Capitolo 56

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Sono di nuovo seduta accanto a Chris. Mentre ero da sola, prima di salire sull'autobus, mi sono ripromessa che avrei preso una certa distanza da lui, perciò ora mi comporterò di conseguenza. Scambio dei messaggi con Andrew e con Dave cercando di mostrarmi occupata a scrivere sul telefono. Chris sembra preso dalla chiacchierata con Mary e Beth, sedute nei sedili accanto ai nostri, al di là del piccolo corridoio che separa le due file di posti. Il tempo passa in fretta fortunatamente e dopo due ore finalmente abbiamo raggiunto l'hotel a Praga. Abbiamo addirittura aiutato l'autista a parcheggiare l'autobus gridandogli indicazioni dal fondo del mezzo. Appena fuori cerco velocemente di recuperare la mia valigia nel bagagliaio e cerco le mie compagne di stanza.

<<Eccovi!>> grido quando vedo Emily e Jane che mi aspettano all'ingresso. L'hotel sembra lussuoso, come quello ad Innsbruck. È una struttura molto alta e l'ingresso è tutto dorato con una porta girevole. Mi piace. Entriamo e ci ritroviamo in una hall enorme. Ci sono tantissimi ragazzi e parlano tutti delle lingue diverse dalla nostra. Non ho il tempo di guardarmi intorno che la docente mi fa cenno di raggiungerla al bancone dove un ragazzo alto e biondo sta distribuendo le chiavi per le stanze. Splendido, finalmente possiamo andare in camera e riposarci, non ce la faccio davvero più; è stata una giornata stancante.

<<Eccomi. Le mie chiavi?>> chiedo.

<<Un momento...>> la docente mi fa cenno di attendere.

Sta cercando di comunicare con il ragazzo dietro al bancone ma sembrano non capirsi. C'è un problema con le camere; oggi non ne va una per il verso giusto. Che altro succederà ora?

<<Candice chiama Cloe.>>

<<Sì, subito>> obbedisco. Ma perché proprio io? Non mi sta simpatica Cloe... in ogni caso mi ha spedita a chiamarla sicuramente perché lei conosce molto bene l'inglese. L'anno scorso ha studiato per tre mesi in Australia in qualche college o high school. Mi faccio strada tra i miei compagni e la vedo sull'ingresso.

<<Cloe, la professoressa ti vuole.>>

<<Ah sì? Vado subito>> si dirige verso il bancone e io la seguo. Appena arriva le viene spiegata la situazione e tenta di comunicare con il ragazzo che non sembra conoscere bene la lingua. Da quello che ho capito non riescono a distribuirci all'interno delle stanze perché il numero dei gruppi non corrisponde con il numero delle camere. Dopo dieci minuti snervanti che attendo finalmente arriva il mio turno. Il ragazzo biondo, con un inglese imperfetto e poco chiaro, mi dice che devo cercare la chiave della stanza numero 134. Come sarebbe a dire che devo cercare la chiave? Dove la vado a trovare? Ma che razza di servizio è questo? Dopo una maledetta giornata in giro per l'Europa devo anche cercarmi la chiave per tutto l'hotel? Prendo la mia maledetta valigia e corro verso Emily e Jane.

<<Dobbiamo cercarci la chiave! Vi rendete conto?! Andiamo al piano di sopra, davanti alla nostra camera, magari troviamo qualcuno lì.>> Probabilmente la nostra camera sarà occupata già da qualcuno se la chiave qui non c'è. Spiegheremo a questo qualcuno che quella stanza è stata assegnata a noi. Prendiamo la grande ascensore della hall e saliamo al piano di sopra. Siamo schiacciate contro tutti i nostri compagni e le loro valige. Non si respira. Quando giungiamo al primo piano usciamo tutti dall'ascensore: probabilmente alla nostra classe sono state assegnate stanze tutte sullo stesso piano. Cerchiamo la camera numero 134 e troviamo la porta aperta. Mentre cerco qualcuno all'interno, un ragazzo si avvicina ad Emily.

<<Scusa... questa è la chiave di quella stanza>> dice indicando l'uscio su cui mi trovo.

<<Ah...>> Emily sembra impietrita. Rimango a guardare la scena, quasi divertita. È così timida e impacciata.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora