Capitolo 14

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«Allora, dove mi porti?» gli chiedo dopo aver chiuso lo sportello della macchina.

«Volevo portarti in una spiaggia un po' deserta. Voglio stare da solo. Con te.»

«Okay e dove si trova?»

«Non lontano da qui.»

«Come mai mi hai invitata?»

«Te l'ho già detto» dice con tono irritato.

«Lo so, ma io voglio sapere il vero motivo.»

«Perché Marta mi stressa e ho bisogno che tu mi distragga?» chiede retorico.

«In che modo?» chiedo ammiccando e con voce sensuale.

«Ah, non lo so» dice guardandomi sorridente per un secondo. «Come preferisci.» Mette in moto la macchina, ma rimane fermo ancora un po'. «Hai qualcosa tra i capelli» mi dice osservandomi per bene.

«Cosa?» chiedo preoccupata.

«Sembra una cartaccia» ride.

Mi guardo allo specchietto retrovisore dell'auto e noto che ho un pezzo di carta incastrato tra i miei capelli. Deve essere stata quella stronza di Valentina.

«Oh», rido, «prima con Valentina abbiamo fatto a gara di carte.»

«Che cosa? Sei con un rifiuto tra i capelli?» risponde disgustato.

«Mi ha tirato, sì, una cartaccia ma non l'ha presa dall'immondizia. È una carta» comincio, estraendola finalmente dai miei capelli. «di una pillola che ho preso. L'avevo buttata a terra così poi Vale l'avrebbe raccolta, visto che oggi abbiamo avuto il nostro turno di pulizie, ma se n'è accorta e allora me l'ha lanciata. Pensavo che mi avesse scansata», e la butto fuori dal finestrino.
  
«Che genere di pillola?»

«Avevo un po' di mal di testa.»

«Capisco», conclude la conversazione. 

Subito cala un silenzio imbarazzante. Forse dovrei chiedergli cosa è successo con la ragazzina, ma me lo tengo per dopo. Non mi va di consolare la gente. Non sono più brava. Aspetto e spero che si riprenda e che non toccheremo più l'argomento, non che ne abbiamo già parlato, ma...

* * *

Scendiamo dall'auto e noto che il cielo si è notevolmente annuvolato da quando siamo partiti e subito penso al peggior alluvione mai visto; ma poi mi ricordo che siamo in estate e il massimo che può succedere è una pioggerella che ti rompe le ovaie perché porta all'evaporazione del calore accumulato dal cemento che ti fa appiccicare tutti i vestiti addosso e che ti riduce peggio di una sauna.

Alessio è molto turbato, ma mi sembra stupido esserlo per quella poveretta di Marta. Lei non vale nemmeno le risate che ci facciamo alle sue spalle. Mi domando come fa il più bel ragazzo che abbia mai conosciuto ad essere turbato dalla peggior persona che abbia mai conosciuto.

Mi prende per mano nello scendere sulla spiaggia e, una volta affondati i piedi nella sabbia, mi decido a fargli la fatidica domanda.

«Perché avete litigato?»

«Perché è una stupida, appiccicosa ragazzina

«Che bella scoperta!»

«Non immaginavo fino a tale punto.»

«Lasciami indovinare: si è arrabbiata per la registrazione di ieri sera, vero?»

«Indovinato.»

Rido. «Ma dai» dico trattenendomi «è stato divertentissimo!»

Lui sorride. «Già ma a quanto pare lei non si è divertita.»

«Oh ma su, che te ne frega di quello che pensa?» gli domando. 

Ci fermiamo ad ammirare il mare. La spiaggia è quasi deserta tranne per delle persone che si stanno avvicinando verso di noi e altre all'unico bar presente.

Lui rimane in silenzio e mi chiedo il perché. Seriamente gli importa di quello che pensa? Da quando in qua si fa mettere i piedi in testa da una stupida come quella ragazzina?

«Da quando ti interessano il suo volere e i suoi sentimenti?» insisto.

Lui si gira e mi guarda confuso, arrabbiato e frustrato.

«Non lo so!» grida improvvisamente. Rimango interdetta fin quando lui non lo ripete: «Non lo so, non lo so...»

Ad un tratto mi ritrovo i suoi occhi ad un centimetro dai miei, i suoi capelli sui miei capelli, le sue labbra sulle mie.

Spalanco gli occhi. Cosa sta facendo?! È impazzito?

Vorrei fermarmi e spingerlo via, ma infondo mi piace baciare il ragazzo che ho sempre voluto baciare ma che non ho baciato solo perché ai quei tempi ero troppo timida. Al che mi chiedo che cosa mi abbia trattenuta fino ad ora dal farlo. Da quando siamo in vacanza l'idea mi è parecchie volte venuta in mente ma non l'ho mai fatto. Ora che lo ha fatto lui mi rendo conto che non desideravo altro.

Perciò ricambio il bacio, che si trasforma in un bacio appassionato da quando lui mi ha infilato la sua prepotente lingua in bocca. Metto le mie mani nei suoi capelli e lui mi avvicina a sé mettendo le sue braccia intorno alla mia vita, scendendo con le mani sopra il mio sedere, palpandolo. Poi ragiono e penso al motivo per cui lo sta facendo e mi viene in mente che forse mi sta usando per sfogarsi, il che non è tanto bello. Ma poi rifletto ancora e penso: Quando mai mi è mai importato perché un ragazzo bono mi sta baciando? Da quando penso così a lungo durante un bacio del genere? 

Le sue labbra sanno di fragole, e io adoro le fragole. Nell'attimo di pausa tra un bacio e un altro colgo il momento per afferrargliele con i denti e per gustarne il sapore.

Ci stacchiamo quando ansimiamo incessantemente e siamo alla ricerca di aria. Sentivo la sua eccitazione crescere e non volevo che si sarebbe trasformato in qualcosa di privato, in pubblico.
Rimaniamo però abbracciati e lui poggia la sua testa sulla mia, io porto le miei mani sul suo petto mentre le sue mi accarezzano i capelli.

«Caspita!» esclamo.

Lui mi guarda e sorride: «Ti è piaciuto vero? Ma certo, con uno come me a chi non può piacere un bacio del genere?»

«Ecco il mio amico!»

«Si hai ragione, non dovrei avere a che fare con quella gente. Mi fanno ammattire.»

«Ben detto» dico, e gli lascio un bacio sulla guancia mente lui mette il suo braccio sulla mia spalla e mi stringe a sé.

Il tempo si è schiarito e le nuvole ormai non ci sono più. Questo scopre un magnifico tramonto che porta il cielo ad assumere diversi colori tra il viola e l'azzurro.

* * *

«Che ore sono?» chiedo, spaesata, dopo un po'.

«Le nove. Che ne dici di approfondire la cosa?» propone guardandomi con uno sguardo malizioso.

«Certamente» rispondo con altrettanto sguardo.

Mi giro nell'atto di andarmene in macchina, ma appena lo faccio me ne pento. Ci stava per caso pedinando? Cosa ci fa anche lei qui?!

«Ciao, Alessio. Sofia» saluta quasi con tono minaccioso. È così bassa che non farebbe paura nemmeno a un gattino.

«Marta» salutiamo io e Alessio.

«Come mai siete qui?» chiede mentre la sua cagnolina Giorgia ci guarda da tre metri di distanza come se avesse paura di noi.

«Potrei fare la stessa domanda a te: ci stavi seguendo?» le domando con tono acido.

«Cosa?», fa una smorfia, «no!» esclama.

«Be', comunque sia noi non siamo obbligati a dirti nulla, perciò ciao, ragazzina» risponde Alessio con un sorriso beffardo.

La guardo con strafottenza e, prendendo per mano il ragazzo che mi ha portata fin qui, mi allontano, lasciandola lì impietrita sulla spiaggia.

«Bella risposta» dico quando arriviamo alla macchina.

«Modestamente.»

* * *

Passiamo il tempo in auto cantando qualsiasi canzone che passi in radio, inventando le parole per la maggior parte del tempo.

Quando arriviamo nei pressi di casa sono già le dieci.

«Mangiamo?» chiedo mentre il mio stomaco brontola. Sono stanca e senza energie e per l'attività che credo mi aspetti - non lo abbiamo ancora detto esplicitamente - ne avrò tanto bisogno.

«Sì, stavo per dirti questo. Cosa preferisci?»

«A me andrebbe una bella pizza, una birra e un bel film. Questa sera usciranno tutti perciò a casa non ci sarà sicuramente nessuno, avremo tutto lo spazio e il tempo che vogliamo.»

«Va bene. Allora prendiamo le pizze e andiamo a guardare un film soli soletti.»

«Perché andarci noi? Ordiniamola e aspettiamo che ce la portino.»

«Affare fatto» sorride.

* * *

«La pizza c'è, le birre ci sono. Manca solo il film. Che film guardiamo?»

«Quello che vuoi tu» rispondo buttandomi a peso morto sul divano.

«Vediamo che film ci sono a noleggio.»

«Va bene» dico aprendo la scatola della pizza e assaporando il suo odore.

Dopo diversi minuti a cercare qualcosa di decente, optiamo per un film di animazione della Disney. Anche se non mi va molto, so che dovrà fare solo da sottofondo per tutto il resto.  

All'improvviso vedo spuntare Alessandro.

«Ma che cazz...? Credevo fossimo soli.»

«Ciao Ale» lo saluta, «se avessi saputo che saresti rimasto dentro con questa bella ragazza non avrei deciso di uscire» dice guardandomi con sguardo viscido.

«Se, ciao! Che ci fai qua?»

«Avevo dimenticato il cellulare.»

«Be', ora che l'hai preso vattene» lo caccia.

«Più tardi fammi sapere i dettagli» lo guarda maliziosamente. «Ciao» mi saluta guardandomi di nuovo con lo stesso sguardo. Dopodiché esce di casa.

«Quel ragazzo mi fa vomitare.»

«Anche a me.» dice. «Allora Frozen?»

«Frozen» rispondo scocciata. 

Mette play, ma dopo un po' nessuno dei due lo sta veramente guardando.

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