Capitolo 51

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Tre mesi più tardi

Mi sto pavoneggiando da due ore di fronte allo specchio, in reggiseno. Il tatuaggio che ho fatto a gennaio mi dona tantissimo. Le mie amate rondini mi fanno amare un pochino il mio corpo. Ha fatto davvero malissimo dato che il costato è la parte del corpo più dolorosa per fare un tatuaggio, ma ne è valsa la pena.

<<Ti piace?>> chiedo ad Andrew seduto sul mio letto mentre mi osserva.

<<Molto, sei bellissima>> mi sorride. Amo quel sorriso. Sono due mesi circa che non litighiamo più e ora siamo felici insieme. Quello che provo per Chris non è scomparso, ma ho cercato sino ad ora di soffocarlo. Comunque domani finalmente è il famigerato giorno in cui partiremo tutti insieme per andare in gita, sono emozionata. Ho atteso questo giorno per mesi.

<<Candice?>>

<<Sì? Che c'è mamma?>> faccio in fretta a rimettermi la maglietta.

<<È tutto pronto? Chiudi la valigia e ricordati di mettere nello zaino i documenti necessari.>>

<<Giusto! I documenti! Me li stavo dimenticando...>>

<<Senti, ma poi l'avevi più rifatta fare la carta d'identità?>>

<<In che senso? No, è sempre la stessa>> la guardo accigliata.

<<Sei sicura? Perché ti ricordo che quella che avevamo fatto insieme, non era valida per l'espatrio perché papà non è venuto con noi al comune e non ha firmato dato che era impegnato con il lavoro quel giorno e tu eri minorenne ancora.>>

Il sangue mi si gela in tutto il corpo, anzi divento un iceberg. Rimango congelata a fissare mia madre per due minuti. Quando realizzo quello che mi ha appena comunicato tiro un grido che fa scappare il mio cane dalla stanza e fa correre mio padre, allarmato, in camera mia.

<<Che diavolo succede? Qualcuno sta male?>> grida in preda al panico.

<<Non ci posso credere... questa è una bugia...>> le ginocchia cedono e mi lascio cadere a terra. Andrew è immobile e guarda la mia reazione.

<<Domani devo partire per la maledetta gita e non ho un documento valido per attraversare il confine? Insomma, devo rimanere a casa?!>> grido, isterica, ridendo. Sì, sono pazza, sto impazzendo.

<<Dovevi pensarci prima! Come hai fatto a dimenticartene?>> mi sgrida mia madre.

<<Come potevo ricordarmene? E poi perché mai mi hai fatto un documento non valido per l'espatrio? Mi prenderanno per una delinquente in stato di fermo!>> sono al limite della follia e sto farneticando.

<<Calmati...>> Andrew mi mette una mano sulla schiena.

<<Come faccio a calmarmi? Come? Tutti i miei amici partiranno e io dovrò starmene una settimana qui, a casa, da sola!>>

<<Beh... non da sola... ci sono io!>>

Ignoro la sua risposta e comincio a disperarmi. Sto tremando e sono in preda al panico.

<<Candice l'unica soluzione è telefonare alla tua docente e dirle tutta la verità, sono certo che lei troverà una soluzione>> mi consiglia mio padre.

<<Sì, hai ragione...>>

<<No! Dille che te l'hanno rubata e rimani a casa. Non mi fido a mandarti all'estero con un documento non valido per l'espatrio. Immagina se dovessimo venirti a recuperare in Germania o in Austria, o che so io! Sarebbe una catastrofe>> Mia madre ha sempre avuto l'abitudine di andare in panico.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora