Capitolo 24 - Dono

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Una notte lunga. Una notte in cui il sonno aveva lasciato il passo ai pensieri.

Decidere il da farsi non era mai stato tanto delicato.

Guardare quel soffitto farsi via via più luminoso man mano che il sole prendeva il suo posto sull'orizzonte.

Decisioni. Bivi. Sinonimi.

Scegliere lo scontro diretto avrebbe inevitabilmente portato a danni collaterali ai quali Faith non era disposta a sottostare.

Chinare la testa, far calmare le acque e dargliela vinta.

Vivi oggi, combatti domani. Non ricordo dove l'ho sentito dire... ma forse è la cosa più saggia da fare.

Chiedere scusa ed implorare non aveva fatto altro che far accelerare la caduta di Savannah dentro il suo baratro di vendetta.

La violenza genera sempre altra violenza.

Ma il punto era un altro: era stata Faith a dare il via a quella spirale delirante ed ora doveva pagarne il contrappasso.

Il sole continuò a salire ed illuminare quella giornata iniziata nel più opprimente grigiore dei dubbi.

« Buongiorno amore! » salutò Cameron aprendo gli occhi. « Già sveglia? »

« Sì! Dormito poco... pensieri. »

« Mia madre? »

Già... quasi dimenticavo.

« Anche. »

Il cellulare sul comodino di Cameron vibrò.

« Che ne dici di andare a fare colazione? Con la pancia piena il mondo avrà tutta un'altra prospettiva. » suggerì spostando a terra Miss. Woolson che si era accoccolata ai piedi del letto.

« Va bene. »

« Ti aspetto giù. » disse uscendo dalla camera con il cellulare in mano.

Pigiama tra i panni sporchi, doccia veloce e quando lo raggiunse lo trovò sorridente di fronte ad una tavola imbandita.

« Cameron! Cos'hai? Non ti ho mai visto tanto sorridente! »

« Sono sempre felice se mi sveglio con te al mio fianco! »

« Ed io con te! »

« Qual è il tuo programma di oggi, Faith? » chiese accomodandosi a tavola.

« Pensavo di fare un salto da Maya e poi andare direttamente a lavoro per il turno della mattina. Nel pomeriggio ho due lezioni. »

« Va bene. » rispose soddisfatto.

Maya la accolse sulla veranda.

« Non chiedermi come mai, ma ci avrei scommesso la casa che saresti venuta! »

Il viso era rilassato. La pelle opaca e tesa in un sereno sorriso. Il peggio sembrava passato.

Eppure gli occhi non erano mai stati tanto spenti.

Era stato un duro colpo. Forse nessuno lo avrebbe mai detto, probabilmente chi non la conosceva non se ne sarebbe neppure accorto.

Era una ragazza forte. Una ragazza costretta a vivere in un mondo nel quale le presenze maschili erano predominanti. Non avrebbe mai voluto farsi vedere debole e ferita.

Ma era esattamente ciò che traspariva agli occhi attenti di un'amica.

« Come stai? » chiese Faith una volta accomodata all'interno.

« Direi bene! »

« Te lo richiedo: come stai? »

« Bene Faith! »

« Forse potrai fregare i vecchi clienti del pub ma non la tua migliore amica! »

« Cosa sei venuta a fare? » chiese voltandole le spalle per allontanarsi verso la cucina.

Rufus guardava fuori in strada, godendosi il tepore della stufa accesa sotto la finestra, seduto sul davanzale interno.

« A prendere un tè con la mia vicina! »

« Non è poi così buono. »

« È la compagnia che conta. »

Maya non le credette neppure un istante ed un sorriso malizioso lanciato al suo indirizzo ne era la prova.

« Quel pacchetto è per me? » chiese con gli occhi attenti sulla teiera.

« Sì ma non subito. Prima voglio che ti sfoghi. »

« C'è poco da dire. Probabilmente sai già tutto. »

« Mi dispiace così tanto Maya. È anche colpa mia. »

« Non dire scemenze. So com'è andata. Non sono scema! Non è ne colpa tua ed, in fondo, neppure di Justin! Solo... »

« Solo non puoi dimenticare. »

« Non ci riesco! Non ora! » urlò Maya rompendo gli indugi. « Ogni volta che penso a lui, nella mia mente è quella scena che mi ritorna. È quel dolore lancinante alla base dello stomaco che provo ogni volta. È vedere le mani di lei nei suoi pantaloni che non mi fa dormire! Mi dico che è stato solo il meschino tentativo di una psicopatica ma continuo a vederlo Faith! »

« C'è qualcosa che posso dirti per farti ricredere? »

« No! Forse con il tempo spero di dimenticare. » esclamò trattenendo le lacrime voltando lo sguardo al soffitto.

« Allora forse questo accelererà i tempi. » esordì Faith sollevando il pacchetto. « Me lo ha dato Justin ieri. È venuto da me in lacrime raccontandomi tutto e pregandomi di consegnartelo. Non sai che voglia stanotte di sbirciare all'interno ma, da buona amica ho resistito. » disse strappando un sorriso a Maya.

Lentamente allungo la sua mano tremante. Tra le dita un fazzoletto cadde a terra.

Fece saltare il punto metallico che lo chiudeva in cima.

Ne estrasse una piccola scatolina per gioielli.

« Oh mio Dio, Maya! » esclamò Faith in preda alla curiosità.

La aprì.

Quelle lacrime non erano andate tanto lontano. Tornarono trascinandone altre nei singhiozzi di felicità di Maya.

Le dita quasi non riuscirono più a controllare quel fremito quando gli occhi spalancati si posarono sull'oggetto.

Faith la aiutò sedendosi accanto a lei sul divano.

« È... è un anello! »

Montatura in oro bianco. Un piccolo diamante protetto da due acquemarine ai lati.

« No Faith! Questo non è solo un anello! » disse piangendo di gioia. 

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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