Capitolo 23 - Giuramenti

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Non lo aveva mai visto in quello stato. Lo sguardo sfuggente sempre verso terra, la voce roca e bassa, lui capace di urlare ai compagni di squadra dalla panchina e venire percepito dall'intero stadio. E poi quella richiesta così timorosa fatta sulla soglia della porta, incerto sul da farsi se entrare o rimanere lì.

« Tutto bene? »

« Non proprio... » rispose guardandosi attorno.

« Justin! Cosa succede? »

Faith si tolse il grembiule che faceva da divisa. Il turno era iniziato da poco, il locale giaceva deserto e Tuck era scomparso già da qualche minuto nella dispensa.

Già... la dispensa.

Nick non si era ancora fatto vivo. Quindici minuti di ritardo. Vero, non lo conosceva molto, probabilmente nessuno al college lo conosceva abbastanza, ma in quella settimana e mezza, che andava dal loro primo incontro al loro primo scontro, mai una volta aveva accumulato quel cronico ritardo.

Quando si avvicinò a Justin capì che la situazione era seria.

« Mi rispondi? Justin mi stai facendo davvero preoccupare. »

« Non è nulla di grave. » rassicurò forzandosi al sorriso. « Preferirei però parlare con te dove non ci possano vedere. »

« Ti va bene sul retro? »

« S... si. »

Faith lo precedeva, costeggiando i mattoni a vista del perimetro esterno del North.

Il tragitto le diede il tempo di percepirli chiaramente alle sue spalle. Passi pesanti grattavano il selciato. Passi stanchi ed afflitti.

« Eccoci arrivati! » esordì Faith cercando i suoi occhi ma trovando solo le loro profonde occhiaie.

« Ho fatto un casino! »

« Dai! Siediti! Vedrai che non sarà così grave. » pregò Faith sollevandosi sopra il contenitore in muratura che ospitava le bombole del gas.

La testa china e la mente a raccogliere dolorose idee per trasformarle in amare parole.

« È successo ieri sera. Ero in confraternita alla Omega Lambda. Si scherzava come sempre, forse si beveva più del dovuto ma sempre nel limite della birra.

Erano le undici nella sala comune quando mi arrivò la telefonata di Maya. Mi chiese se mi avesse fatto piacere fosse passata per un saluto. In quell'istante feci il primo errore. Di fronte ai presenti accettai. Non avrei mai pensato di dovermi guardare da orecchie indiscrete a casa mia.

Comunque, andai in camera, mi preparai e la attesi. Faith, io la amo, forse sembrerà ipocrita dopo che ho tentato di baciarti, ma ti giuro non le farei mai del male, non ora che stiamo insieme! »

« Ma sì, Justin! Lo so! E lo sa anche Maya! »

« Non ho finito. Verso le undici e mezza bussarono alla porta. Ne ero certo Faith. Ero sicuro fosse lei, fosse Maya. Mai un accenno, mai un parola che potesse far intendere. Ti giuro. I nostri rapporti si limitavano ad un saluto da lontano quando ci incrociavamo in confraternita. »

« Di chi stai parlando? »

« Aprii la porta. Savannah mi si gettò addosso. Mi spinse sul letto e salì sopra di me. L'alcool mi rallentava i riflessi. Avvenne tutto così in fretta Faith. Iniziò a baciarmi, a leccarmi il viso, a slacciarmi i pantaloni. Quando mi voltai verso la porta, Maya era lì in piedi. Faith ti auguro di non vedere mai quello sguardo in qualcuno a cui tieni.

Mi fissò. Un secondo, forse due. Non servì altro per capire fosse finita. Non servì a nulla urlare il suo nome. Non servì neppure correre da lei, a casa, al pub. » una singola, pesante lacrima crollò a terra nel suono dei suoi singhiozzi sommessi. « Non dovrei farmi vedere da te in questo stato. »

« Savannah? »

« Sì! Sono due settimane che è entrata nella Omega Lambda. Ai presidenti della confraternita non sembrò vero che una Beta Chi passasse dalla nostra parte. Non fecero domande. Ora capisco perché l'ha fatto.

Ha sentito la mia telefonata. Ha atteso che Maya arrivasse e l'ha preceduta. »

« Ma perché? »

« Per colpa tua! Mi disse che tutto ciò era accaduto solo per il torto subito. Che ha giurato di vederti sprofondare nell'infelicità, te e tutti coloro a cui tieni e che non sarà soddisfatta finché non ci sarà riuscita. »

« Non penserai realmente... »

« Ma no Faith! Certo che non è colpa tua! Savannah è una psicopatica. È rinchiusa in un passato, in un amore, che non è mai esistito se non nel mondo da lei creato. Ma il risultato non cambia. L'ho persa Faith. »

« Le spiegherò tutto io! Vedrai, la convincerò! » disse asciugandogli una lacrima che gli rigava il viso.

« Speravo che lo dicessi. È per questo che sono qui. Potresti darle questo da parte mia? » disse Justin porgendole un'elegante pacchetto.

Faith cinse tra le sue mani quelle dita tremanti. Esse si calmarono.

« Ma certo Justin! Non preoccuparti. » rispose abbracciandolo forte.

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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