Capitolo 57

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La notte passa velocemente e data la stanchezza non mi sono svegliata neanche una volta. Il suono del mio telefono purtroppo ha interrotto il bel sogno che stavo facendo: ero con Andrew, a casa mia e questa maledetta gita era terminata.

<<Ragazze...>> dico sbadigliando, ma le mie amiche non rispondono.

<<Non fate finta di dormire>> rido mentre loro si stiracchiano. Dato che non hanno voglia di alzarsi mi dirigo in bagno per prima. Faccio una doccia e mi trucco leggermente intono agli occhi. Dato l'episodio di eri, oggi opto per gli occhiali, anziché le lenti a contatto. No so se voglio evitare situazioni troppo ravvicinate con Chris o semplicemente voglio evitare di diventare cieca. Esco dal bagno e mi asciugo i capelli. La presa di corrente si trova in mezzo al piccolo corridoio di ingresso perciò sono costretta a sedermi a terra e ad asciugarli e arricciarli senza specchio, ma non è un problema. Svolgo questa procedura quasi ogni giorno perciò la conosco a memoria, come conosco a memoria i miei capelli. Intanto anche Emily e Jane si preparano e siamo pronte in tempo. Quando scendiamo a fare colazione Austin e Cam sono già al tavolo seduti che gustano dei pancake alla Nutella. Splendido, amo i pancake e amo la Nutella. Finalmente addenteremo qualcosa di commestibile. Riempio il piatto con 3 di essi, torta e biscotti. Sono affamatissima, sono giorni che mangio cose tremende. Appena ci sediamo il tavolo spazzoliamo tutto ciò che abbiamo nel piatto. Accanto a noi c'è anche il distributore di succo e io ne mando giù tre bicchieri all'ananas e uno alla pera. È tutto delizioso e finalmente ho la pancia piena. Come di prassi, dopo ogni pasto abbondante, mi sento grassa e mi pento per aver mangiato ma cerco di scacciare tali pensieri. Non è il momento né la sede per occuparmi di questo.

Quest'oggi visiteremo la città e i docenti ci spediscono in camera a prendere le nostre cose e soprattutto i soldi per fare il cambio valuta. Sono emozionata, sarà una giornata stupenda.

***

Ciao mamma, finalmente la giornata è terminata. È stata davvero dura. Siamo usciti stamattina presto per prendere il bus e recarci in centro. Una guida molto competente ci ha fatto visitare le strutture principali di Praga e soprattutto il palazzo famoso per il fenomeno della defenestrazione. Abbiamo attraversato dei ponti bellissimi e ho visto anche i cigni sai? Ce n'erano due che sembrano darsi un bacio e quando i loro colli si univano formavano un cuore. Persino ad Austin sono piaciuti, lui che è così freddo. Ho visto anche l'orologio astronomico e un castello bellissimo di cui ignoro il nome. A pranzo ho mangiato presso un fast food terribile, non vedo l'ora di tornare a casa per gustare qualche tuo manicaretto. Ho cambiato anche i soldi, qui 26 corone corrispondono a un'euro, ti rendi conto? Sono piena zeppa di soldi nel portafogli. Ho deciso di cambiare solo 50 euro per ora, tanto per comprare qualche regalino qua e là e per mangiare. Mi manchi moltissimo, ora sono in stanza, ho appena terminato la cena. Tra poco usciremo. Ti auguro una buona serata. Xxx

Premo invio e inoltro lo stesso messaggio ad Andrew, cambiando solo qualche frase e aggiungendo un ti amo sincero alla fine. Accantono il telefono sulla scrivania e mi sdraio sul mio letto.

In realtà non sono andata a cena, non ho fame. Il mio umore è di nuovo cambiato e ora sono terribilmente triste. Mi manca casa mia e mi manca la mia famiglia. Mi trovo nuovamente circondata da cose che non mi appartengono... le lacrime hanno cominciato a rigare il mio viso quando ho iniziato a scrivere il messaggio a mia madre e non hanno ancora smesso. Scendono senza fermarsi. Vorrei tanto che Chris si accorgesse della mia assenza al ristorante e venisse qui, ad abbracciarmi. Tremo, su questo letto, che non è il mio, non è quello sui cui mi sdraio ogni sera stanca della giornata. Non ho il coraggio di scrivere un messaggio a Chris sebbene sappia che è l'unico che mi farebbe stare meglio. Mi dirigo verso la borsetta dei medicinali e tiro fuori le pillole e le gocce omeopatiche. Con questi affari in mano mi sento terribilmente malata, sebbene io non lo sia. Odio questi intrugli infernali ma sono gli unici in grado di rilassarmi. Il mio respiro si fa affannato e il cuore comincia a battere contro il mio petto come se volesse uscire a tutti i costi per impedirmi di ingurgitare le pastiglie. I pensieri viaggiano alla velocità della luce e lottano nella mia testa. Mi inginocchio a terra poiché sento che tutto attorno gira e mando giù la prima pillola. Devo attendere qualche minuto perché faccia effetto ma non accade nulla. Per accorciare i tempi ne mando giù un'altra e ancora un'altra, fino a quando non ne ho ingurgitate sei. Spero che in questo modo io rimanga calma per un bel po' di tempo, magari sino a quando non sarò a casa. Per terminare il tutto, ingoio anche qualche goccia. Questo medicinale è forte perciò faccio fatica e sento la gola bruciare come se avessi buttato giù del rum. Poco dopo mi sento senza forze e cerco di rimettermi sul mio letto. Chiudo gli occhi e mi addormento in fretta.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora