Capitolo 55

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N.B: Il nome di Lucah cambierà semplicemente in Luca. Mi ci vorrà un po' di tempo per modificare tutti i capitoli ma per comodità lo cambio da qui. Molti di voi mi hanno fatto notare che i nomi inglesi non sono graditi se l'ambientazione non è Inghilterra o Stati Uniti; la maggior parte dei nomi che ho utilizzato sono abbreviativi o sono i nomi reali delle persone che hanno ispirato questa storia e in ogni caso a meno che non sarà un editore a chiedermelo non li cambierò, perciò vi ringrazio per il tempo che spendete a dirmi questa cosa nei commenti e mi scuso se non seguo il vostro consiglio.
Con affetto, Martina.

Gli occhi mi bruciano da morire; sarà colpa delle lenti a contatto. Guardo fuori dal finestrino e la luce del sole mi fa lacrimare.
<<Cazzo...>> cerco di asciugarmi senza sbavare il trucco.
<<Che hai?>>
<<Le lenti... Chris, le lenti!>> cerco di farmi aria con la mano.
<<E allora? Cos'hanno le lenti che non va?>>
<<Brucia!>> farfuglio mentre cerco di togliermele. <<Dio mio, non ci riesco!>>
<<Lascia... faccio io>> si avvicina più di quanto dovrebbe. Chris è molto bravo con questo genere di cose; ha una notevole miopia perciò porta sempre occhiali o lenti a contatto. Sento il suo respiro sul mio viso e i battiti cominciano ad aumentare tanto che sento il cuore uscirmi quasi dal petto. Affonda la mano sinistra tra i miei capelli per tenermi ferma e con l'altra tenta di togliermi la prima lente. Bacialo mi consiglia la mia crudele coscienza. È così vicino a me che sarebbe uno scherzo avvicinarmi di pochi centimetri, quelli che bastano perché le nostre labbra si uniscano. I miei pensieri sono agghiaccianti; vorrei che Andrew fosse qui, così non penserei a Chris in questo modo. Mi manca da morire... tutto questo non fa che destabilizzarmi. Non vedo l'ora di tornare a casa.

Appena la lente salta fuori dal mio occhio lo strizzo e provo sollievo. Mi asciugo il viso bagnato dalle lacrime e procediamo a togliere anche l'altra. Non vedo l'ora che Chris si allontani da me o potrei non rispondere delle mie azioni. Ma che diamine mi prende? Non mi riconosco più... non sono io questa. Quando anche la seconda lente salta fuori il mio corpo spontaneamente si allontana quanto può da lui. Sono in imbarazzo e mi sento avvampare per la vergogna.

<<Grazie davvero! Ora va molto meglio.>>
<<Figurati. Hai tutti gli occhi rossi; dovresti utilizzare solo gli occhiali per un po' di tempo.>>
<<Hai ragione. Ho il trucco tanto sbavato?>> chiedo lagnandomi.
<<Ma va! Insomma... non molto...>>
<<Sono brutta...?>> la mia voce è stridula, come quella di una bambina.
<<Sei bella Candice!>> alza gli occhi al cielo e io replico facendogli la linguaccia. Mi ha detto che sono bella... potrei svenire. Sono patetica, ma non mi importa. Starei qui, sull'autobus con lui, tutto il giorno.

***

Il suono del mio cellulare interrompe il bel sogno che sto facendo. Lo cerco disperatamente nella tasca dei miei jeans e quando finalmente lo trovo rispondo.
<<Pronto?>>
<<Candice ma dov...>> attacco subito il telefono in faccia a mia madre. Non lo sa che paga tantissimo chiamandomi se non ha una promozione che le dà dei minuti per effettuare telefonate all'estero?! La richiamo.
<<Mamma ti ho detto che ti avrei chiamata io, lo sai che ho i minuti.>>
<<Ero preoccupata. Non rispondi né a me né ad Andrew da stamattina.>>
<<Scusami, sono stata impegnata. Ho visitato Mauthausen...>>
<<Oh. È stato toccante? Mi raccomando attendo le foto questa sera.>>
<<Molto. Spero di trovare una buona linea wi fi nell'hotel a Praga.>>
<<Sì, vedrai. Ci manchi. Hai preso qualche pillola...?>> la sua voce diventa sottile.
<<Anche voi mi mancate. No mamma, sto benone>> mento. Non voglio che si preoccupi quando siamo così distanti. Non le dirò delle pillole né delle gocce. Ultimamente sto facendo troppo affidamento sui medicinali e lei questo lo sa perciò è ansiosa. Dopo averla salutata, riattacco. Mando un messaggio anche ad Andrew.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora