Questa mattina è tutto tranquillo a scuola. Devo dire che non mi dispiace affatto stare accanto a Chris e a Paul. Sono simpatici. Mi hanno messa a mio agio da subito. Chris, ora che non c'è più Thomas, penso sia il più bravo della classe. E' il figlio della professoressa di fisica della sezione S. E' un genio sia in matematica che in fisica. Nonostante ciò non è un nerd né un secchione. Anzi mi sembra una persona interessante. È molto alto, quanto Paul. Ha dei lunghi capelli neri tirati all'insù in un ciuffo mentre ai lati sono molto più corti, quasi rasati. Non è molto muscoloso, insomma non sembra un tipo atletico. Porta gli occhiali, ma gli stanno molto bene. Sono grandi e gli risaltano il viso, armonioso.
Sono già due ore che sono accanto a loro. Non abbiamo avuto ancora tante occasioni per parlarci perché le prime due ore c'è stata una lezione lunga e infinita di letteratura latina. Abbiamo parlato di Seneca e di quanto l'età augustea fosse corrotta e senza più valori morali. Mi piace moltissimo letteratura latina, fino a quando non dobbiamo studiare a memoria le traduzioni dei passi più famosi e importanti degli autori. E' una fatica inimmaginabile e una noia! Ma poi a cosa serve? Tanto il giorno dopo l'interrogazione l'ho già dimenticata.Sono rimasta in silenzio tutta la lezione e ho preso già moltissimi appunti. La professoressa di latino sembra che detti ciò che dobbiamo scrivere e noi alla velocità della luce ci impegniamo a scrivere ogni parola che dice. Durante l'interrogazione basta dirle le parole che abbiamo scritto sul quaderno e lei ti regala un bel sette. Ottimo metodo, no?
Chris e Paul hanno passato tutta la lezione a ridere e a prendersi in giro. A qualche battuta che si facevano veniva da ridere anche a me. Ho scoperto che sono migliori amici. Mi rendo conto che non conosco per niente i miei compagni nonostante frequentiamo da cinque anni la stessa classe.
Finalmente suona la campanella della pausa. Non ne potevo più di continuare a scrivere senza fermarmi, ho i crampi alla mano. Ogni intervallo mi catapulto sempre alla macchinetta del caffè in corridoio prima che arrivino gli altri studenti. C'è sempre una coda infinita e il più delle volte non riesco a prendere nulla da bere. La mattina sono sempre in ritardo, non ho mai tempo per fare colazione perciò la faccio a scuola. Mi alzo e controllo di essere in ordine. Mentre mi avvio verso il corridoio, Paul mi chiama e mi chiede di aspettarlo. Prende i soldi dalla felpa che appende sempre in fondo alla classe e mi raggiunge.
«Come va con Andrew?» mi chiede mentre ci dirigiamo a prendere il caffè.
«Molto bene, grazie. Oggi viene a prendermi a scuola e passeremo tutta la giornata insieme» sto sorridendo.
«Da quanto tempo state insieme?»
«Quattro anni.»
Mi prende in giro e dice che non riuscirebbe a stare tanto a lungo con una ragazza. Non mi sembrava il tipo da una notte e via. Le apparenze ingannano effettivamente. Torno in classe e trascorro tutto il resto della pausa a chiacchierare con Emily sulle vacanze. Durante inglese e chimica penso al pomeriggio che mi attende. Non vedo l'ora di vedere Andrew. Sono molto felice che venga a trovarmi e mi porti a pranzo fuori. Mi sento emozionata e non appena suona la campanella saluto Chris e Paul velocemente e corro fuori. Andrew mi aspetta appoggiato alla sua auto accanto al marciapiede di fronte l'ingresso del giardino del liceo. E' bello come sempre. Noto i suoi occhi verdi da lontano. Oggi non ha gli occhiali, ha messo le lenti a contatto. I capelli li ha tirati tutti all'indietro con la piastra e li ha rasati ai lati. Indossa dei jeans attillati e una t-shirt nera, Armani. Gli risalta il petto. Sta benissimo. Non stacco gli occhi dal suo corpo finché non arrivo da lui, trotterellando. Mi appendo al suo collo e gli do un bacio sulla bocca per salutarlo. Lui mi sorride e mi bacia mettendomi le mani sui fianchi. Oggi indosso un vestito blu. Scende morbido quasi fino a metà coscia. A scuola non metto mai scarpe con il tacco, perciò per raggiungerlo devo alzarmi sulle punte dei miei adorati Dr. Martens bordeaux. Al contatto delle sue mani con il mio corpo un brivido mi attraversa. È la sensazione che provo ogni volta che mi sfiora. Tutta la mattina ho avuto le farfalle nella pancia e non vedevo l'ora di uscire per vederlo e ora finalmente eccoci qui, insieme. Mi fa salire in macchina, prende la mia tracolla e la mette nel bagagliaio. Mentre siamo in auto gli racconto della mia giornata e gli confesso che sono finita accanto a Chris e Paul ma non si arrabbia. Sta bene? Insomma.. non mostra nemmeno un po' di gelosia. Forse mi sono preoccupata eccessivamente. Non ho fatto assolutamente nulla di male.
«Insomma, non ti infastidisce neanche un po'?» la mia voce è sottile.
«Ma figurati, tesoro. Ne ho forse motivo?»
«In effetti no...» sono sorpresa di fronte alla sua risposta.
«Allora non preoccuparti. L'importante è che non si prendano troppa confidenza, perché in quel caso potrei arrabbiarmi...» il suo tono è secco. Ora lo riconosco un po' di più.
Ogni tanto durante il tragitto mi mette una mano sul ginocchio nudo. Non ho messo i collant. E' ancora settembre e per fortuna fa caldo.«Dove mi porti?» chiedo entusiasta.
«Andiamo a mangiare la pizza in un posto che ti piacerà moltissimo.»
Amo la pizza e sono affamata. Mostro un sorriso e non la smetto di parlare tutto il viaggio. Arriviamo al ristorante che si trova su un fiume. E' un posto incantevole. Parcheggiamo la macchina accanto ad un piccolo giardino fiorito e lo attraversiamo tenendoci per mano. Mi sento così serena. Non potrei chiedere di meglio. La nostra storia è meravigliosa e io sono al settimo cielo. Mi affaccio sul ponte per guardare il fiume che scorre e come una bambina grido che c'è un uccello strano che nuota.
«Lo vedi anche tu?»
«Sì! Ora andiamo a mangiare? Sto morendo di fame!» piagnucola. Rido e lo riprendo per mano.Giungiamo al ristorante che è un posto rustico. A dire il vero non mi importa che tipo di ristorante sia. L'importante è che sono con lui. Intorno a noi è tutto costruito in legno, anche i tavolini. Siamo seduti accanto ad una grande porta finestra attraverso il quale riesco a vedere il giardino in cui mi trovavo prima. Mangiamo la pizza e gli racconto della gita che dovrò fare ad aprile. Non sembra infastidito ma mi fa notare che lui la gita del quinto anno l'aveva saltata per stare con me. In effetti è vero, ma eravamo piccoli. Ci tengo molto a quest'uscita e voglio partecipare.
Mi racconta che Stephan, il suo migliore amico, ha conosciuto una ragazza e finalmente sta cercando di dimenticare la sua ex. La sua ex è la cugina di Andrew. Lei ci ha fatti conoscere 4 anni fa, quando io avevo il cuore in pezzi per colpa di un vigliacco. Rebekah, era anche la mia migliore amica. Ora non lo siamo più. Mi ha fatta soffrire abbastanza e dopo anni di sopportazione, ho perso la pazienza. Meglio così. Certe persone è meglio perderle che averle accanto. Mi fa presente inoltre che giovedì sera ci sarà il compleanno di Antony, ma venerdì ho la prima verifica del trimestre. Il professore di matematica vuole verificare se ci siamo esercitati a sufficienza durante l'estate. Purtroppo quest'anno ho avuto il debito di matematica perciò ho dovuto studiare ed impegnarmi tutte le vacanze estive. Nonostante ciò ho bisogno di ripassare tutti gli argomenti quindi mi scuserò con Antony, ma non potrò andarci.
Dopo il pranzo decidiamo di andare a casa di Andrew. Passiamo tutto il pomeriggio insieme a coccolarci e la sera mi accompagna a casa, non troppo tardi. Sono stanchissima. Ceno e dopo una doccia vado a letto con i capelli ancora umidi. Oggi è stata una giornata perfetta. La mia vita è perfetta, finalmente. Chissà se mi merito davvero tutto questo. Provo quella classica sensazione di quando tutto va per il verso giusto, quella che ti fa essere scettico davanti ad ogni cosa. Non è che tra poco mi succederà qualcosa che spezzerà questa mia felicità? Non sono mai riuscita a godermi realmente i periodi in cui tutto va per il verso giusto, ho sempre avuto la paura costante che potesse accadere qualcosa di brutto. Mentre mi scervello, riesco ad addormentarmi, con il sorriso.
***
A lezione racconto la mia giornata ai miei due nuovi amici e dopo aver ascoltato attentamente il mio racconto iniziano a prendermi in giro.
«Cosa avete fatto a casa sua?» mi chiede Paul con espressione maliziosa.
«E brava Candice!» canzona Chris con tono stridulo.
Io non posso fare altro che arrabbiarmi e ribattere infastidita.
«Ma che andate a pensare?! E poi anche se fosse sono affari miei!» cerco di zittirli.
Rimango seria per cinque secondi, ma poi scoppio a ridere. Questi due non fanno altro che prendermi in giro ed è solo due giorni che siamo compagni di banco. Chissà cosa mi aspetta per i restanti nove mesi di scuola. Durante la mattina mi lamento per la verifica di matematica di venerdì. Chris è tranquillo come al solito. Certo, lui è un genio! Prenderà dieci come sempre. Lo invidio da morire. Quale diavolo sarà il suo segreto?
Durante il pomeriggio ne approfitto per ripassare qualche argomento e fare degli esercizi. Ho paura, di sicuro sarà difficile e prenderò il primo votaccio dell'anno!
Dopo cena passo un'ora al telefono con Andrew che mi prega di andare al compleanno di Antony. Purtroppo non posso. Devo studiare e sono consapevole che quest'anno dovrò spesso restare a casa per questo motivo dato che mi spetta l'esame di maturità a giugno. Nonostante ciò gli dico che lui può andare tranquillamente anche senza di me, non è un problema. In fondo non è colpa sua se ho una verifica di matematica venerdì. Domani sarà un giorno terribile. Passerò pomeriggio e sera a studiare formule. Mi auguro di non finire troppo tardi.
Questa notte sogno equazioni, formule e compleanni.
STAI LEGGENDO
SAVE ME, if I become my demons
Teen Fiction[L'INTERA STORIA È IN REVISIONE]"Siete mai stati traditi dalla persona che amate di più al mondo? Avete mai confuso l'amicizia con l'amore?" Questa è la storia di Candice, una liceale confusa e insicura con un passato tenebroso da raccontare. La s...