondamentali secondi a contare. Un'eternità per Faith. Lo slow motion infinito di una caduta.

« N... no! Prego! Entri pure! » si affrettò a scusarsi quando le sue mani si decisero di smettere di tremare ed aprire quella maledetta porta.

Due ragazzi. Due giovani, innamorati, eccitati ragazzi. Tragica conseguenza era la mancanza di ordine.

Sul divano resti di popcorn del film noleggiato qualche giorno prima. Vestiti sparsi ovunque incluso il tanga che Cameron si era tanto adoperato per sfilare con la bocca per poi lasciarlo appeso al lampadario nel soggiorno. Sempre Cameron si era, per l'ennesima volta e con resa da parte di Faith, dimenticato di lavare i piatti in cucina che giacevano immersi nella loro stessa sporcizia da giorni.

« Chiedo scusa per il disordine! Non aspettavamo ospiti! » disse nascondendo le mutandine nella tasca posteriore dei pantaloni.

« Non è un problema! Non mi aspettavo nulla di diverso! »

Oh cazzo!

Faith impallidì.

Non per la frase, che in realtà non sapeva come interpretare, ma poiché

si accorse troppo tardi della custodia del preservativo abbandonato sul tavolo sempre nell'occasione appena menzionata.

« Vi divertite molto a quanto pare! » ipotizzò la madre.

« La casa è un po' in disordine vero ma... »

« Questo lo hai già detto! » rispose sollevando con due dita la felpa di Faith dalla poltrona e gettandola a terra.

Ma che vuole questa!

« Non credo di aver capito il suo nome » chiese stizzita Faith raccogliendo nervosamente il capo dal pavimento.

« Se ciò è avvenuto è solo perché non l'ho detto! »

« Posso offrirle qualcosa? » si sforzò di essere gentile.

« Chiamarmi mio figlio è l'unica gentilezza che deside... »

« Cameron! » sbraitò Faith passandole accanto.

Ormai la frittata era fatta. Ora l'unica soddisfazione che Faith poteva prendersi era trattarla con lo stesso menefreghismo che aveva ricevuto.

Faith conosceva i trascorsi tra madre e figlio e sapeva di poter contare sull'appoggio di Cameron.

Trenta secondi più tardi Cameron scese le scale con indosso solo un asciugamano avvolto attorno alla vita.

« Amore! Perché urli? »

« Tua madre. » fece segno Faith andandogli incontro.

La sorpresa era solo una del emozioni che il suo viso tradiva mentre si dirigevano in salotto.

« Che ci fai qui? »

« Così si accoglie tua madre? Non mi sorprende vista la compagnia! »

« Mamma! Che dici! Scherza! » la difese parlando con Faith.

« Allora? Cos'è questa novità? »

« Faith, lei è Adelaine, mia madre come avrai capito! Mamma, lei è Faith e scommetto non ti sei neppure presentata! Poi dai a me del maleducato... »

« Faith, cara, ti dispiacerebbe lasciarci soli? » chiese la madre con forzata gentilezza.

« Sarà un piacere per me, Adelaine! » le rispose con altrettanta bugiarda premura.

Scalò i gradini ed, attraversato il corridoio, chiuse la porta di camera sua assicurandosi che sentissero.

Ma ne rimase fuori. In ascolto silenzioso, si appoggiò alla balaustra assicurandosi di non far scricchiolare alcuna asse del parquet. Le voci iniziarono a fluire ma non fu facile ascoltarle. Il cuore le batteva nei timpani spaventata da un possibile percezione dei due.

« Ripeto! » esordì la madre. « Cos'è questa novità? »

« Di cosa stai parlando? »

« Di lei... di te... di questa casa schifosa! »

« Lei è Faith, io sono tuo figlio e questa è la casa in cui viviamo! »

« Cos'è? Giocate a fare la coppietta felice? »

« Noi siamo felici e lei è la donna che amo! »

Quelle parole scaldarono Faith più dell'adrenalina che la situazione creava.

« Lo sai meglio di me che è solo una delle tante! »

« Ho fatto tutto per lei! Ho rischiato in prima persona! Di sicuro non ti permetterò di rovinarmi la mia vita più di quanto tu non abbia già fatto! »

« Aveva ragione: ti ha fatto il lavaggio del cervello! Ti ha messo contro tutti noi! »

« Chi? Chi aveva ragione? »

« Smettila di buttare soldi per questa topaia! »

« Ti ho chiesto chi ti ha mandata! »

« Una persona che ti ama ancora! »

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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