Capitolo 8

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A lezione sono pensierosa tutto il tempo. Cerco delle parole da dire oggi ad Andrew ma non mi viene in mente niente, perché forse non sta succedendo niente. Cerco di stare attenta alla spiegazione di matematica ma proprio non ci riesco. Nella pausa Chris e Paul mi portano a fare un giro fuori e riescono a farmi tornare il buono umore. Mi invitano anche ad andare a pranzo con loro domani. Perché no? Sono certa che dopo questo pomeriggio ne avrò bisogno. Quando torniamo in classe mi sento più rilassata.

Fa il suo ingresso il nuovo professore di storia dell'arte così purtroppo le ore libere sono finite. È una persona strana. Entra mentre urla "buongiorno" facendoci così saltare dalla sedia. Mentre fa la sua presentazione ci racconta di come è riuscito ad arrivare qui e di qualche concorso a cui ha partecipato classificandosi tra i primi nella lista. È un uomo giovane, penso sulla quarantina. Porta delle sneakers dell'Adidas, dei jeans scuri attillati e un maglioncino viola. Dallo scollo fuoriesce il colletto bianco della camicia e un papillon a pois. Insomma è davvero bizzarro. È magro e basso. Parliamo tutta l'ora di lezione della sua carriera e del programma di quest'anno. Paul e Chris lo prendono insinuando che secondo loro è gay. Sono due stupidi! E poi anche se fosse? Sarà sicuramente un professore che farà parlare di sé.
Alla fine della mattina saluto Paul e Chris e chiedo a Luca se può darmi un passaggio fino a casa. Oggi non ho voglia oggi di tornare a piedi. Dopo scuola va sempre a mangiare dalla nonna perciò non torna a casa prima delle tre, ma questa volta mi concede il passaggio. In macchina con noi c'è anche Ralph; lo accompagniamo alla stazione poiché abita in una cittadina abbastanza distante dalla scuola, dopodiché ci dirigiamo a casa mia.
«Grazie del passaggio» lo bacio sulla guancia.
«Figurati. A domani.»

***

Dato che sono a casa da sola e non ho per niente fame decido di portare il cane a fare una passeggiata. Mi sento terribilmente triste perché ho l'impressione che stia per succede qualcosa di terribile. Oggi è una giornata grigia. Fa anche freddo perciò il tempo non aiuta a farmi tornare il buon umore.
Alle tre del pomeriggio finalmente arriva Andrew. Appena entra dalla porta non posso trattenere un sorriso. Mi viene spontaneo. Gli chiedo se ha voglia di fare un giro e lui annuisce prendendomi per mano. Passeggiamo sulla strada al di fuori del vialetto sotto casa e io non riesco ad iniziare nessun discorso. Non mi viene in mente niente da dire. Oggi il silenzio tra di noi sembra essere più pesante. Sento come se avessi un macigno addosso.

È chiaro che c'è qualcosa che non va tra di noi. Prendo fiato e finalmente mi decido ad iniziare la conversazione che ho meditato per tutta la mattina.

«Senti... ultimamente sei davvero più freddo del solito. Io mi sento sola, trascurata e vedo chiaramente che c'è qualcosa che non va. C'è sempre stato un muro tra noi ma ora è sempre più alto. Sento che tu ti stai allontanando. Vedo che stai male ma non vuoi dirmi cosa ti prende. Vedo che sei confuso. Vorrei sapere, per favore, cos'hai.»

Lui non risponde. Sembra turbato, triste. Continua a stare in silenzio e io non sopporto più questa situazione.

«Andrew, cazzo, parla. Ora mi guardi negli occhi e mi dici cosa diavolo c'è che non va. Che cazzo ti prende? Mi hai detto che ti stai stufando di me. Cosa vuol dire ? Non capisco! Sono stufa dei tuoi silenzi. Non ne posso più. Parla.» grido mentre le lacrime scendono sul mio viso, senza che io lo voglia.

Non so dove io abbia trovato la forza per dire tutto questo, ma sono troppo arrabbiata per pensarci. Sono quattro anni che sopporto i suoi silenzi. Ora basta.

«Non ho niente.»

L'ennesimo non ho niente. Mi giro e comincio a camminare velocemente verso casa. Forse mi aspetto che mi rincorra e finalmente mi dica cosa lo tormenta o forse voglio solo andarmene per non sentire più la sua maledetta voce che ripete "non ho niente".

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora