Volevo spendere due parole per questa storia che mi ha accompagnato per lunghi e interminabili mesi.
Questa storia era nata solo come un passatempo; volevo tornare a scrivere qualcosa dopo circa un anno e mezzo di blocco dello scrittore, e - siccome avevo già pubblicato in precedenza su wattpad - ho deciso di costruire il tutto qui.
All'inizio mi era venuta questa idea della ragazza cattiva. Leggevo in continuazione storie in cui la protagonista era la timida che è sempre in contrasto con quella ragazza popolare che va a letto con tutti e che proprio non vuole lasciare il suo storico fidanzato per donarlo al cuore della protagonista. Di storie così ne ho lette decine, alcune bellissime e altre un po' meno.
E volevo fare la differenza scrivendo qualcosa che nessuno prendeva in considerazione: ho raccontato il punto di vista di quella ragazza che sta sempre in mezzo ai piedi, che assume quasi il ruolo di bulla.
Volevo immaginare e scrivere cosa potesse mai passare nella testa di quella cattiva persona, di capire cosa la spingesse a comportarsi in quel modo.
L'idea era quella, ma forse io ancora non ero pronta per tornare a scrivere, o forse ero fuori allenamento da troppo tempo. Perché, diciamocelo, la storia che stavo scrivendo non si poteva affatto definire tale. Non avevo idea di cosa narrare: cosa si fa a Los Angeles? Non avendo mai visitato quella città né una che ci si avvicinasse per dimensione, prendevo spunto dai pochi viaggi che ho fatto e mettevo il tutto insieme. Prendevo spunto da film, libri, canzoni, e cercavo di incastrare i pezzi senza rendermi conto che erano sbagliati.
Ma non ci facevo molto caso all'inizio, perciò procedevo a scrivere tranquilla. Nel corso dei capitoli, riprendendo la mano a scrivere e acquistando un po' di immaginazione, la trama si andava definendo piano a piano, con essa i personaggi e le relazioni tra di loro. Organizzavo dilemmi, litigi, momenti felici e divertenti.
Esattamente l'anno scorso avevo già pianificato tutta la storia - i posti, le conversazioni, gli eventi principali - e le parole viaggiavano come un fiume in piena e le riversavo senza esitazioni su queste pagine bianche. Mi rendevo conto che la storia finalmente si poteva definire tale, e mi piaceva. Mi appassionavo e fangirlavo da sola degli eventi e dei personaggi - è stupido, lo so.
Quindi, piena di fiducia in me stessa e vedendo che le visualizzazioni e i voti aumentavano - non mi reputo di grande successo, ma anche i piccoli numeri per me sono un traguardo -, ho deciso di iscrivermi ad uno scambio di recensioni.
Inutile dire che quando la mia storia è stata giudicata come una cosa da buttare via - o almeno da scrivere da capo - mi sono sentita crollare tutto a dosso. Ci ho messo un po' a realizzare il tutto e, alla fine, ho deciso di sospendere la storia per cominciare la revisione.
La recensione si basava sui primi dieci capitoli, e io sapevo perfettamente che erano solo quelli che penalizzavano la mia storia. Sapevo che gli ultimi che avevo scritto avevano qualcosa in più.
Ma dopo aver annunciato la sospensione, e aver annullato la pubblicazione delle parti, non ho più trovato l'ispirazione. Ero convinta che non ci sarei mai riuscita a riscrivere tutto da capo, che non avrei comunque saputo come cambiarlo. Ero convinta che quella storia che era nata dal nulla, che era quasi giunta al termine, sarebbe rimasta lì, nell'angolino a fare la muffa come tutte le altre mie storie.
È stato veramente difficile riscrivere il prologo e i primi due capitoli - sono gli unici ad essere stati riscritti per intero -, ma dopo aver passato questo enorme ostacolo tutto sembrava più semplice. Per questo mi sono buttata a capofitto nella revisione - aggiungevo e toglievo posti, persone, conversazioni, fatti -, anche se l'anno scolastico era giunto al termine ed ero sommersa da interrogazioni.
Ho revisionato per ore e ore al giorno, rendendomi conto del mio miglioramento di capitolo in capitolo, fino a giungere a quello che avevo scritto solo a metà, un anno prima.
E lì sono arrivate le altre preoccupazioni. Non ero affatto sicura di sapere come continuare - anche se tutto era stato già schematizzato e organizzato -, e temevo di aver perso di nuovo il mio stile.
Adesso questo non lo so con assoluta certezza, ma io spero di aver concluso questa storia al meglio.
Ci tenevo troppo e l'ho aggiornata, corretta, sospesa, revisionata per due lunghi anni e non mi sentivo proprio di abbandonarla.
Forse ci tengo anche perché in ogni cosa che scrivo ci metto del mio: ogni pensiero della protagonista l'ho sentito mio, ogni canzone che descriveva in modo perfetto il momento l'ho scelta con cura, e la maggior parte sono mie canzoni preferite.
Ci ho messo tutto il mio impegno, dedizione e fatica. Se questo non è il massimo so di poter migliorare in futuro. È un hobby che desidero coltivare, e se a nessuno piace, se non dovessero mai arrivare i numeri... sono comunque soddisfatta di tutto.
Perciò concludo le mie "due parole" sperando che io riesca a scrivere un sequel, perché ogni persona merita un lieto fine.
Volevo, infine, ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia fino alla fine, fino a leggere questa inutile e noiosa parte di cui a nessuno frega niente (okay, ora la smetto di fare la pessimista).
Quindi mando un enorme grazie a tutti voi, sperando di risentirci al più presto.
Un bacio,
-K.
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A summer to live
Romance[Completa] Feste. Alcol. Sesso. È questo il suo stile di vita. Sofia è una ragazza di diciotto anni che è partita a Los Angeles per le vacanze estive dopo il diploma. A farle compagnia è la sua comitiva di amici, tra cui c'è anche la sua migliore...