Epilogo

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Sapete, mi è capitato spesso ultimamente.

Ripensare a quella targa, quella che dovrebbe esserci a Nashville.

"Qui ha vissuto Faith De Nisio, figlia, amica, quasi sorella e quasi madre. Ha cercato in ogni modo di avere la meglio sull'amore ma ha perso. Ha sbagliato in innumerevoli occasioni, sicuramente più volte di quante il destino fosse propenso a perdonarle. Non ha mai abbandonato la sua fede nelle persone e da essa è stata tradita."

Non un bel memoriale. Decisamente no.

Chi vorrebbe ripercorrere le orme di una persona così? Stupida, sognatrice e costantemente insicura.

Ma non è colpa mia! Lo giuro! È stato lui! Quel subdolo, sciocco e bellissimo sentimento che a lungo ho cercato ed a lungo ho avuto davanti agli occhi senza vederlo. Mi aveva reso cieca! No, avete ragione: non ho alcuna scusante.

Ed ora sono qui, su questo aereo, lontana da casa, a chilometri da terra, sospesa nella mia memoria che poco o nulla ha di sensato.

Lo ammetto! Il più delle volte ho sbagliato! Dio come ho fatto a essere tanto stupida? Ma non sono né la prima e non sarò l'ultima ad urlarlo, giusto? Ma, ditemi voi, cos'altro potevo fare se non tentare?

Solo scuse, direte.

Eppure è così. Io, una piccola candela - la mia esperienza - ed innumerevoli strade oscure di fronte a me.

Converrete con me che cercare quella luce in fondo al tunnel è una questione di fede prima che di fortuna.

Ma c'è un "ma".

Alla fine di ogni strada sbagliata, ho imparato a mie spese, quella piccola candela, a poco a poco, illumina di più e lentamente rivela gli ostacoli prima di trovarceli sotto i piedi. Utile no?

Avete quindi due opzioni: raggomitolarvi nelle vostre lacrime, nel vostro punto di partenza, alla luce di una fiammella che illumina poco più di un centimetro e rimanere lì finché il tempo, o la solitudine, non avranno la meglio su di voi, oppure rischiare, avventurarvi, scorticarvi le gambe, ferirvi il cuore, rischiare di pentirvi ed infine amare.

Lo so non è una scelta facile. O forse sì?

Certo... difficile dire cosa troverete. C'è chi ha avuto fortuna e la prima strada imboccata era quella più giusta e luminosa; c'è chi si è accontentato di una fioca luce per timore di cercare l'unica vera e perdersi; c'è anche chi si è perso e sta ancora cercando.

Io?

"Meglio aver amato e perduto che non aver amato mai.", dicono.

Non saprei.

Io so solamente che quella luce per me è la più abbagliante che abbia mai visto ed ogni giorno non smette di illuminarmi.

« Perché sorridi? » mi chiede.

« Perché ti amo, Harry Sommers! »

« Temi l'atterraggio... per questo mi parli così! »

Rido. E sono felice di poterlo fare.

« Non è vero, scemo! »

« Comunque... ti amo anch'io, Faith De Nisio! »

Un bacio. Tutto in un bacio. Tutto ciò che temevo di perdere.

E pensare che c'era mancato così poco.

Due centimetri. Soli due centimetri è la misura tra vita e morte.

Ricordo ancora il sangue sulle mie mani, ricordo il suo calore mentre la pioggia lo diluiva. Ricordo la corsa in ospedale, ricordo quell'odore di disinfettante e sofferenza che mi percosse la memoria come un dito su una corda di chitarra.

L'operazione al cuore, i due infarti. Non uno, due.

Ancora oggi, a distanza di mesi, mi prende in giro dicendo che probabilmente il cuore non credeva a quanto sciocco fosse stato a credere di poter fermare una pallottola e quando si fermava si prendeva a schiaffi da solo.

Ricordo le preghiere di due settimane e quella cappella in ospedale diventata la mia seconda casa, fino ad allora meta sconosciuta.

Ricordo ogni singolo tubo che usciva dal suo corpo. Ricordo il giorno che rinvenne. Ricordo il primo "ti amo" che mi disse.

Ricordi. Positivi e negativi.

Cameron? Beh, di lui non voglio parlare. È dove merita di essere e ci rimarrà per molto tempo.

Cos'altro? Ah già! La ragazza della spiaggia! Promettere di non ridere? Bene... era sua cugina. Lo so, lo so! Nulla di ciò che pensate non l'ho già pensato io di me stessa. Sono stata impulsiva e cieca. Come quando ho aggredito il povero Justin colpevole, a mio parere, di aver avvertito Harry di ciò che avevo visto e spingerlo a tornare con il primo volo. Ma, a mia discolpa, quella cugina è ancora un po' troppo espansiva nelle sue esternazioni di affetto.

Ma il passato è passato. La mia strada è conclusa, anzi è appena iniziata. Perché il punto è un altro.

Perché in fondo al tunnel non finisce la via, inizia il mondo.

Perché ora so cosa scrivere su quella targa: "Crescere, sbagliare, imparare. Ma ogni passo compiuto, è un passo verso quel luogo dove i sogni trovano la propria meta, verso quel luogo chiamato amore."

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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