Si sdraia a poco a poco su di me, mentre assapora disperatamente le mie labbra. Comincia ad alzarmi la maglietta con una mano e ad accarezzarmi il fianco, mentre con l'altra mi accarezza la mascella.
Io, invece, alzo la sua di maglietta e comincio ad accarezzargli i favolosi addominali scolpiti. Gli slaccio la cintura mentre lui mi sfila la maglia, gli tolgo la maglia mentre lui mi abbassa i pantaloncini.
Poi, come se ad un tratto tutti e due ci accorgiamo che ci stiamo spogliando nella casa in cui possono entrare altre otto persone in qualsiasi momento, ci fermiamo. Ansimando ci guardiamo negli occhi, entrambi con le labbra rosse e gonfie. La sua eccitazione si nota sotto i boxer.
«È meglio andare in camera mia» dice sfilandosi completamente i pantaloni.
«Sì, è meglio.»
Ci alziamo. Alessio mi guarda - mi fissa per meglio dire - e improvvisamente mi afferra per i fianchi e mi carica sulle spalle a mo' di sacco di patate.
«Che fai?!» esclamo ridendo.
Lui risponde ridendo e blaterando qualcosa che non riesco a capire. Ho la faccia all'altezza del suo perfetto sedere, glielo pizzico con le dita e lui salta in aria facendomi scivolare.
«Sto cadendo, sto cadendo!» urlo, mentre vedo i miei lunghi capelli strisciare per terra e immaginando già il mio funerale.
Cerco di aggrapparmi a qualcosa perciò agito le mani in cerca di un appiglio e, mentre Alessio cerca di ristabilire l'equilibrio, per sbaglio afferro i suoi boxer e glieli strappo completamente dal corpo.
«Oh mio Dio, cosa fai?!»
Scoppio a ridere guardando i residui delle sue mutande nelle mie mani.Nel frattempo siamo arrivati in camera sua; Alessio chiude con un calcio la porta e mi butta sul letto. Io continuo a ridere guardando e cercando di capire di che marca siano delle mutande così scadenti. Lui chiude la porta a chiave e poi si gira verso di me.
«Stai guardando la cosa sbagliata» mi fa notare.
E poi realizzo: lui è rimasto nudo e io ho continuato a guardare le sue mutande.Alzo gli occhi, ma non mi lascia il giusto tempo per ammirare che si butta su di me e riprende da dove avevamo interrotto.
Mi toglie il reggiseno mentre mi lascia stuzzicanti baci sul collo. Poi prende un seno tra le sue mani e comincia a giocarci provocandomi numerosi gemiti.
Ribalto la situazione: lo spingo per riuscire a mettere lui sotto. Dopodiché comincio a stuzzicarlo per farmi desiderare. Mi avvicino lentamente al suo viso, ansimando sulla sua pelle, facendogli venire i brividi.
Lui mi fissa le labbra voglioso. Le sue pupille si dilatano mentre mi avvicino e contemporaneamente lo provoco con i miei movimenti. Mi avvicino fino ad arrivare a pochi millimetri dalle sue labbra, sembra che lo stia per baciare ma quella distanza non si azzera mai.
Lui geme, si lamenta incitandomi a darmi una smossa, ma io continuo aggiungendo un movimento con le mani che lo sfiorano sui fianchi, sull'addome, sul petto, sul collo...
«Mi stai facendo impazzire» mormora al mio orecchio.
Dopo essere stato ipnotizzato per diverso tempo, finalmente il suo corpo si risveglia, realizza la situazione e quello che gli sto facendo. Lo sto facendo impazzire senza star facendo realmente nulla.Mi afferra e mi bacia con una passione sfrenata, una voglia che sembra quasi violenta. Ribalta di nuovo la situazione e mi ritrovo sotto di lui. Mi afferra le mani e me le porta sopra la mia testa. Il suo peso mi schiaccia sul materasso facendomi quasi affondare. Mi bacia le labbra, poi passa ai lobi delle orecchie, alla mascella, al collo, al petto e pian piano si sposta fin là sotto facendomi gemere più volte.
E poi, d'improvviso, con una forza quasi violenta, mentre le sue mani mi afferrano i capelli, me lo sento dentro.
Sento quella voglia di sfogarsi, sento la tensione e la frustrazione scivolare via dal suo corpo. Sta utilizzando questo momento per liberarsi dallo stress della giornata. E sono felice che lo stia facendo con me, perché è bellissimo.
Mi bacia, ancora e ancora, con passione, con fermezza, con eccitazione. Geme, gemiamo entrambi.
Raggiungiamo l'apice del piacere nello stesso momento. Esce fuori da me, ma rimaniamo nella stessa posizione, ansimanti, accaldati e stremati.
Mi sento stanchissima, privata delle mie forze. Il mal di testa di questo pomeriggio comincia a farsi risentire. Non riesco a formulare un pensiero logico.
Dopo alcuni minuti in quella posizione, mi lamento del peso che continua a gravare su di me. Alessio si sposta e si sistema sotto il lenzuolo con la testa sul cuscino. Faccio lo stesso, sistemandomi accanto a lui.
Mi circonda il collo con il suo braccio affinché io metta la mia testa sul suo petto. La sua pelle profuma di sudore, di sesso e di bagnoschiuma. Lascio un bacio su uno dei suoi pettorali. Lui mi guarda. Io lo guardo e subito dopo mi lascia un leggero bacio sulla fronte.
«Perché non l'abbiamo fatto prima?» mi chiede in un sussurro.
«Non lo so» rispondo prima di cadere in un sonno profondo.* * *
«Ciao Alessio, che ci fai qui?»
Che ci faccio io qui? Mi guardo intorno e improvvisamente mi gira la testa. Gli angoli delle pareti di questa stanza oscillano, ballano, non stanno fermi un secondo. E cado a terra. Mi sento disorientata e non capisco più dove mi trovo. Una spiaggia. Che ci faccio in una spiaggia?«Ciao, ti ricordi di me?»
«Tu? Cosa ci fai tu qui? Cosa vuoi da me?»
«Semplice: voglio te. Ma lo sai che in realtà non ti voglio. Voglio solo una stupida ragazzina come fidanzata solo per vantarmene con i miei amici. I miei amici che sono anche i tuoi amici, che ti tradiranno.»
«Cosa? Cosa stai dicendo?»
«Sei una povera illusa. Ma perché non guardi le persone di cui ti circondi?»
«No, tanto lei rovinerà la vita a tutti. Sa fare solo questo» risponde Alessio.
«Ale, ma cosa stai dicendo?»
«Stai zitta» interviene, spuntando dal nulla, Samuele.
«Sei solo una spina nel fianco per tutti.»
«No...» mormoro.
«Affonderai nella sabbia perché ti lascerò la mano.»
«Vattene!» urlo, mentre cerco di liberarmi dalla sabbia che mi soffoca.
«Figlia mia.»
«Papà!»
«Cosa ti ha fatto quel ragazzaccio?»
«Non ne voglio parlare» rispondo singhiozzando.
«Invece rovinerai la vita a tutti.»
«Non te ne rendi conto?»
«No...» mormoro.
«Oh sì, invece.»
«No» dico con fermezza.
«Non sai quello che fai.»
«Povera illusa.»
«Cosa credevi? Di essere importante per me?»«No!» urlo. E la stanza ha di nuovo le sue forme, il sole invade tutti gli angoli. Gusto d'estate, di sesso e di fragole.

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A summer to live
Roman d'amour[Completa] Feste. Alcol. Sesso. È questo il suo stile di vita. Sofia è una ragazza di diciotto anni che è partita a Los Angeles per le vacanze estive dopo il diploma. A farle compagnia è la sua comitiva di amici, tra cui c'è anche la sua migliore...