Capitolo 33

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Siamo nel ristorante della piazza principale della città. Ci sono stata parecchie volte. È un luogo confortevole e tranquillo. Ci sono vari schermi qua e là, attaccati alle pareti, che trasmettono una partita di calcio. Il cameriere che ci ha accolti sull'uscio ci indica un tavolo accanto alla cucina dove il pizzaiolo sta infornando varie pizze con una lunga pala di legno. Mi tolgo la giacca e mi siedo tra Beth e Paul. Mi sento a disagio. Probabilmente non sono abituata a stare in gruppo. Non so neanche come introdurmi nel discorso. Parlano delle gaffe della professoressa di italiano. Ogni tanto mi scappa un sorriso, ma non spiccico parola. Ho paura di dire qualcosa che sia fuori luogo o comunque che possa far ridere tutti di me.
<<La smetti di isolarti?>> mi stuzzica Paul interrompendo le mie riflessioni.
<<Non mi sto isolando. Sto pensando a cosa ordinare!>> sbuffo.
Prendiamo tutti la pizza. Adoro la pizza! Sono entusiasta questa sera perché mi sembra tutto così nuovo e insolito.
<<Candice, ti ricordi quando hai visto cadere uno dei nostri docenti nella sala insegnanti?>> dice Beth. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere. Al terzo anno, mentre ero a fare delle commissioni in presidenza, ho assistito alla scena più divertente di tutto il secolo. Il mio professore è finito a terra mentre tutti gli altri insegnanti lo guardavano. Rivivo ancora la scena di quando è entrato con il suo solito andare veloce e scoordinato nella sala riservata ai docenti e non vedendo una sedia posta in mezzo alla stanza, inciampa e cade, facendo volare i registri e il portapenne che teneva in mano, per aria.  Non ho ancora smesso di ridere da allora.
<<Non avete idea di che scena vi siete persi!>> continuo a ridere.

<<Come va con Andrew, Candice? State ancora insieme vero?>> mi chiede Mary, interrompendo la mia risata. Non penso sia al corrente di tutto quello che è successo tra noi, ma la sua domanda è come una frecciata dritta nel cuore. Improvvisamente il mio sguardo diventa triste. Paul e Chris si guardano e Paul risponde al mio posto.
<<Lascia perdere, è in crisi da un pò!>>
Lo ringrazio con un sorrisetto. Non ho proprio voglia di parlarne...
<<Ops... Scusa>> replica. Mi sto mordendo le labbra. Non poteva pensare agli affari suoi? Paul poggia la mano sul mio ginocchio. Stranamente ha un espressione dolce, quasi compassionevole. È quasi carino quando si comporta così. Dopo poco comincia a disegnare cerchi con il pollice sul mio leggings. I brividi mi attraversano tutta la colonna vertebrale. Lo guardo imbarazzata. La sua espressione è cambiata: ha il suo solito sorriso malizioso stampato in faccia, quello che di solito mi fa girare la testa, ma non voglio ammetterlo troppo a me stessa. Sembra che gli piaccia farmi sussultare. Continua a guardarmi mentre la sua mano si sposta lungo la mia gamba. È impazzito? Qui davanti a tutti? Mi mordo il labbro inferiore, questa volta non per il nervoso. Ancora una volta pendo da lui. Sembro ipnotizzata. Cerco di riprendermi continuando a mangiare.

Terminata la cena, decidiamo di andare al cinema a vedere Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick. L'attore protagonista è quel figo di Chris Hemsworth. Non mi dispiace vederlo sul grande schermo. Fuori fa freddo, perciò è un'ottima idea stare al chiuso a vedere un film. Il cinema si trova accanto al ristorante. Non c'è molta gente questa sera fortunatamente. Non sopporto molto i luoghi affollati. Nel frattempo ci ha raggiunti Jude che avendo una partita di pallavolo non è potuta venire alla cena. La saluto con un abbraccio ed entriamo al cinema. Cerco di mettermi il più lontano possibile da Paul. Sono certa che se dovessimo stare vicini potremo fare qualcosa di cui ci pentiremmo. Mi siedo accanto a Jude. Le chiedo come va con il suo nuovo ragazzo Lukas. Sembra molto felice. Eravamo parecchio amiche qualche anno fa, quando eravamo vicine di banco, al secondo anno se non ricordo male. Mentre chiacchiero con la mia amica vedo Paul che si dirige verso di me e si siede nella poltrona affianco alla mia. Ottimo. Spero che non succeda nulla. Appena comincia il film mi metto comoda e cerco di ignorare il fatto che Paul sia accanto. Ad un certo punto poggia la mano sul bracciolo della poltrona, rivolta verso l'alto. Poggio sopra la mia e mi stringe. Ancora una volta un brivido mi attraversa. Anche io stringo la sua mano e ci scambiamo le solite coccole. Le nostre dita si intrecciano e si stringono. Non presto attenzione al film, sembra noioso e sono troppo presa a farmi coccolare. Ogni volta che si volta verso di me non posso fare a meno di abbassare lo sguardo. Non riesco a guardarlo negli occhi, credo a causa della situazione che si sta creando. La sua mano mi solletica la coscia. Mi accorgo che sto tremando e che continuo a serrare le labbra, per resistere alle sue carezze senza sussultare. Questa sera voglio provare ad essere coraggiosa, perciò mi giro verso di lui e provo a guardarlo dritto negli occhi.
<<Almeno stasera riesco a vedere i tuoi occhi, brava Candice>> si complimenta. Cos'è una prova di coraggio? Sta testando fin dove può spingersi con me? Sono una ragazza timida, ma orgogliosa, non mollo facilmente. Non saranno due coccole da parte sua e farmi cedere. Questa sua spavalderia è fastidiosa, ma anche eccitante.
<<Hai visto?>> cerco di imitare il suo solito sorriso. Sembra sorpreso dalla mia reazione. Pensava forse che mi sarei nascosta ancora dietro i capelli o quant'altro?
Continua a esplorare la mia coscia, guardandomi negli occhi. Sto utilizzando tutta la mia audacia per non abbassare lo sguardo, per prima. Lentamente si sposta verso l'alto. Il mio respiro aumenta e spalanco gli occhi. Lui è divertito. Sembra si stia prendendo gioco di me. Sono a disagio e non so come reagire. So che è un gioco e che vuole solo vedere fin dove voglio spingermi, ma non ho intenzione di andare oltre a delle semplici coccole e di fargli esplorare ogni parte del mio corpo. Il mio cuore batte forte e resto in attesa, mentre lui continua ad avvicinarsi sempre di più, lì sotto. Non resisto più e faccio un sussulto che lo fa smettere. Se solo avesse provato a toccarmi, gli avrei tirato uno schiaffo talmente forte da farglielo ricordare per lungo tempo. Vorrei che ci fosse Chris accanto a me; improvvisamente ho paura di Paul, di quello che potrebbe farmi perché mi rendo conto che la mia volontà non è più forte come lo era prima e mi lascerei fare ogni cosa. Non avrei mai permesso a nessuno di comportarsi così se con Andrew fosse tutto a posto. Ho permesso a Paul di toccarmi e di giocare così con me. Il mio sguardo è cambiato, ora sprizza rabbia e delusione, nei miei confronti probabilmente. Cerca di riprendermi la mano, ma non glielo permetto. Non voglio più che si avvicini. Mi rende una persona che non sono. Il più delle volte che siamo insieme mi sento a disagio e sono in imbarazzo, ed è frustrante. Finalmente c'è la pausa, significa che il film è più o meno a metà. Ne approfitto per uscire a prendere una boccata d'aria, ne ho bisogno per schiarirmi le idee. Sono confusa da morire e non capisco se Paul stia giocando e si stia divertendo o se faccia sul serio.
Controllo più volte il telefono in speranza che mi arrivi un messaggio di Andrew. Sono pentita di averlo trattato in quel modo oggi pomeriggio al telefono. Forse non se lo meritava. Sto di nuovo cambiando opinione. Oggi volevo che uscisse dalla mia vita e ora invece mi manca e vorrei che fosse qui per salvarmi da Paul. Sento la vibrazione del telefono dalla tasca e mi affretto a prenderlo, rischiando anche di farlo cadere. È un messaggio di Andrew.

Non fare troppo tardi, ti amo da morire.

Fisso il testo e le lacrime scendono. Cosa sto combinando? Come posso tradire la sua fiducia facendomi "consolare" così da Paul? I sensi di colpa mi divorano dall'interno. Vorrei che tutta questa situazione piena di mie incoerenze finisse, sono esausta. Mi asciugo le lacrime e rientro, dopo aver scritto un messaggio di risposta ad Andrew.

Ti amo anche io, vorrei che fossi qui.

***

Non so come sia potuto succedere, ma sono di nuovo persa tra le coccole di Paul. Vorrei non smettesse mai. Questa volta non c'è nulla di troppo malizioso, sono solo carezze sulle mani. Riflettendo meglio sulla nostra situazione, mi rendo conto che non voglio niente di più che un'amicizia da lui. Forse quello che mi sta confondendo è solo un pò di attrazione fisica, niente di più.
Usciamo dal cinema e salutiamo i nostri amici prima di avviarci alla macchina. Mentre camminiamo Paul si rivolge a me: <<Candice, ti è piaciuto?>> sghignazza.
<<Mi è piaciuto che cosa scusa?>> alzo un sopracciglio. Non sono affatto divertita, e poi non è successo proprio niente tra di noi!
<<Il film, cosa sennò?>> mi prende in giro.
<<Idiota!>>
<<Cosa mi sono perso?>> chiede Chris con un'espressione divertita.
<<Niente!>> grido.
Paul continua a ridere mentre Chris cerca di capire cosa è successo. Gli fa tremila domande.
<<Oh, socio, dai dimmi!>> lo supplica. Solitamente lo chiama socio, è un nomignolo che tra maschi si danno spesso. Appena arriviamo alla macchina, tento di salire davanti, ma Paul mi fa mettere dietro.
<<Non sei affatto un gentil l'uomo!>> lo rimprovero.
<<Ringraziando il cielo!>> replica.
Resto sdraiata sul sedile dei passeggeri finché non arriviamo sotto casa mia. Ringrazio Chris del passaggio e mi affretto ad entrare nel vialetto. È mezzanotte e mezza e temo che i miei possano arrabbiarsi.
Nonostante tutto sono molto felice della serata che ho passato con i miei amici, questa notte spero di dormire più serena. Ho capito i miei sentimenti e credo che sia pronta per ricostruire la mia storia con Andrew.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora