Capitolo 37

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Odio i sabato pomeriggio passati a casa a fare niente. Questa mattina a scuola Paul non c'era. Probabilmente stanco del viaggio, ha preferito stare a casa. Sono sul letto che fisso il soffitto. Non ho voglia di mettermi a studiare anche oggi. Ho sempre pensato che il sabato fosse il giorno libero della settimana, quello dedicato al riposo e dedicato a Andrew, ma ora che è meno presente nella mia vita, penso che lo dedicherei agli amici, ma sembrano sempre tutti così impegnati e oggi nessuno può uscire con me. Sto per chiudere gli occhi quando sento il campanello del citofono suonare. Mia madre mi grida dalla cucina di andare a rispondere. Mi alzo e con fatica e i muscoli dolenti per l'allenamento di pallavolo di giovedì e le ore di educazione fisica di stamattina, mi dirigo per rispondere al citofono.

<<Chi è?>> chiedo seccata.

<<Ti muovi a scendere?>> la voce di Paul risuona nell'apparecchio. Accendo il videocitofono e vedo Chris e Paul davanti al portoncino del vialetto. Che diavolo ci fanno qui, sotto casa mia? Il calore mi arriva alla testa e il cuore comincia a battere forte.

<<Cosa ci fate qui? E perché dovrei scendere? Dove andiamo?>> chiedo esterrefatta.

<<Che ne so, scendi e basta!>> Paul non mi dà spiegazioni, come al solito. Dice sempre che non programma nulla, se no sarebbe noioso.

Poso il citofono e decido di scendere. Il cuore mi batte forte e sono emozionata. Sono venuti fino sotto casa mia a prendermi? Significa che mi considerano un'amica importante e soprattutto che gli piace stare con me. Sono felice. Mi vesto mentre intono un motivetto, fischiettando.

<<Tesoro, dove vai?>> mi chiede mia madre.

<<Esco mamma, sono venuti a prendermi Chris e Paul>> le spiego.

<<Va bene, non fare tardi.>> Le do un bacio e prendo la borsa per avviarmi poi verso le scale.

Corro giù saltando gli scalini a due a due e giungo subito fuori sul vialetto. Cerco di mantenere la compostezza e la disinvoltura. Faccio un sospiro ed esco dal portoncino.

<<Ciao...>> li saluto imbarazzata.

<<Oh! Finalmente! Ciao Candice!>> mi saluta Paul con un abbraccio. Non mi aspettavo di vederlo perciò sono sorpresa e anche felice.

<<Ciao di nuovo>> io e Chris ci siamo già visti questa mattina, a scuola.

Ci avviamo verso un luogo non ben definito mentre Paul ci racconta quello che ha fatto a Londra e che cosa ha visto. Non so cosa ci trovi nel vedere una pallina gialla che attraversa il campo alla velocità della luce tantissime volte, ma sembra emozionato quando ci racconta delle partite di tennis a cui ha assistito. Passiamo tutto il pomeriggio in un bar a bere una cioccolata calda mentre Paul invita Chris a non pensare più a Maggie e ad andare in luoghi in cui può divertirsi. Mi fanno ridere perché Paul ha una mentalità libertina e spesso è proprio uno sconsiderato, superficiale forse, mentre Chris non farebbe mai nulla di quello che fa lui, insomma non andrebbe mai in discoteca a divertirsi con ragazze che non conosce, se ne pentirebbe. Continuano a battibeccare mentre io rido sino a farmi venire il mal di pancia. Sono le sei e mezzo e fuori è buio e fa freddo. Ci alziamo e dopo aver pagato il conto ci avviamo verso casa mia. Paul ci racconta che è felice di frequentare Alison e che spera in un futuro con lei. È strano sentire certi discorsi seri da parte sua, ma sono felice per lui. Insomma tra noi non avrebbe mai funzionato. Non mi immaginerei mai insieme a lui, per carità! È stata solo una distrazione, una bella distrazione. Sorrido mentre ricordo il giorno in cui ci siamo baciati sul pullman e tutti i precedenti momenti imbarazzanti. Appena sono a casa, poso la giacca e la borsa e aiuto mia madre in cucina.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora