Capitolo 18

677 28 0
                                    

Mentre torniamo a casa mi ricordo che a scuola, i rappresentanti hanno il compito di raccogliere tutti gli attestati del diploma della scuola media e io e Paul non abbiamo ancora ritirato il nostro. Chiacchierando con lui ho scoperto che abbiamo frequentato la stessa sede perciò ci avviamo insieme a ritirale gli attestati dato che siamo di strada. Quando arriviamo alla segreteria della scuola sono davvero sorpresa di ritrovarla com'era quando la frequentavo, non è cambiato niente. Questo posto è stato il luogo in cui ho sperimentato paura, dolore e solitudine. Mi sento quasi a disagio ed è come se mi stesse per succedere qualcosa di brutto. Le mura in cui ci troviamo quasi quasi mi soffocano. Sono morta e rinata tantissime volte qui dentro. 

Quando entriamo un'impiegata anziana e scorbutica ci chiede i documenti. È orribile, sembra un strega. Io e Paul la prendiamo in giro e a stento tratteniamo le risate. 

Ritirati i diplomi, usciamo e finalmente ritorno a respirare. Non voglio mai più tornarci in questa maledetta scuola. La odio. Ovviamente Paul, vedendo il mio diploma, si prende gioco del voto che ho preso all'esame. Sono uscita solo con sufficiente. In effetti è un voto terribile, ma non ero affatto brava a scuola quando ero più piccola. Avevo tante cose di cui occuparmi, ma non riuscivo a liberarmi dei miei problemi, perciò non potevo concentrarmi, come avrei dovuto, sullo studio. Non do peso alle stupidaggini di Paul e ci avviamo verso casa. 

«Eh dai, Candice! Fai un sorriso! Sei sempre così triste!» 

«Ma non è vero...», invece lo è, eccome. Sono stufa di essere sempre così giù di morale.

«Si che lo è! Dobbiamo organizzare qualche serata per uscire, hai bisogno di distrarti.»

Paul ha ragione, magari potrei uscire un sabato sera magari. Non esco mai. Mi farebbe bene anche risentire qualche mia vecchia amica, probabilmente.

<<Candice, guarda questo ragazzo... che dici?>> mi chiede esultante. 

Mi mostra sul suo iPhone una foto di un ragazzo. Un bel ragazzo. 

<<Ehm, è molto carino, davvero>> rispondo. 

<<Perfetto, gli do il tuo numero!>> sta saltellando. 

Come sarebbe a dire che gli dà il mio numero? Questa sarebbe la sua idea per distrarmi?

<<Scusa?! No! Tu non gli darai proprio nulla!>> grido. È pazzo? Cosa penserebbe Andrew? Non potrei mai fargli una cosa del genere! 

Mi torna in mente tutta la situazione in cui ci troviamo... forse non dovrei pensare a lui dopo tutto.

<<Dai! Ci parli solo... che ti costa?>> mi supplica. 

<<No Paul, non posso. È davvero un ragazzo bellissimo, ma io sono ancora fidanzata...>> cerco di giustificarmi. Mentre sto parlando, Paul attiva il microfono di WhatsApp e manda un messaggio vocale al ragazzo della foto. 

<<Ehi Noah, come va? Qua c'è una mia amica che dice sei proprio un bel ragazzo!>> manda il vocale mentre ride e mi prende in giro. 

Mi sento svenire. È impazzito? Come se non bastasse, ora mi punta l'iPhone e mi chiede di salutare il suo amico Noah, mentre sghignazza. Divento tutta rossa in faccia e sto zitta. Ho voglia di ucciderlo. Quando smette la registrazione tento di picchiarlo. 

<<Paul ma sei impazzito? Come hai potuto fare una cosa del genere?! Ma poi chi diavolo è questo Noah?>> sono arrabbiata e divertita allo stesso tempo.
<<È uno dei miei più cari amici Candy! Oh guarda ha risposto! Chiede se ho una tua foto>> dice soddisfatto. Una mia foto? La situazione sta degenerando e la cosa terribile è che io non ho voce in capitolo! Sto gridando da mezz'ora, ma Paul continua a fare quello che vuole.

<<Paul non mandargli nessuna foto! Ti prego! Che figuraccia mi stai facendo fare?!>>

<<Lasciami fare Candice, dai retta a me. Vedrai che risolverò tutti i tuoi problemi!>> mi rassicura. Non posso credere che stia succedendo davvero. Dato che so che Paul non mi darà ascolto non mi resta che stare al gioco.

<<Va bene, ma mandagliene una in cui sono carina almeno>> sbuffo. 

<<Ma palese! Anzi salutalo! Di qualcosa!>> mi punta di nuovo il telefono per registrare un messaggio vocale. 

<<C-Ciao Noah...>> balbetto. Mi sta facendo vergognare da morire. 

Mi vergogno tramite un telefono? Pensa se lo incontrassi veramente. Dopo la figura che Paul mi ha fatto fare potrei morire. Appena gli manda la foto aspettiamo la risposta.

Sto davvero aspettando la risposta? Che diavolo mi importa?

<<Candice ha risposto! Dice... "Paul o ci provi te, o vengo io ok?">>

Eh?

Ora svengo. Cosa ha detto? Era un complimento? Sono scioccata.
Erano ormai anni che non mi trovavo in situazioni del genere. Però, insomma, è divertente. Sto ridendo e non sto pensando ad Andrew e a quanto sto male ogni giorno. Forse ha ragione Paul, dovrei distrarmi. 

<<Ma che vuol dire? È un complimento? Dai Paul mi vergogno!>> cinguetto e arrossisco.

<<Candice, ti mando un messaggio con il suo numero! Tu fanne ciò che vuoi, però io te lo mando! Fidati che sia tu che lui avete bisogno di distrarvi!>> cerca di convincermi.

Beh, in fondo non sto facendo nulla di male. Annuisco alzando gli occhi al cielo. Paul è felice come se avesse combinato un matrimonio. Arriviamo a casa mia e mi saluta, raccomandandosi di scrivere a Noah. Questo ragazzo è un uragano. Lo ringrazio per avermi risollevato il morale e salgo a casa. Devo studiare storia perciò mi metto subito sui libri.

***

Questa sera la passo al telefono con Chris. Dice di stare bene anche se non credo sia la verità. Parliamo anche della partita di pallavolo di domani. Ci scontriamo contro una classe quarta, non dovrebbe essere una partita impegnativa. Ho praticato pallavolo per moltissimi anni e amo da morire questo sport. Non vedo l'ora! Ci siamo allenati molto a scuola, mi aspetto una buona performance. Racconto a Chris del pomeriggio con Paul e di Noah. Non gli ho scritto ancora alcun messaggio e non credo proprio che lo farò. Chris lo conosce, ma non nutre molta simpatia nei suoi confronti. Rivelo a Chris anche  che Paul mi ha raccontato del suo passato e che io ho ricambiato raccontando di me.
<<Chris, un giorno mi piacerebbe raccontare un po' di me stessa anche a te... per farti capire come sono realmente e perché sono così... forse comprenderesti meglio certi miei atteggiamenti che ora ti sembrano stupidi.>>

<<Candice, quando sarà il momento e quando ti sentirai pronta io sarò qui ad ascoltarti. Non sentirti forzata>> ha un tono gentile. Adoro parlare con Chris, mi rasserena. Rimaniamo a chiacchierare fino a tardi. Quando riattacco mi giro e mi rigiro nel letto pensando alla giornata splendida che ho trascorso, nonostante le lacrime a scuola. A dire il vero i complimenti di Noah mi hanno fatto piacere. Magari potrei riflettere se parlare con lui o meno. Una chiacchierata non ha mai ucciso nessuno, no? Non vedo l'ora che sia domani per vedere i miei compagni di banco e per giocare a pallavolo con loro.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora