Non ho il coraggio di dire a Chris quello che è successo o che stava per succedere. Se lo sapesse Andrew succederebbe l'impossibile. È una cosa che non riesco più a fermare. Penso in continuazione alla voglia che ho di baciare Paul. Non ho scelto io di provare tutto questo, ma ormai ci sono dentro. Dai suoi atteggiamenti sembra che anche lui provi lo stesso per me e ciò non mi aiuta ad ignorare questi pensieri. Sto mettendo in dubbio anche i sentimenti che provo per Andrew. Se lo amassi veramente probabilmente non avrei mai provato nulla per Paul, eppure sono convinta di amarlo. Lo sono sempre stata. È la persona che mi ha ridato la felicità. È stato la mia luce nel buio, anche se ora questa luce sembra essersi affievolita. Decido di chiamare Chris. Ho bisogno di parlare con qualcuno.
<<Pronto? Candice?>> risponde.
<<Hey...>> mormoro al telefono con un filo di voce.
<<Come stai?>> mi chiede. Sembra felice di sentirmi.
<<Così così... e tu?>>
<<Io bene, che succede?>>
Gli racconto dei momenti imbarazzanti di oggi pomeriggio e gli confido quello che credo di provare per Paul.
<<Candy, è normale che tu stia provando tutto questo. Quello in cui hai sempre creduto ti è crollato addosso e Paul ti sta tanto vicino perciò probabilmente era inevitabile che accadesse. Non preoccuparti troppo>> dal tono di voce mi pare stia sorridendo.
Come ogni volta la sua voce mi rassicura e decido di dargli retta. Lo ringrazio per avermi ascoltata. Trascorro la serata a guardare un telefilm e mi addormento al secondo episodio.***
Stamattina appena sveglia non vedevo l'ora di arrivare a lezione. Cerco di non ammettere a me stessa il perché. Saluto Paul con un abbraccio che anche lui ricambia. Mi siedo al mio posto e tiro fuori dalla borsa i libri. Chris non è ancora arrivato. Fa il suo ingresso la professoressa di letteratura italiana e inizia segnando gli assenti sul computer. Intanto arriva Chris. È in ritardo.
<<Ciao>> gli sorrido.
<<Dove mi devo sedere?>> ci chiede.
<<Che domanda è?>> lo guardo perplessa.
<<Sei scemo?>> Paul è sempre molto diretto.
<<Magari volete stare vicini ora che fate i piccioncini o che so io!>> ci prende in giro con tono malizioso. Non lo trovo affatto divertente. Ieri sera fa l'amico perfetto e ora si comporta in così? Mi viene voglia di picchiarlo.
<<Siediti al solito posto!>> sbuffo inacidita. Paul sta sghignazzando nell'angolo dove è seduto. GIn fondo è divertente... ci considera "piccioncini"? Cerco di evitare di credere che tutto questo mi faccia piacere, alimenterebbe i sensi di colpa che già mi attanagliano.
Durante la lezione di filosofia terminiamo di guardare il documentario della scorsa lezione. Durante la pausa mi sono spostata in mezzo ai miei due vicini di banco, dunque sono vicina a Paul. Come l'altro giorno ci coccoliamo tutto il tempo. Gioco con i suoi anelli e continuo ad accarezzare la sua mano. Appoggio la testa sul mio braccio steso lungo il banco. È rilassante da morire. Anche lui ricambia carezzando la mia mano e giocando con i miei bracciali. Ogni volta che mi sfiora mi vengono i brividi. La poggio sulla mia coscia, in modo che la professoressa non si accorga di nulla, soprattutto del fatto che sono persa tra le coccole di Paul e non sto seguendo il film. Si sposta con la mano sulla coscia strappandomi un sussulto. I brividi mi attraversano la schiena. Continua ad andare avanti e indietro. É una sensazione stupenda. Desidero che tutto questo non finisca.
Quando mi riprendo gli sposto immediatamente la mano. Che diavolo sto facendo?
<<Scusami... io...>> sono mortificata e non so cosa dire. Se Andrew sapesse cosa sto combinando mentre lui... mentre lui si diverte con la ragazza "pel di carota".
<<Tranquilla!>> mi rassicura Paul sorridendomi. Sono confusa da morire. Questo tipo di approccio non fa che alimentare quello che provo. Oggi gli parlerò, mentre torniamo a casa dopo la lezione. Non posso andare avanti così. Innanzitutto voglio capire se siamo amici o qualcosa di più e in tal caso decideremo cosa fare. Continuo a pensare ad Andrew. Non mi reputavo una ragazza capace di fare tutto questo alla persona che amo. Sono troppo ferita, probabilmente non c'è più futuro per noi.***
Il suono della campanella risuona nell'istituto. Raccolgo le mie cose velocemente e raggiungo Paul in corridoio che si sta già avviando verso la fermata del bus. Non ho il coraggio di chiedergli di accompagnarmi a casa per parlare. Non ho il coraggio neanche di rivolgergli la parola. Mentre ci dirigiamo fuori dal giardino è preso a scrivere messaggi con il telefono. Vediamo il pullman in lontananza e iniziamo a correre per non perderlo. Corriamo il più veloce possibile. Saliti sul mezzo, abbiamo il fiatone. Ci sediamo al fondo l'uno di fronte all'altro. Cerco di raccogliere tutto il coraggio che ho e comincio a parlargli.
<<Paul... sono confusa...>>.
<< Ancora per il bacio?>> mi chiede.
<<Sì, insomma...>> sono imbarazzata. Non ho mai affrontato discorsi di questo tipo ad alta voce con il diretto interessato.
<<Secondo me potrebbe esserti utile per far chiarezza su quello che provi Candice>> afferma. Mi sta dicendo che baciandolo capirei se mi sto prendendo una cotta per lui e se amo ancora Andrew? Questo lo so già da me. Amo Andrew e ho una cotta per Paul.
<<Non lo so... me ne pentirei di sicuro dopo...>>
<<Ma perché? In fondo è solo un bacio e ti assicuro che nessuno lo verrà a sapere da me.>>
<<Non è quello il problema Paul! Come potrei fare una cosa del genere ad Andrew? Sto soffrendo da morire, mi manca, sono confusa e non faccio che arrovellarmi il cervello dalla mattina alla sera e in più provo questo per te! Sono stanca...>> dico esasperata.
<<Appunto Candice, fidati di me. Ti aiuterebbe e poi secondo te mentre lui se la spassa con la sua nuova amica merita che ti preoccupi così per lui e per la vostra storia? È lui a doversi fare perdonare, non tu!>> ha ragione, non sono io a dovermi preoccupare di tenere in piedi la nostra storia, ma lui.
<<Devo dargliene la possibilità però...>>
<<Ma smettila! Deve cercare lui di riconquistarti senza che tu muova un dito!>> ancora una volta non ha torto.
<<Lo so... allora se dovrà mai succedere qualcosa tra di noi, succederà in maniera naturale. Non voglio forzare nulla>> concludo. Il cuore mi batte al triplo della velocità. Sembra che da un momento all'altro debba uscirmi dal petto. Tra poche fermate dobbiamo scendere perciò mi alzo e mi metto davanti alle porte del bus. Guardo fuori e ho gli occhi lucidi. Paul mi raggiunge. Siamo in silenzio entrambi. Ci guardiamo e ci scambiamo dei sorrisi imbarazzati.
Voglio dirgli che è meglio lasciare tutto come è, senza creare altri problemi. Cambio idea in maniera talmente rapida che ormai non sto dietro ai miei sbalzi di umore nemmeno io.
<<Paul...>> prima che potessi dire qualunque cosa, mi ritrovo ad un centimetro di distanza da lui, o forse meno. Il calore mi sale alla testa. I brividi mi percorrono lungo la schiena. Non ci penso due volte e poso le mie labbra sulle sue, come se ci fosse una sorta di calamita che mi ha attratta. So che questo è l'errore più imperdonabile che potessi commettere. So che è sbagliato, ma è indescrivibile. Le sue labbra sono morbide e accarezzano le mie. Tutto ciò che c'è intorno sparisce, tutto tace. Sento solo il suo respiro. Ho desiderato questo bacio per giorni e con tutto il cuore. Quando si stacca da me, lo fisso mordendomi le labbra. Il mio respiro è ancora affannato. Sono decisamente a disagio. Sento caldo, ovunque, nel mio corpo. Mi guardo intorno e sono in imbarazzo.
<<Ma proprio qui dovevi farlo?!>> gli grido.
<<Che ne so, tu me l'hai servito su un "piatto d'argento". Non è che ci ho pensato...>> si giustifica. <<Come è stato?>> mi chiede.
<<Ehm... è come se avessi la febbre!>> dico con voce stridula. Mi accorgo dopo di quello che ho detto, però in effetti è così che mi sento. Ho caldo e ho freddo. Ho ancora il batticuore e continuo a sorridere come un'ebete.
Scendiamo dal bus, alla fermata vicino a casa mia. Paul mi chiede se aspetto con lui che arrivi l'altro che lo porterà a casa. Decido di rimanere, anche perché è l'unica cosa che voglio in questo momento. La situazione è imbarazzante da morire, continuiamo a guardarci e a ridere come due scemi. Non ci siamo dati un bacio vero e proprio insomma, è stato una storta di bacio a stampo.
Ogni volta che Paul si avvicina a me, io mi allontano.
<<Ma ti faccio così paura?>> mi chiede. È a disagio. In realtà ho paura che voglia baciarmi davvero e non so neanche io il perché dato che non mi dispiacerebbe.
<<Non lo so...>> rispondo. Sono in estrema difficoltà. Non vedo l'ora che arrivi il bus a salvarmi.
<<Quindi ora... siamo apposto no? Insomma basta così... giusto?>> sembra volermi chiedere qualcosa.
<<Sì, basta così...>> mento.
<<Sicura?>> mi chiede di nuovo.
<<Sono sicura!>> rido. Pare che le situazioni imbarazzanti con Paul siano diventati routine. Finalmente arriva il bus. Paul mi saluta da lontano e sale. Mi guarda dal finestrino con un'espressione divertita e incredula per quello che è successo. Ricambio il saluto e mi affretto a dirigermi verso casa.
<<Quando lo dirò a Chris mi ucciderà...>> penso ad alta voce.
Che disastro ho combinato...
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SAVE ME, if I become my demons
Teen Fiction[L'INTERA STORIA È IN REVISIONE]"Siete mai stati traditi dalla persona che amate di più al mondo? Avete mai confuso l'amicizia con l'amore?" Questa è la storia di Candice, una liceale confusa e insicura con un passato tenebroso da raccontare. La s...