Capitolo 43 - Fidarsi?

1.1K 91 83
                                    

Precipitata. Caduta in una qualche sorta di realtà parallela.

Ma quei pensieri servivano solo a sdrammatizzare una situazione già di per sé catastrofica.

Non so cosa pensare.

C'è una linea sottile che divide la previsione dal panico. Quella linea si chiama imprevisto.

La vedeva disegnata anche nello sguardo smarrito di Cameron quando, trovandosi mano nella mano, alzò le spalle e le sopracciglia in un gesto che esprimeva tutta la sua sorpresa, il che era già un campanello di allarme.

« Allora ragazzi... avete fame? » squittì Adelaine togliendosi il grembiule da cucina che proteggeva il suo costoso tailleur di Chanel. « Spero di sì, perché ho fatto il mio famoso pasticcio di carne? »

« Famoso? » obiettò Cameron. « Ma se non hai mai cucinato in vita tua! »

« Sempre spiritoso! Adesso venite prima che si freddino gli antipasti! »

Era tutto così surreale eppure così vero. Ovunque lei si voltasse i sorrisi dei genitori di Cameron la accoglievano e la seguivano come luminose ombre.

« Cosa diavolo sta accadendo? » chiese sottovoce Faith accompagnata verso la sala da pranzo da Cameron.

« Non ne ho la più pallida idea ma nulla di buono! »

« Pensi ancora sia una buona idea dirgli oggi della gravidanza? »

« Vediamo come procede il pranzo. »

L'inferno era meno terrificante se le sue dita incrociavano quelle di Faith.

Ma, quel giorno, non accadde. In quegli istanti quel semplice gesto poteva scatenare la furia della madre e far terminare sul nascere quella giornata.

Il che non sarebbe poi un male.

Faith guardò la porta d'ingresso allontanarsi sotto la spinta di Cameron.

La tavola imbandita li accolse, al centro dell'immenso salotto, mescolando il cibo con ogni sorta di oggetto di portata di argento. Le alzatine e le posate separavano tra loro i finger food che qualche cuoco nelle perdute cucine del castello aveva sudato per fare tanto eleganti.

Attorno alla tavolata i camerieri, in numero maggiore degli ospiti, si stagliavano immobili ai lati della stanza, lontani ma vicini abbastanza da poter correre ad un semplice cenno.

« Allora Faith... Cameron ci ha raccontato così poco di te! Dicci da dove vieni! » ruppe il ghiaccio Richard, un ghiaccio che Faith avrebbe preferito lasciare integro.

« S.. sì! Vengo da Nashville! » rispose intimidita.

« Ah, Tennessee! Un lungo viaggio fino a qui! Cosa ti ha spinto verso la calda California? »

« Il North Windfield College! Ho sempre sognato di poter studiare qui! »

« E come mai? »

« Sai papà... » intervenne Cameron per interrompere quel interrogatorio. « Faith è una bravissima scrittrice e un giorno avrà il successo che merita. Ma oggi evitiamo di farle il terzo grado! »

« Va bene! Va bene! Volevo solo avere qualche informazione. Ti chiedo scusa Faith se ti sono apparso insistente! »

« Si figuri! Potete farmi ogni tipo di domanda vogliate! » acconsentì Faith sperando non lo facessero sul serio.

Così gli antipasti ed i primi trascorsero sereni tra una mini quiche e molti convenevoli.

I primi non furono da meno.

« Allora Faith! » prese la parola Adelaine schioccando le dita ed indicando il piatto per farselo portare via. « Hai famiglia a Nashville. »

« Mia madre e mio nonno! »

« E tuo padre? Se posso chiedere... »

« Ci ha abbandonati anni fa! »

« Capito... tua madre sarà una donna molto forte! »

« Molto, soprattutto da quando siamo rimaste sole. »

« E come mai è scappato? »

« Mamma! » protestò Cameron.

« Non preoccuparti! » tranquillizzò Faith. « Problemi con la giustizia... non era chi diceva di essere e noi ne abbiamo pagato il prezzo. Ma in un certo senso siamo state noi ad allontanarci da lui una volta scoperta la sua doppia vita ed è stata la cosa migliore ci potesse accadere! » rispose provata.

« E, se non sono indiscreta, quali sono stati questi problemi con la giustizia? »

« Narcotraffico. » rispose attorniata dai camerieri che le riempivano il bicchiere appena lo notavano vuoto.

« E tua madre si è fatta mettere incita da un tipo così? » scoccò la sua freccia Adelaine.

Non era il momento di farsi vedere ferite.

« Se proprio vogliamo parlare di gravidanze... »

« Ecco i secondi! » la interruppe Cameron urlando all'indirizzo del cameriere.

Era pronta. Tutto il suo corpo desiderava solo lanciare quella bomba e scappare prima che esplodesse.

« Non è il momento. » le sussurrò Cameron all'orecchio raccogliendole il tovagliolo caduto.

Il pranzo corse tranquillo a seguito di quel episodio, concentrando l'attenzione dei Raileigh sul figlio e sui suoi studi anziché sul passato di Faith.

Fu dopo il dolce, un delizioso soufflé creato da mani esperte non certo da quelle di Adelaine, che qualcosa mutò.

Fu il tuono che precedeva la tempesta e Faith si accorse di non avere il suo ombrello.

« Figliolo! » chiamò Richard. « Aiutami con il caffè in cucina! Devo farti assolutamente vedere cosa ho comprato! »

« Veramente... »

« Nessuno ti mangia la tua Faith! Forza! » esortò il padre spingendolo ad alzarsi.

Cameron si voltò un'ultima volta prima di sparire verso la cucina. Lo sguardo di Faith urlava aiuto prima di trasformarsi in terrore posandosi sull'esile figura di Adelaine a capotavola.

« Finalmente sole tra donne! Vieni! Anch'io devo mostrarti una cosa! » disse alzandosi dal proprio posto.

Paralizzata, Faith rimaneva al proprio posto.

« Faith! Fidati di me! »

Brutta, brutta faccenda!

Fu costretta.

I passi riecheggiarono tra le pareti e qualche immensa stanza più tardi, Adelaine, aprì una porta oltrepassandola e lasciandola aperta per Faith.

Era in uno studio, probabilmente il suo dal modo in cui, sicura, aveva ruotato la chiave per aprirla.

Alte librerie tappezzavano le pareti ed, a terra, era una moquette rossa a far tacere i passi. Imponente con le sue decorazioni in piombo, una vetrata affacciava sull'oceano ed illuminava la stanza.

Legno ed ancora legno. Anche nella massiccia scrivania dagli spigoli scolpiti di fronte ad essa. E poi pelle, sul piano e a rivestire la poltrona che la accompagnava. Una poltrona di pelle, voltata verso il mare.

Una poltrona che ruotò appena Adelaine chiuse l'ingresso alle spalle della ragazza.

Qualcuno era già nella stanza.

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

TWO | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora