Capitolo 13

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Dopo i soliti esercizi destinati a perfezionare le nostre tecniche – a cui Marta ovviamente non ha partecipato – ci siamo riuniti tutti in un fast food che c'è sulla spiaggia poco lontano da dove siamo stati per tutta la mattina. Ci sediamo tutti insieme, i due gruppi, e da mangiare ordiniamo dei panini. Alessio si siede vicino a me, Valentina alla mia destra e di fronte Riccardo e Samuele.

«Ehi, piccola» mi richiama all'attenzione Alessio, «perché la ragazzina ha fatto quella stupida mossa?»

Ormai il termine ragazzina lo utilizzeremo solo per associarlo a Marta.

«Voleva dimostrarmi che lei è più brava di me. E indovina?»

«Immaginavo che lo avesse fatto solo per sfida» confessa a bassa voce. Ma forse non così a bassa voce come immaginava perché Valentina gli manda un'occhiataccia mentre Marta si avvicina al tavolo e si siede di fronte Alessio, nell'ultimo posto rimasto libero.

La sua faccia mentre si siede esprime dolore.

«Ti piace ridere del male degli altri, vero?» mi riprende la ragazzina.

«Come scusa?»

«Hai sentito bene.»

«Perché mi rivolgi la parola in questo modo?»

«Come dovrei fare? Dovrei per caso inginocchiarmi e tenere basso il capo? Vedi? È proprio questo il problema: pensi che tu meriti più di chiunque altro e ti senti superiore a tutti ma quello che mi rimane sconosciuto è il motivo.»

Ma che cazz...?

«Senti, ragazzina, cerca di moderare il tono con me che se io non sono quella importante non lo sei nemmeno tu.»

Si è capito benissimo perché sta facendo questa scenata: vuole dimostrare ad Alessio che lei ha le palle.

«Io ti parlo come mi pare e piace.»

«Guarda, non perdo altro tempo a parlare con te, tanto è tempo sprecato» la liquido.

* * *

Quando finiamo di mangiare, Marta esordisce: «Alessio posso parlarti un attimo?»

Io, Valentina e il diretto interessato ci voltiamo verso di lei con facce sorprese.
Non pensavo avesse mai avuto il coraggio di parlargli dopo quello che è successo ieri sera.

Sposto subito lo sguardo su Alessio con espressione perplessa, chiedendogli con gli occhi cosa potrebbe mai dirgli, ma lui mi guarda allo stesso modo.

«Sì, ragazzina» risponde infine.

Mentre i due si allontanano, io e Valentina andiamo in spiaggia e passeggiamo un po' sulla riva, sotto lo sguardo ammirante dei ragazzi americani davanti cui passiamo.

«Cosa ti ha detto Simone quando è arrivata l'ambulanza?»

«Oh, mi ha detto che gli piaccio.»

«Cosa?» esclama Vale fermandosi di botto.

Le racconto tutta la conversazione avvenuta e lei rimane sorpresa. Non capisco di cosa visto che cose del genere mi accadono spesso.

«Io ho capito tutto» dice.

«Cosa?»

«Hai presente quando nel gruppo ti parlava sempre? E quando ti ha scritto sulla chat privata scrivendoti che eri brava a surf? Quando mi ha chiesto se eri single?»

«Come? Simone ti ha chiesto questo?» domando, stupita.

«Si! Non te l'avevo detto?»

«No! Quando è successo?»

«Ieri sera. Secondo me stava valutando se parlarti o no, se fare qualcosa con te. Stava valutando i pro e i contro.»

«E be'? Ora che mi ha parlato cosa ha concluso?»

«Secondo me non ti ha ancora detto tutto.»

* * *

Quando ritorniamo davanti il fast food, dopo circa mezz'ora, vedo Marta andarsene via con Alessio dietro, e poi Simone che si consulta con Rebecca.

Mi avvicino alla mia tavola, afferro il mio borsone e poi metto la stessa tavola sotto il braccio. Non appena mi raddrizzo per andare a rompere a Vale dicendole di muoversi, Simone si avvicina a me perciò rimango ferma sul mio posto.

«Che ha da dirmi, istruttore? Ho riso di nuovo della mia compagna?» chiedo con tono acido.

«No, ho deciso che queste cose dovrete risolverle tra voi. Ma non sono venuto qui per dirti questo, in realtà» confessa, mentre si porta una mano ai capelli.

«E allora cosa mi devi dire?» chiedo palesemente annoiata.

Lui mi fissa notando la mia espressione e biascica: «Ehm... Volevo chiederti, insomma...» Mi metto ancora più seria e allora lui si decide a parlare: «Volevo sapere se per domani pomeriggio hai impegni.»

«Penso di no, perché?» chiedo con una nota di curiosità nella voce.

Dopo la mia risposta il mio telefono vibra nel borsone e, cercando di non farmi cadere la tavola sui piedi, riesco ad estrarlo, sotto lo sguardo attento dell'uomo di fronte a me.

E mentre Simone dice: «Ti va di uscire con me?», leggo il messaggio ricevuto.

Alessio said:
Ti va di uscire con me?



Spazio autrice:

Capitolo corto per la suspense, i'm sorry.

È adesso che la storia si fa intrigante. Bisogna avere pazienza nelle cose, però. ;)

-K.

A summer to liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora