Capitolo 28

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Oggi il mio umore è di nuovo cambiato. Ieri ero felice per quello che è successo, mentre ora sono giù di morale. Abbiamo due ore libere dato che il professore di matematica ha dovuto accompagnare ad una gita una classe del liceo. Sono appoggiata al muro del corridoio, fuori dalla classe, con la musica nelle orecchie. Le note di Wildest Dream mi fanno pensare a Paul. Lo vedo correre avanti e indietro nel corridoio mentre fa il cretino con Sally e Jude. Faccio un sospiro. Devo cercare di non pensare troppo a lui.
<<Sveglia, Candice!>> mi fa sussultare Chris.
<<Che c'è?>> rispondo nervosa. Non posso mai stare tranquilla, da sola!
<<Ma che hai? Sei sempre triste. Facciamo un giro?>>
<<Sì, dai>> metto via le cuffie.
Ci raggiunge Beth mentre saliamo le scale del padiglione in cui si trova la nostra aula. L'istituto è diviso in due padiglioni. Il nostro è quello più piccolo nonostante ci sia un auditorium grande e ben allestito.
Stanno organizzando un'uscita per domani sera. <<Perché non vieni anche tu Candice?>> mi chiede Beth.
<<Va bene, dove avete intenzione di andare?>> chiedo. Ho voglia di uscire e spero ci sia anche Paul.
<<Decidiamo domani>> risponde Chris. Un giorno mi ha raccontato che solitamente scelgono dove trascorrere le serate sempre all'ultimo. In effetti poco importa dove si va, basta stare insieme.
Saliti al piano di sopra, prendiamo un caffè alla macchinetta accanto all'aula informatica. Mentre Chris e Beth chiacchierano, io occupo il tempo con il mio telefono. Quando la campanella del cambio d'ora suona decidiamo di scendere al piano di sotto. Abbiamo ancora un'ora per rilassarci prima della lezione di storia. Ho voglia di rimettermi le cuffie e di non pensare più a nulla. Corro giù per le scale e giro l'angolo per arrivare nella mia aula. Di sicuro saranno tutti in giro per l'istituto a cazzeggiare, perciò posso stare tranquilla. Immediatamente sbatto con Paul che stava correndo nella direzione opposta alla mia. Resto immobile, di fronte a lui. Anche lui non dice nulla. Solitamente mi avrebbe presa in giro e mi avrebbe detto "Candice, sei ubriaca che non guardi dove vai?" o qualcosa del genere. Il mio respiro aumenta. Sembra che stia per dire qualcosa, ma poi abbassa lo sguardo e mi supera, dirigendosi verso l'uscita. Che atteggiamento è questo? Non mi ha chiesto neanche scusa! Era lui quello che stava correndo come un matto e mi è venuto addosso. Non è che mi sta evitando? Forse dopo quello che stava per succedere ieri, ora vuole prendere le distanze... forse sarebbe la cosa più giusta per noi. Sembrava che non ci avesse dato peso al bacio che stava per succedere. Avevo timore che le cose tra noi potessero cambiare, ma non ne ero sicura. Me ne pentirò, ma decido di uscire in giardino. Voglio capire se Paul ce l'ha con me. Corro verso l'uscita e mi guardo intorno. Vedo Paul in lontananza seduto sulla ringhiera del vialetto che porta alla palestra. Con lui ci sono Sally, Jude, Chris, Beth e Mary. Li raggiungo e mi appoggio al muretto, di fronte Sally e Paul. Parlano di cosa faranno a Capodanno. Non mi ero accorta di quanto fossero vicine le vacanze natalizie. Squadro Paul dalla testa ai piedi. Sembra sia di buon umore. Ad un certo punto mi guarda e alza un sopracciglio. Ha un'espressione impertinente. Gli spunta un sorrisetto malizioso e poi mi manda due baci, per poi ristamparsi in faccia quel sorrisetto, da stronzo. Si sta prendendo gioco di me? Cerco di ignorarlo, ma lui continua a prendermi in giro facendomi facce strane. È proprio un'idiota. Si sta prendendo gioco di quello che provo. Trovo che sia davvero infantile. Chiacchiero con Jude così non devo sopportare Paul che mi tortura da lontano. Quando suona la campanella torniamo in classe per l'ultima ora di lezione della giornata. Per far passare più in fretta il tempo disegno cuori sul libro di storia di Chris. Ho dimenticato il mio a casa, perciò seguo con lui, sul suo.
<<Candice, domani sera devi esserci!>> si raccomanda.
<<Sì, cercherò di uscire, promesso. Grazie per l'invito>> sussurro.
<<Sei una di noi ormai>> mi sorride. Mi fa piacere che mi considerino parte del gruppo. Nonostante le difficoltà in cui sono immersa non mi sento poi tanto sola.
<<Sì... ne sono felice. Ti...>> mi fermo. Mi sento in imbarazzo. Voglio dirgli che gli voglio bene, ma mi si è seccata la gola e la voce è rauca. Cerco di schiarirla e di finire la frase.
<<Insomma... ti voglio...>> niente da fare. Oggi non mi escono le parole. È così difficile dire un "ti voglio bene" ad alta voce? Chris ridacchia e mi fa notare che sono tutta rossa in viso. Che vergogna, ma perché finisco sempre in queste situazioni?
<<Dai, hai capito! Smettila di ridere di me!>> sto ridendo anche io.
<<No, non ho capito. Cosa vuoi dirmi?>> ha un espressione di sfida sebbene ironica. Ma perché sia lui che Paul amano complicarmi ogni cosa?
<<Chris, ma sei stronzo!>> prendo fiato e cerco di finire la frase:<< Ti voglio bene... volevo dirti che ti voglio bene...>> non posso crederci di averlo ripetuto due volte. Sembra che sia appena scesa dal patibolo. Tiro un sospiro di sollievo. Lui continua a ridacchiare e a prendermi in giro.
<<Anche io, Candice>> è tenero. Mi stampo un sorriso sul viso. Non dicevo questa frase a qualcuno da quando ero bambina, credo. Sono davvero felice di avere un amico come Chris al mio fianco. Ne ho un bisogno enorme.

***

Sto camminando verso casa mia, con Paul e Sally. Io e Sally abitiamo di fronte, mentre Paul è sempre dalle nostre parti per andare a prendere suo fratello a scuola. Accompagniamo Sally a casa e poi Paul mi chiede di fargli compagnia mentre aspetta che i bambini escano.
<<Candice, allora? Ti sono passate le paturnie che avevi ieri?>> mi chiede.
<<Quali paturnie, scusa?>>
<<Ti ricordo che stavi per baciarmi!>> mi guarda malizioso.
<<Grazie per avermelo ricordato...>> gli faccio notare quanto è crudele.
<<Cosa vuoi fare, in proposito?>> sembra interessato. Prima a scuola mi evita e mi prende in giro, e ora si interessa? I suoi sbalzi di umore mi faranno ammattire.
<<Niente, cosa vuoi che faccia? Fortunatamente non è successo nulla...>> mento. Fortunatamente? Lo bacerei adesso, qui, in mezzo alla strada.
<<Ora che me lo hai messo in testa, sarei curioso di sapere com'è baciarti...>>
Non l'ha detto sul serio?! Spero di non essere diventata rossa in faccia, anzi viola. Lo guardo stupita.
<<Non avrei mai immaginato che una come te, potesse aver voglia di darmi un bacio>> è schietto.
<<Una come me?>> chiedo. Che significa?
<<Sì, insomma... in classe mi farebbero una statua se saprebbero che ti ho baciata>> sghignazza. Come sarebbe a dire una statua? Hanno questa considerazione di me? Mi viene da ridere. Non so cosa rispondere. Mi accorgo che non ho neanche il coraggio di guardarlo negli occhi, è troppo imbarazzante tutto questo. Mi limito a sorridere.
<<Quindi, nulla, insomma... niente...?>> è in imbarazzo anche lui e non sa bene cosa dirmi.
<<No, niente...>> rispondo con un un filo di voce.
<<Ok... quindi, ci vediamo domani?>>
Lo sto respingendo nonostante voglia stare insieme a lui, ora. È dura da ammettere, ma è la verità. Ho paura delle conseguenze perciò forse è meglio lasciare tutto come è.
<<Sì... a domani...>> lo saluto. Come fa a non capire che in realtà vorrei dirgli di non andarsene?
<<Sì... allora... ciao>> sta per girarsi e andarsene.
<<Ciao>> mi congedo. Non posso crederci. Ho buttato via la mia occasione. Il pensiero di Andrew mi attraversa la mente. Se fosse successo qualcosa con Paul, come glielo avrei spiegato? Mi convinco che è un bene che mi sia trattenuta. Mi dirigo verso il vialetto di casa. Mi giro in continuazione per guardare Paul che si sta sempre più allontanando. Rido da sola pensando a quello che è appena successo. È assurdo, però mi sento felice. È piacevole questa situazione. In confronto a quello che ha fatto Andrew, io non sto facendo nulla di male, ancora. Mi giro un'ultima volta e mi sta guardando anche lui.
<<Allora sei proprio sicura?>> mi grida da lontano. Ma è pazzo? Vuole baciarmi a tutti i costi anche lui? Scoppio a ridere.
<<Sicurissima!>> urlo in tono ironico. Traspare dal mio "sicurissima" che sto mentendo. Ride anche lui e continua per la sua strada. Oggi sono riuscita a mettere in imbarazzo il grande Paul, spavaldo è sicuro di sé e che non si vergogna mai di nulla; ho compiuto l'impossibile insomma. Mi chiedo perché non sia corso indietro verso di me, come succede nei film...!

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora