Capitolo 11

841 34 0
                                    

Fortunatamente mia madre non mi ha sgridata. Mi siedo accanto ad Andrew. Questa sera dovremo fare finta che vada tutto bene e non sarà facile. Noto con piacere che ha indossato la camicia che gli ho regalato lo scorso compleanno. Gli sta davvero benissimo. Sulla tavola ci sono due teglie piene di pizza che ha cucinato mio padre; devo ammettere che è un ottimo cuoco. Mia madre si è occupata invece degli antipasti. Sono affamata, perciò riempio il piatto con qualche salatino, del formaggio e due fette di pizza. È deliziosa e mi complimento con il cuoco. Gli zii mi chiedono della scuola e come procede la preparazione per gli esami. <<Bene!>> mento e il test di fisica di venerdì lo dimostra alla grande. Chiacchieriamo e ridiamo per tutto il tempo, è proprio una serata piacevole, però non rivolgo la parola ad Andrew, probabilmente perché sono troppo arrabbiata e delusa o forse anche perché mi vergogno e non saprei cosa dirgli. A volte i nostri sguardi si incrociano. La situazione è imbarazzante. Noto che è silenzioso più del solito.

<<Andrew va tutto bene?>> gli domanda mia madre.

<<Certo, Elizabeth. Sono solo stanco, oggi ho lavorato moltissimo>> risponde.

Sta mentendo, è palese ma decido di non indagare per non scoprire qualcosa che potrebbe farmi soffrire. Al termine della cena beviamo un caffè accompagnato dai pasticcini che hanno portato gli zii. Sono deliziosi. Amo i dolci.
Dopo un po' io e June decidiamo di andare in camera. Mi parla del suo nuovo fidanzato e della scuola. Secondo lei ha troppo da studiare. Anche June frequenta il liceo. Non credo che debba studiare più di me dato che ho un esame da preparare, mentre lei frequenta solo il secondo anno. Eppure non faccio che pensare ad Andrew e ai problemi che ho con lui anziché impegnarmi, come dovrei. Nota che sono pensierosa e si raccomanda, quando Andrew sarà andato via, di raccontarle cosa mi intristisce. Annuisco. Ho bisogno di ripetere per l'ennesima volta ciò che mi tormenta. Intanto giriamo un pò per Facebook con il mio nuovo Mac, mentre Andrew è accanto a noi. Siamo tutti e tre seduti sul mio letto. Cosa darei per abbracciarlo. Mi manca tantissimo.

Sento che mi tocca la mano e la stringe. Sto sognando? Mi viene spontaneo ricambiare la stretta. Mi sta tenendo solo la mano ma mi sento in paradiso. Intanto sulla Home appaiono delle foto. C'è lui, i suoi amici e le sue nuove amiche... c'è anche la ragazza rossa. I miei battiti aumentano di colpo. Fisso la foto e mi sembra che il petto mi stia per scoppiare. I suoi occhi sembrano, diversi, quasi felici. Faccio un sospiro e cerco di calmarmi senza dare nell'occhio, non voglio che mia cugina si accorga di niente. Andrew, invece, si è accorto ovviamente della mia reazione. Tenta di trattenere la mia mano ma io la sfilo subito. Stavo per perdonarlo prima di vedere quelle foto, anzi ero addirittura felice. Cosa significa tutto questo? Altre foto? Vuol dire che l'ha rivista! Ci è uscito ancora. Inizio ad arrovellarmi il cervello. Ma perché non mi dà tregua? Cosa c'è realmente tra loro due?

A mezzanotte Andrew va via. Deve lavorare domani, perciò torna a casa a dormire. Mi saluta con un bacio sulla fronte, saluta la mia famiglia e se ne va.

Trascorro la serata a raccontare a June cosa è successo tra di noi. È come se fosse una sorellina per me, perciò mi fido e riesco anche a sfogarmi. Le racconto anche di Chris e Paul.

<<Devi assolutamente farmeli conoscere!>> mi dice entusiasta. Dalla mia descrizione sembrano piacerle. In ogni caso mi dice che si notava che siamo strani questa sera, sia io che Andrew.

Decido di mettere un film. Metto il DVD di Breaking Down - parte seconda. Il film di vampiri noto per la storia d'amore tra la protagonista Bella e il bellissimo Edward. Ci sono cinque film. Mia madre mi ha regalo tutta la collana in DVD per Natale. Amo i vampiri. Seguo anche la serie tv The Vampire Diaries. Sono così affascinanti e gli attori sono davvero bellissimi. A volte vorrei essere un vampiro così potrei spegnere la mia umanità e diventerei malvagia così da non pensare ad Andrew e a quanto lo amo, proprio come accade nel telefilm. Durante la scena cruciale, il mio telefono si illumina. Guardo e oltre a qualche messaggio di Chris dove mi chiede di mandargli gli appunti di letteratura ce n'è uno di Andrew.

Mi dispiace per quello che sta succedendo. Ti amo.

Mi si riempie il cuore di malinconia. Lo so che mi ama, allora perché si comporta così? Decido di rispondergli.

Ti amo anche io. Ho bisogno di risposte. Perché ho visto altre foto? Perché continui ad uscire con loro e ti vedo così felice? Ti conosco bene e conosco quegli occhi. Sei felice. Andrew ho bisogno di sapere cosa succede.

Ormai cosa ho da perdere? Meglio essere schietti e sinceri.

Sono le due e June deve tornare a casa. In questo momento voglio solo andare a letto e scomparire sotto il piumone. Mi sento morire e vorrei scoppiare a piangere, ma non posso farlo davanti a tutti. Saluto e ringrazio gli zii per la visita gradevole. Abbraccio June e le dico che ci vedremo presto. Appena sola, corro in camera per controllare se ho ricevuto una risposta e la trovo.

Hai ragione. Voglio essere sincero con te. Domani pomeriggio vediamoci, ti chiarirò ogni cosa. Perdonami.

Mi chiarirà ogni cosa? Allora c'è davvero qualcos'altro dietro. C'è una domanda che devo fargli e non riesco ad aspettare domani.

L'hai baciata?

Devo sapere. Devo sapere, adesso. Non posso più aspettare. Voglio sapere se è caduto davvero sul fondo o se c'è ancora qualcosa da salvare, tra noi.

Ne parliamo domani, buonanotte.

Ne parliamo domani? Ora capisco ogni cosa. Rimango a fissare il messaggio di risposta con gli occhi spalancati. Lo sapevo. Sapevo che era successo. Perché sono così sorpresa e il mio viso si è riempito di lacrime se me lo aspettavo? Non voglio più vederlo. Anzi domani gli dirò che è finita. Non merito nulla di quello che mi sta facendo. Non merito di essere trattata in questo modo. Come ha potuto baciare un'altra dopo tutto quello che abbiamo costruito? Dopo tutto quello che abbiamo vissuto, soprattutto. Dopo tutti i "ti amo" che mi ha detto e che continua a dirmi. Sono così furiosa che tiro un pugno al muro. Le nocche diventano rosse e stringo forte la mano con l'altra per il dolore. Avrei voglia di gridare ma mia madre entra in camera.

<<Candice che succede? Stai bene?>>

<<Si mamma, tutto bene. Ora vado a dormire che domani devo studiare. Sogni d'oro>> la liquido. Mi rivolge un sorriso triste e chiude la porta. So che vorrebbe sapere cosa mi succede ma ora sono troppo agitata per raccontare ancora una volta tutta la storia. Sono confusa. Non so bene cosa fare e come reagire. Ho voglia di prendere la macchina e andare da lui per dirgli in faccia quanto mi fa schifo e quanto è stronzo. Sono incredula. Come è possibile che il ragazzo che amo, che era tanto premuroso e dolce con me nonostante il suo carattere gelido e che ricambiava i miei sentimenti ora non ci sia più? Dove diavolo è finito? Cerco di convincermi che questo è solo un brutto sogno. Mi riempio di pizzicotti sul braccio, ma non accade nulla, non mi sveglio.
Non penso neanche per sogno di mettermi a dormire. Non ho sonno. Non voglio neanche rispondere al messaggio. Ho in mente solo una persona ora che potrebbe farmi stare meglio con un abbraccio. Voglio il mio migliore amico.

Sono disperata. Non la smetto di piangere e di prendere a pugni il muro. Ho le mani viola. La rabbia mi rende incosciente. Mi dirigo verso la mia scrivania. Nel cassetto tengo nascoste delle forbici che hanno un significato importante per me: sono state fonte di dolore fisico e morale in passato. Apro il cassetto e le prendo. Le punto al braccio ma qualcosa mi frena. Perché non riesco a farlo? Eppure in passato è sempre stato così facile. Da quando conosco Andrew non ho più fatto gesti del genere. Non ne ho avuto mai motivo. Lui mi ha ridato la felicità che avevo perso. Mi rendo conto di quello che sto per fare. Sono forse impazzita? Getto le forbici a terra e mi rannicchio nell'angolino sotto la finestra. Stavo per ricominciare. Nonostante il dolore che mi ha causato tutto ciò che ho affrontato 5 anni fa, non ho imparato nulla. Per me è davvero molto difficile non tornare alle mie vecchie abitudini. La gente pensa che io sia come un automobile che va dal meccanico. Entra guasta ed esce come nuova, ma non funziona così. La mia guarigione richiede costanza, concentrazione e soprattutto forza di volontà che ora sembra mancarmi. Rimango nell'angolino a piangere tenendo il telefono in mano. Forse spero in un altro messaggio di Andrew che smentisca quello che ho capito dalla sua risposta.

Questa notte non sogno nulla, non dormo neppure.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora