Capitolo 46

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«Ciao, Sof» mi abbraccia salutandomi Samuele.

Rimango ferma sul mio posto, perplessa e sorpresa al tempo stesso.
Non è da lui abbracciarmi appena mi vede. Di solito il massimo che facciamo è scambiarci un sorriso o un breve abbraccio. Ma questo, adesso, sta durando parecchio.

Non posso continuare così, è da quell'episodio in spiaggia che si comporta in modo strano, e voglio frenare le sue fantasie prima che queste si allarghino ancora di più.

Quando si stacca da me, posso notare anche gli sguardi di Riccardo e Valentina diventare perplessi. Non sono l'unica, allora, che ha notato che ultimamente mi sta sempre appiccicato, mi sorride in continuazione, mi fa qualsiasi favore gli chieda e sembra sempre presente in ogni posto in cui vado. Questa situazione sta cominciando ad opprimermi e a farmi sentire a disagio. Questa situazione necessita di essere chiarita e sistemata.

«Devo parlarti, vieni con me» gli dico con tono serio.

Sul suo volto è presente sempre quella faccia da ebete. Mi sembra quasi rincretinito.

Lo porto sulla veranda del retro, e mi fermo davanti la piscina.
Gli altri membri della casa si sono volatilizzati, ma penso che siano usciti.

«Senti, Sam, questa situazione sta cominciando ad essere ridicola.»

«Quale situazione?» chiede riprendendo il controllo di sé.

«Non fare il finto tonto, Sam. Ultimamente sei messo lì a spiare ogni mossa che faccio, mi mandi messaggi in continuazione, mi stai appiccicato come una chewing-gum alla suola di una scarpa. Si può sapere che ti prende? Non ti sei mai comportato così con me prima d'ora.»

«Ti sto solo accanto da amico, come ho sempre fatto.»

«No, non è vero. Tu non hai mai fatto così, e lo sai perfettamente. Tutti lo sanno, tutti se ne sono accorti.»

Lui non risponde, sembra guardarsi in giro un po' confuso, o forse è in cerca di una via di fuga.

«Senti» comincio. «Se è per quel bacio che ci siamo accidentalmente scambiati in spiaggia, l'altro giorno, non farti strani pensieri.»

I suoi occhi spalancati smettono di guardare freneticamente intorno e si bloccano nei miei.

«È per questo, allora» constato. «Stavo uscendo dalla cabina quando avevo finito di mettere la mia muta da surf. Non guardavo dove mettevo i piedi e ti sono venuta addosso. Abbiamo erroneamente alzato i nostri visi contemporaneamente e lì le nostre labbra si sono sfiorate. Ma, quello che ti chiedo, è di non farti strani pensieri in testa, okay? Siamo persino andati a letto una volta, ed è stato imbarazzante, ricordi?» Il suo viso di colora di rosso e abbassa lo sguardo annuendo. «Ti ricorderai sicuramente anche di quando abbiamo deciso di non provarci più, chiarendo che tra noi non sarebbe potuta nascere nessuna relazione di tipo scopamici. Eppure non hai cominciato ad essere appiccicoso come adesso. Abbiamo continuato tranquillamente la nostra relazione di amicizia. Perciò, adesso, cos'è che ti fa fantasticare su noi due? Quel lieve sfregamento di labbra?» chiedo un po' disgustata e un po' irritata.

«Io non fantastico su noi due» risponde con tono di voce fermo, il contrario di come mi aspettavo. Ma d'altronde lui non è mai stato un tipo timido e temerario.

«Ecco, bravo, allora. Non farlo. E poi tu sei fidanzato! Smettila di farti illusioni e di starmi addosso continuamente. Pensa piuttosto alla tua fidanzata che sola soletta ti aspetta in Italia, okay?»

Gli do' due pacche sulla spalla e me ne ritorno dentro. Non me ne frega niente di essere apparsa come una stronza. Meglio essere diretti e non creare fraintendimenti.

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