Quarto giorno
Mi sveglio alle sette del mattino a causa della mia sveglia. Luca dice che anche se siamo impegnate, anche se stiamo andando in giro a divertirci, i doveri rimangono doveri, perciò dobbiamo fare il nostro turno di pulizie. Che scocciatura.
Mi alzo dal letto così lentamente che temo essermi trasformata in un bradipo. Ci metto circa cinque minuti per raggiungere il bagno, spogliarmi dai vestiti e buttarmi sotto il getto rinfrescante dell'acqua, mentre nella stanza accanto Valentina si lamenta della mia lentezza. Penso che ormai sia routine.
Mi infilo nel bagno così lentamente, ma nonostante questo riesco sempre a precedere la mia amica. Forse ancora non si è resa conto che, per quanto possa sgridarmi, alla fine è lei quella ad essere veramente lenta.
L'acqua scorre veloce sul mio corpo, mentre mi lavo dalle impurità della città, mentre rifletto e ripenso a tutti i momenti trascorsi.
Mi ricordo che l'ultima settimana di scuola era sembrata così infinita, estenuante, frustrante. Ogni giorno avevo un'interrogazione, dovevo recuperare qualcosa. Tutti i pomeriggi li passavo chiusi in casa a studiare, a preparare la tesina. Quando è finito l'anno scolastico un lieve sollievo si è impossessato di me, ma è durato pochissimo, nell'attesa di sapere i risultati, nell'attesa degli esami. Le prove, l'orale. Era stato tutto così traumatico, mi avevano messo un'ansia addosso! Quando ho letto il mio risultato sono rimasta così contenta, così soddisfatta e orgogliosa di me stessa, ma più di tutto mi sono sentita finalmente libera.
Mi ero preparata la valigia il giorno dopo, non mi importava se mancava ancora qualche giorno alla partenza. Ero così entusiasta, non vedevo l'ora di partire. Di potermi sentire di nuovo spensierata. E adesso lo sono, lo sono veramente.
Comincio a mettere qualcosa a posto, quando anche Valentina finisce di farsi la doccia. Tolgo magliette e pantaloncini buttati su una sedia, tolgo vecchi involucri di pillole per il mal di testa. Svuoto il cesto dei panni sporchi per poterli portare nel piccolo stanzino delle lavatrici. Ci metto un po' a capire come usarla. In tutto questo tempo di permanenza in questa casa, è sempre stata Val a fare il bucato, ma oggi mi ha imposto di fare qualcosa di utile ogni tanto. Le ho risposto che già lo stavo facendo, ma lei non mi ha dato retta.
Dopo aver scelto il tipo di lavaggio - spero solo di aver inserito quello giusto -, ritorno in camera, dove trovo Valentina intenta a sbaciucchiarsi con il suo fidanzata.
«Bleah, che schifo» esclamo entrando. Loro si voltano e continuano per dispetto. «Sarà meglio che mi concentri su altro prima di vomitare.»
I due ridacchiano, e mi scopro a farlo io mentre tolgo le coperte per poter rifare il letto. Accidentalmente mi cade il cellulare - che tranquillo posava sul comodino -, e quando mi abbasso per raccoglierlo il mio sguardo si posa su una strano oggetto viscido sotto il letto. Quando capisco di cosa si tratta, caccio un urlo balzando all'indietro.
«Che succede?» chiede Valentina, lasciando andare il suo ragazzo. Rick esce sul balcone comunicante e poi scompare. «Cos'è quella faccia disgustata?»
«Valentina! Tu e il tuo fidanzato potreste raccogliere i resti delle vostre azioni amorose una volta terminate!»
«Di cosa stai parlando?»
«Guarda sotto il letto!»
«Oh mio Dio» dice, e poi scoppia a ridere. Scoppia a ridere come una pazza mentre io continuo a mandarle occhiatacce.
«Cosa ridi?! Togli quel coso da là!»
Ride. «È un preservativo!» ride ancora.
«Sì, ed è usato! Chissà da quanto tempo è lì. Santo cielo, sto per vomitare. Al posto di ridere come una stupida, toglilo!»

STAI LEGGENDO
A summer to live
Romance[Completa] Feste. Alcol. Sesso. È questo il suo stile di vita. Sofia è una ragazza di diciotto anni che è partita a Los Angeles per le vacanze estive dopo il diploma. A farle compagnia è la sua comitiva di amici, tra cui c'è anche la sua migliore...