Capitolo 31 - Test

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Furono gli occhi. Prima delle parole, prima di qualsiasi altra studiata o improvvisata scusa. Furono gli occhi.

La tradirono.

Impietrita sulla soglia della porta Maya non seppe cosa rispondere. Non seppe decidere cosa confessare all'amica. I suoi timori, i suoi dubbi, il fatto ricorrente che Faith si era recata a casa sua più volte di chiunque altro sempre per il solito medesimo motivo: Cameron.

« Ma certo... entra! » la esortò guardando il cielo farsi scuro al punto tale da rendere superfluo il sole. « Ma aspetta un secondo! Siediti un attimo! Cosa di fa pensare di essere... »

« Incinta Maya! Incinta! » urlò Faith sprofondando nella poltrona ed, in fondo, anche nelle sue paure. « È questa la parola che hai paura di dire! »

Com'era stato possibile? O meglio, quando? Come succedeva glielo aveva spiegato la madre anni addietro. Credeva di aver preso ogni precauzione, credeva che Cameron le avesse prese.

Tutto troppo grande per me, come posso...

« Calmati un attimo ed asciugati le lacrime! » la pregò Maya porgendole un fazzoletto di carta.

Faith riversò in quel fazzoletto ogni singhiozzo che la sua mente proiettata al futuro le provocava. Ma uno non bastò. Le lacrime lo riempirono spingendo Maya verso un delicato e, quanto mai, incomodo discorso vis a vis.

« Ascolta Faith. Cosa ti fa pensare di essere incinta? »

« Ho un ritardo di due settimane e da due giorni ho la nausea. » rispose ricomponendosi il trucco con le dita.

« Sangue? »

« Qualche goccia. Niente più. Una settimana e mezza fa ormai. Pensavo fosse il ciclo. »

« Va bene Faith. Vi siete protetti? »

« Non so! Penso di sì! In quei momenti lascio fare a lui! » rispose quando la gola le si strinse per il nevoso.

« Mai lasciare fare ai maschi. Va tutto bene. Va tutto bene. »

Un lungo abbraccio. Stretto e fraterno. Maya: la migliore alleata si potesse desiderare.

Stanca, spossata. Le emozioni di una vita in un giorno solo. Sentire le palpebre pesanti, avere la certezza che chiuderle non avrebbe migliorato le cose.

« Fammi vedere quel test! » chiese Maya.

Faith lo raccolse dal tavolino accanto al divano. Maya lo studiò per accertarsi della affidabilità.

Dieci secondi più tardi si alzò in piedi tendendole una mano.

« Vieni! »

« Non voglio più farlo! »

« Non fare la bambina Faith! Non è il momento! Non fare il test non ti farà tornare indietro nel tempo! »

« Aspetterai il risultato con me? »

« Ma certo! Non ti lascerei mai da sola! »

Maya la accompagnò al piano superiore, una zona della casa totalmente nuova per Faith.

« Ti aspetto qui! » esclamò Maya sorridente una volta raggiunto il bagno.

La figura dell'amica sparì una volta chiusa la porta e Faith si ritrovò in un accogliente bagno rivestito di mattonelle color pastello.

Ridicolo.

Tutta quella situazione lo era. Come può la pipì su un bastoncino cambiare la vita di una persona?

Un automa lo fece. Faith persa nei suoi pensieri si muoveva in quel bagno lasciando la coscienza delle sue azioni al solo subconscio.

Ne uscì pochi secondi più tardi.

« Tutto bene? » chiese Maya.

Faith scosse la testa.

« Dai torniamo giù! » la esortò cingendole le spalle e vestendo il finto sorriso più autentico che avesse. « Dobbiamo attendere due minuti! »

Ma Faith non colse quella informazione. Continuò a fissare il parquet, poi i gradini, infine il tappeto del soggiorno.

« Se fosse positivo glielo dirai? »

« Non lo so Maya! Non so nulla in questo momento... ma penso proprio di sì! »

« Sei arrabbiata? Con lui intendo... »

« Sì, ma non più di quanto lo sia con me stessa! »

« Faith ascoltami! » disse spostandosi di fronte a lei. « Se fosse positivo, la rabbia è l'ultimo sentimento che dovresti provare. Avrai tante scelte da dover prendere, scelte delle quali solo tu potrai decidere. Dovrai essere lucida e la rabbia ti annebbierà solo la mente. »

« Mi aiuterai? »

« Ovvio che ti aiuterò. Sarò sempre con te! »

Faith non rispose. Si limitò a stringerla ancora tra le sue braccia. Avrebbe voluto cristallizzare il tempo e rimanere nel dubbio per sempre.

Ma i secondi erano trascorsi in fretta.

« È il momento Faith! Vuoi che guardo io! »

« No! È un mio dovere! Dimmi solo cosa devo guardare. »

« Una linea negativo. Due linee positivo. »

L'indicatore era rivolto verso il basso. Faith fissò il suo destino giacere su quel tavolo. Lo afferrò.

Un secondo si cristallizzò. Un secondo che non avrebbe dimenticato.

Si voltò verso Maya.

« Sono incinta. »

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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