Capitolo 32

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Questa mattina mi alzo con un mal di testa allucinante. Mi gira tutto, tuttavia mi preparo per andare a lezione, come ogni mattina. Non intendo stare a casa, ho voglia di vedere i miei compagni di banco. Approfitto come sempre del fatto che Lucah va a scuola in macchina e raggiungiamo l'istituto. Appena entro nel padiglione Paul mi corre incontro.
<<Candice, come stai?>> mi chiede.
<<Ancora confusa, ma credo meglio di ieri>>
Mi osserva come se fosse un dottore e mi stesse visitando. Amo le sue premure, vorrei che fosse sempre così, ma so che tra poco tornerà a fare lo sbruffone o l'arrogante.
<<Ciao Chris>>
<<Ehy Candy, stai bene?>> sorride.
<<Sì, molto meglio grazie>>.
Che bello che qualcuno si preoccupi per me. Succede spesso che Chris mi domandi se va tutto bene, mi manda anche vari messaggi durante il giorno per chiedermelo. Mi fa sentire importante. Durante la lezione di fisica penso alla giornata di ieri. Cominciano a tornarmi in mente i vari momenti prima della sbronza che mi ha fatta vomitare sull'asfalto, tra le braccia di Paul. Ricordo che uscita da scuola, dopo che mi ha martoriata durante matematica, Emma mi ha chiamata chiedendomi di andare da lei e soprattutto mi ha parlato del fatto che il suo mister di pallavolo starebbe cercando un libero per la sua squadra. Oggi andrò a fare il primo allenamento, insomma un provino. Non ricordo bene cosa abbiamo bevuto, giocavamo con vari alcolici colorati e abbiamo mischiato un po' di questi. Sono scesa di casa sua quando è arrivato un suo amico e si sono chiusi in camera. Mi sentivo di troppo perciò ho preso la macchina e sono tornata a casa.
Poggio la testa sul banco e mi si chiudono gli occhi. Sono stanca e non mi sono ancora ripresa: la testa non smette di pulsare.
<<Young, ti senti bene?>> la voce del docente di fisica risuona in tutta l'aula.
<<N-Non molto...>> rispondo mortificata.
<<Hai bisogno di fare un giro?>> dal suo tono traspare che è infastidito. Mi dispiace non seguire la sua lezione che sicuramente sarà interessante, ma proprio non sono in forma.
<<No! Sto bene qui>> sbotto. Non so come mi siano uscite le parole. Oggi sono nervosa e tutto mi infastidisce.
<<Perfetto, allora segui!>> ha un tono di minaccia. Che seccatura. Paul sghignazza, mentre Chris mi osserva incredulo.
La giornata termina in fretta e l'allenamento di pallavolo durante educazione fisica mi ridà la voglia di sorridere e le energie per affrontare la giornata. Questa sera uscirò con i miei compagni e non vedo l'ora.

***

Terminato l'allenamento con Emma torno di fretta a casa a prepararmi per stasera. Sono emozionata, è tanto che non esco il sabato. Devo ancora pensare a cosa mettere. Controllo il telefono e trovo dieci chiamate perse di Andrew. Metto il telefono in borsa siccome non ho intenzione di richiamarlo, ma comincia a squillare. È lui. Decido di rispondere, sono troppo curiosa di sapere il motivo delle sue numerose chiamate.
<<Pronto?>> la mia voce è timorosa.
<<Dove diavolo sei?>> grida. Resto un attimo in silenzio, ma poi realizzo il tono con cui mi ha risposto.
<<Non sono affari tuoi! E poi come ti permetti ad urlare al telefono in questo modo?>>
<<Ti ho chiamata tutto il pomeriggio, potevi almeno avvisarmi!>> continua a gridare.
<<Avvisarti? Non sei nessuno per pretendere di sapere ogni mio spostamento!>>.
Non capisco questa mania di farmi la predica. Lo fanno quasi tutte le persone che mi circondano ultimamente.
<<Mi sono solo preoccupato...>> è tornato calmo.
<<Devi dirmi qualcosa? In caso contrario riattacco che ho da fare!>> replico nervosa.
<<Perché non mi hai detto che hai ripreso a giocare a pallavolo?>>
<<Come fai a saperlo?! Non ho ripreso! Ho solo fatto un provino oggi>> sono esterrefatta. Come diavolo lo sa?
<<Ho chiesto a Paul...>>
<<Ti sei permesso di scrivere ad un mio amico per sapere dov'ero? Ti rendi conto di quello che hai fatto? Questo è stalker!>> sto urlando.
<<Mi dispiace, davvero... volevo solo sapere dov'eri. Mi manchi, pensavo che oggi saremmo potuti uscire...>> la sua voce si è ridotta ad un filo.
<<Andrew devi lasciarmi in pace. Voglio che tu esca dalla mia vita, definitivamente!>> mi rendo conto che le mie parole irradiano odio. Provo questo adesso. Lo odio per avermi spezzato il cuore e per aver rovinato la nostra storia.
<<No, tu non lo vuoi! So che mi ami, ti prego dammi la possibilità di rimediare...>> mi supplica. Ancora una volta pretende di conoscere i miei sentimenti e soprattutto quello che voglio.
<<Tu non sai quello che voglio, devi smettere di volere decidere per me!>> sono esasperata. Non so come farlo tacere.
<<Candice, ti lascerò in pace, però ti prego, dimmi che ci sentiremo, ancora, oggi stesso!>> la sua voce trema.
<<Uff... ok, ti manderò dei messaggi, però tu devi lasciarmi libera di fare ciò che voglio e di fare soprattutto le scelte che voglio>>. Riattacco salutandolo con un ciao, freddo. Da questa telefonata mi rendo conto che non provo più gli stessi sentimenti che provavo prima. Mi sento in colpa e vorrei che tutto questo non fosse successo proprio a me. Sarebbe bello poterlo amare ancora, incondizionatamente. Cerco di non pensarci troppo e gli mando un messaggio come gli ho promesso, donde evitare altre dieci chiamate.

Mi manchi anche tu, stasera esco con i miei compagni, non potrò scriverti molti messaggi.

Arrivo a casa e mi preparo per la serata. Non so cosa indossare perciò resto impalata davanti all'armadio per dieci minuti. Opto per dei leggings neri, semplici e una maglia beige di pizzo. Metto i miei adorati Dr.Martens bordeaux e alle otto e mezzo esco di casa. Mi accorgo di aver dimenticato la borsa, perciò devo risalire. Corro giù per la scale e raggiungo la macchina.
<<Scusate il ritardo!>>
<<Ci devi sempre fare aspettare!>> mi prendono in giro Paul e Chris che gentilmente si sono offerti di darmi un passaggio.
Il mio umore cambia. Sorrido e sono felice di essere con loro.Ci avviamo al ristorante dove ci aspettano Sally con Jake, Beth e Mary.
Appena scendiamo dalla macchina, nel parcheggio, Paul nota il mio rossetto rosso e si complimenta con me.
<<Waow! Candice con il rossetto? Ti sta bene!>>
Dato che penso sia una presa in giro, gli do un pacca sulla spalla!
<<Cretino!>> cinguetto.
Attraversiamo un viale alberato e poi una delle vie principali della nostra città. È piena di luci e decorazioni natalizie nonostante sia ancora novembre. Sbuchiamo su una piazza gigante, dove ci sono varie fontane e vari ristoranti. I nostri amici ci salutano in lontananza e ci avviamo verso di loro.

SAVE ME, if I become my demons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora