Capitolo 14

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Stranamente apro gli occhi prima che la sveglia suoni. Sono le sei. Decido di alzarmi nonostante sia presto. Mentre faccio la doccia ripenso a ieri pomeriggio. È un boccone che farò fatica a mandare giù... ma non importa, posso farcela. Io sono io e lui è lui, sono certa che avrò la forza di proseguire da sola. Alle sette e mezzo sono già pronta. Mi siedo al tavolo e sorseggio un caffè mentre controllo i messaggi sul cellulare: ce n'è sono due di Andrew e uno di Antony. Antony? Cosa vorrà mai da me? E come fa ad avere il mio numero?

Ciao Candice. Volevo chiederti se possiamo vederci. Ho delle cose da riferirti.

Cosa mi dovrà dire? Penso subito alla storia con Andrew. Mi dovrà parlare certamente di quello. In ogni caso non mi costa niente perciò gli mando una risposta affermativa.

Va bene. Oggi pomeriggio? Ci vediamo alla caffetteria accanto alla mia scuola. Alle 17.

Sono davvero curiosa. Vorrei cancellare i messaggi di Andrew ma decido di guardarli.

Spero che tu non stia troppo male.

Ricordati che ti amo.

Sono scocciata. Vorrei poter leggere questi messaggi in un'altra situazione, li apprezzerei di più. Non merita una mi risposta, perciò faccio finta di ignorarlo.
Saluto mia madre che questa mattina mi ha preparato una colazione con i fiocchi ed esco di casa. Oggi posso usare la macchina di papà, lui non sta bene e perciò si assenterà dal lavoro. Meglio così. Mi sento figa ad andare a scuola con la mia macchina. Aspetto Lucah sotto nel garage. È sempre in ritardo, ovviamente. Quando arriva sale in macchina e partiamo. Fa apprezzamenti sul nuovo SUV FORD di mio padre tutto il tragitto. Non amo molto questo tipo di auto, preferisco quelle sportive. Siamo in ritardo perciò dopo aver parcheggiato la macchina con la giusta attenzione donde evitare che mio padre mi uccida a causa di qualche graffio accidentale, corriamo in classe.
Piombiamo in aula mentre la professoressa di letteratura ha già cominciato la lezione. Ci fa notare che sono le otto e uno del mattino e che siamo in ritardo perciò lo segna sul registro. Lucah impreca contro di lei mentre è girata al computer. Per un minuto di ritardo mi sono presa anche la segnalazione. Poteva andare peggio... non ho ancora fatto danni all'auto di mio padre. Mi mette ansia con tutte le raccomandazioni che mi fa quando mi presta la macchina. E poi, anche se succedesse qualcosa, si è assicurato per qualsiasi danno possa capitare alla sua cara automobile.
Mi siedo al mio posto e saluto Chris e Paul. Apro il libro e cerco i sintonizzarmi con quello che sta leggendo la professoressa. Passo la lezione a fare segni senza senso accanto ai testi di Primo Levi. Chris mi da una gomitata per attirare la mia attenzione.
<<Ahia! Sei impazzito?>> dico. Ci viene da ridere ad entrambi, ma ci tratteniamo. Mi basta già la segnalazione del ritardo.
<<Stai bene?>> mi chiede.
Rispondo facendo spallucce e un'espressione rassegnata. Nell'intervallo entrambi i miei compagni di banco mi danno un abbraccio. Sono contenta che ci siano loro accanto a me. Mi fanno sorridere per cinque ore della mia giornata, almeno. Oggi Paul è entusiasta. Ci comunica che tra tre settimane va a Londra per assistere ad un torneo di tennis di alcuni campioni che gli piacciono. Mi piacerebbe andare con lui, per staccare dalla mia vita. Tra tre settimane potrebbe essere cambiato tutto, o potrebbe non essere cambiato niente. Spero di stare meglio di come sto oggi, almeno.
Durante l'ora di chimica penso ad Andrew. Come è potuta succedere una cosa del genere proprio a noi? Ho sempre pensato che fossimo la coppia perfetta e che le cose si fanno in due, perciò se siamo arrivati a questo punto doveva esserci già prima qualcosa che non andava tra noi. Ma cosa? Ho sempre cercato di essere una fidanzata impeccabile. Ho assecondato tutte le sue decisioni. Forse mi sarei dovuta imporre di più con lui o forse avrei dovuto essere più presente ultimamente, nonostante gli impegni scolastici. Provo ad immaginare la scena in cui bacia quella cretina "pel di carota". Mi viene la nausea. Mi mordo il labbro e stringo i pugni. Non posso sopportare tutto questo, proprio non posso. Mi accorgo troppo tardi che le mie lacrime stanno bagnando il libro.
<<Candice dai vieni tu alla lavagna. Facciamo un esercizio>> dice la docente di chimica. Proprio adesso? Non stavo neanche seguendo. La guardo con un'espressione di supplica, non voglio andare alla lavagna in questo stato.
<<Candice, cosa ti prende?>> 

Ottimo. Ora mi guardano tutti. Vorrei sprofondare. Perché mi sono messa a piangere durante la lezione?

Paul si alza di colpo e rivolge le mani verso alto. <<Vengo io!>> urla soddisfatto. 

Lo ha fatto per salvarmi dalla figuraccia che ho appena fatto? Gli sono infinitamente grata. Chris mi accarezza la schiena per consolarmi. Cerco di calmarmi e mi asciugo le lacrime. Ho il batticuore per questa maledetta situazione imbarazzante. Paul risolve l'esercizio e torna a posto. La professoressa si complimenta con lui, che si siede vantandosi con Chris. Lo ringrazio per avermi evitato la figuraccia. Mi fa il pollice e sorride. È proprio un buffone. Lui stesso se lo dice da solo e ne va fiero. È fuori di testa, ma è divertente da morire.

Rimango triste tutta la lezione. Chris cerca di rassicurarmi dicendomi che andrà tutto bene. Mi scrive sul libro "Candice ridi che sei bella" e io sorrido. Lo ringrazio con un cuoricino sul banco. Mentre parliamo di cosa possiamo fare sabato sera per farmi distrarre si gira di scatto verso Paul. Non capisco la reazione e li osservo confusa. 

<<Paul, la smetti di farmi piedino?!>> grida Chris in tono ironico. 

<<Oh, cosa devo farci se ho le gambe lunghe?!>> replica Paul. 

Restiamo tutti in silenzio per due secondi, dopo di che scoppio a ridere. La mia risata attira l'attenzione di tutti i compagni e anche della professoressa che mi osserva stupefatta dato che cinque minuti fa stavo piangendo. Mi scendono le lacrime, a causa delle risa questa volta. Chris e Paul sorridono ma non capiscono la mia reazione esagerata.
Il banco per Paul è troppo piccolo. Solitamente lui è seduto con la schiena poggiata al muro e le gambe lunghe che passano sotto la sedia di Chris e arrivano fino a me. Questa volta senza accorgersene stava accarezzando i piedi di Chris che ha pensato gli stesse facendo "piedino", una mossa sexy per provocare un uomo. Non la smetto di ridere per dieci minuti.

***

Suona la campanella ed esco dall'aula velocemente. Saluto Chris e Paul e li ringrazio per le risate di oggi. Se non ci fossero loro sarebbe tutto ancora più grigio. Chris mi fa cenno che mi chiamerà stasera. Sono felice, così gli racconterò dell'incontro con Antony.
Oggi siamo usciti con un'ora di anticipo perché manca la professoressa di filosofia. Studia all'università psicologia per prendere la seconda laurea e oggi aveva un'esame. Prendo la macchina e volo a casa per studiare dato che alle 17 ho un appuntamento.  Devo studiare storia, tra una settimana ci sarà il test orale. Devo preparare la prima guerra mondiale perciò ho un programma lungo da studiare, ma ce la farò. Sono solo le dodici e mezzo. Metto la sveglia sul telefono e comincio.
Alle diciassette meno dieci sento il suono del telefono. Ero talmente immersa nello studio che non mi sono accorta che è già buio. Ho studiato più di metà delle pagine assegnate per questo test. Sono molto soddisfatta. Chiudo storia e prendo la giacca. Devo sbrigarmi, sono in ritardo.
Mia madre mi chiede dove vado e se ho studiato abbastanza. Invento che devo vedermi con Dave. Le dico che ho studiato più di metà pagine del programma previsto, con un sorrisetto soddisfatto. Si rassegna e mi lascia uscire raccomandandosi di non fare tardi. Prometto che tornerò in tempo per cena, saluto il mio cane ed esco. In macchina sono agitata, ho paura di quello che potrei scoprire a questo appuntamento. Intanto canticchio una canzone di Justin Bieber che hanno messo alla radio. Il ritornello dice "What do you mean?". Non mi è mai piaciuto come cantante, ma questa musica è orecchiabile.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora