Capitolo 63 - Delusione

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Incredibile. Unico aggettivo che riuscisse a descrivere il mondo che vedeva. Quelle strade, quelle curve, tutti quei piccoli, piccolissimi dettagli che i suoi sensi amplificavano e rendevano nuovi seppur conosciuti.

Nuovi come il sedile su cui sedeva, nuova come la persona che al suo fianco guidava sicura. Conosciuto come un profumo, come la sua pelle, come quella sensazione di smarrimento ed abbandono.

Sentimenti contrastanti puntualmente resi insignificanti dal pensiero di una persona lontana.

« Allora Faith! Racconta! Come te la sei cavata lontana da Nashville? »

Faith sapeva intendeva "lontana da lui".

« Direi bene! Ci sono stati momenti molto difficili, momenti che con il senno di poi eviterei ma nel complesso direi bene. »

« E quali sono stati questi momenti? Se te la senti di parlarne. » chiese con nonchalance fissando la strada.

È ovvio ciò vuoi fare!

Già. Ma per quanto ovvio, quella domanda non poté non riesumare spettri che il cuore di Faith aveva lasciato sulla costa occidentale ma la mente portato con sé.

« Niente di che... » si limitò a nascondere Faith. « Parlami di te piuttosto! »

« Tu non vuoi sapere di me! »

« Ma sì! »

« No, no! Tu vuoi sapere di me e Susie! »

"Cercherà di farti ingelosire con la nostra storia"... terza conferma.

Un attimo. Solamente quel secondo, il secondo tra il timore e la certezza fosse tutta l'ennesima farsa dell'ennesimo manipolatore.

Fu in quell'istante che un'illuminazione la colse. Ora sapeva cosa fare.

« Come hai potuto metterti con lei? Tra tutte proprio lei! » urlò facendo echeggiare la sua voce nell'abitacolo.

« Tu non c'eri... » si scusò.

« Avresti potuto aspettarmi! »

« Ti ho aspettata! Io sono qui! Noi siamo qui! » esclamò fermando la macchina.

Sotto di loro, una superficie liquida increspata dal vento e da un paio di canoe che disegnavano lunghi solchi nel riflesso del sole. Era il Cumberland River che piegava verso occidente con la sua ultima insenatura indossando gli ultimi raggi di quella giornata. Un paradiso nascosto a pochi chilometri da Nashville. 

Un paradiso previsto da Susie.

Forse fu questo il motivo per il quale non sembrò poi così idilliaco agli occhi di Faith.

« Il danno ormai è fatto Matt! » continuò lei nella sua controffensiva.

« Sei cambiata... cosa ti hanno fatto? » chiese Matt tornato improvvisamente mite.

Occhi inquieti, occhi a cui fu difficile non credere ed una preoccupazione che appariva reale.

Sai cosa sta cercando di fare! Cerca di farti concentrare solamente su ciò che di doloroso hai vissuto!

« Ho avuto momenti duri fidandomi delle persone sbagliate. »

« Ma tu mi conosci! Sotto questi vestiti, sono il solito Matthew, il solito ragazzo che ha bisogno di te! »

Non abbassare le difese Faith ricorda le parole di Susie!

« Matt... »

Senza il minimo preavviso. Una mano a prendere la sua.

« Sì, Faith! Sono Matt! Sai che sono io! Sai che sei a casa! Sai cosa significhi per me! »

Una recita strana quella. Veloce, si apprestava ad arrivare all'ultimo atto.

A chi devo credere?

La cintura di sicurezza si allungò verso Faith. Il corpo di Matthew cercava il suo.

« Non hai bisogno di difese con me. » sussurrò muovendo la mano destra dietro la nuca di lei.

Una ragnatela stretta. Sempre più stretta.

"Ti farà abbassare le difese."

Il calore del suo respiro. Faith chiuse gli occhi cercando le sue labbra.

Millimetri.

« Matt... mi dispiace, ma ti ho dimenticato! »

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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