Capitolo 64 - Asfalto

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Una sola ora lunga una vita.

La madre e le sue lacrime, il nonno e le sue raccomandazioni. L'asfalto infine.

Ancora lui. Come all'inizio, come allora.

La via era segnata ed il cuore aveva contribuito non poco nella decisione.

Un solo giorno. Nashville era rimasta nella sua vita il tempo di sistemare un vecchio conto in sospeso per chiudere una porta che, questa volta sì, non sarebbe più stata aperta.

Ciò che andava detto era stato pronunciato, ciò che un tempo si chiamava amore ora si dibatteva dietro un portone sprangato finalmente per sempre.

Ironico come si cambi.

Al solo pensarci, quella considerazione le strappò un rilassato sorriso. "Un giorno riderai di tutto questo". Una frase comune di cui solo allora Faith ne comprese il significato.

Forse in fondo le persone cambiano...

Ma l'unico che riesce a cambiarle è il tempo e le sue esperienze. Esso è il solo capace di farci ridere quando i desideri del passato sono le repulsioni del presente.

Questo era accaduto. L'adolescenza chiusa per sempre inseguendo ciò che il cuore reputa il futuro. Questo stava accadendo.

Inseguire, seguire, raggiungere. Il solo obiettivo che l'aveva spinta in quella fredda mattinata di gennaio a svegliarsi prima del sole e rimettersi in viaggio.

Undici ore la attendevano. Nulla rispetto ai due giorni di traversata da North Windfield.

Eppure...

Eppure quella "vacanza", liberarsi di quel peso, e scoprire un'amica la rendeva leggera e ottimista. Non per Harry, non per ciò che cercava ma per ciò che aveva già trovato.

Casa, sicurezza, amicizia e scopo. Priorità granitiche come non mai ma che attendevano un'ultima conferma da quella persona sempre più vicina. Qualunque finale l'avesse attesa sulla costa orientale, North Windfield sarebbe comunque tornata ad essere la sua casa ed il luogo dove terminare i propri studi.

Sì! Ne sono convinta!

E fu con questa convinzione che, seguendo i suoi pensieri, il sole sorse alla sua destra mentre si arrampicava verso nord est.

Un secondo sorriso. Poi uno ancora più grande e divertito ricordando gli avvenimenti della giornata precedente.

Quel viso. L'espressione smarrita sui connotati di Matt. Un nome sussurrato a denti stretti: "Susie".

La sua mascella che ritmicamente si serrava per la rabbia prima di riacquistare il controllo di sé.

« Quella stronza... » aveva detto.

Non serviva altro. Una chiara confessione in un volgare aggettivo.

Ma la parte migliore arrivò in seguito.

Fu quando capì di essere diventato vittima del suo stesso piano. Fu quando vide avvicinarsi la macchina di Susie e la conferma che le due ragazze avevano stretto un accordo per smascherarlo.

E per la seconda volta nell'arco di pochi giorni, un ragazzo del suo passato rimaneva relegato nella piccola finestra dello specchietto retrovisore.

Valsero a poco i tentativi di negare l'evidenza, quel: "Non so cosa ti abbia detto ma non le puoi credere!". La verità è che nessuno, che non fosse un indovino, avrebbe potuto prevedere con tale precisione gli avvenimenti e ciò significava solo una cosa.

Susie mi ha salvata dall'ennesimo stronzo.

Un'amica inaspettata, un aiuto che poteva avere altri fini ma a Faith, che lo avesse fatto per vendicarsi di Matthew o per tenerla lontana da lui, in un caso o nell'altro era stato un dono provvidenziale.

All'ora di pranzo una sosta si rese necessaria. Giusto un cheeseburger con patatine, la fermata in un lurido bagno e nuovamente in macchina attraversando lo stato dell'Indiana ed immergendosi in possibili, ed improbabili, fantasie.

© G.

Angolo dell'autore:
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