Capitolo 31

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«Com'è questa storia con Rose? È per caso la tua ragazza?»

Le parole mi escono di bocca ancor prima che abbia finito di pensarle. Fin ora l'idea che potesse essere la sua ragazza non mi ha mai sfiorato la testa. Nemmeno l'idea che potesse essere fidanzato. D'altronde un bel manzo come lui come non potrebbe essere fidanzato? Tutto ad un tratto mi sento di merda: e se fossi uscita per tutto questo tempo con un ragazzo fidanzato?; se avessi baciato un ragazzo che bacia la sua fidanzata? E poi la rabbia prende il sopravvento su tutto: non mi ha mai detto di essere fidanzato, perché? Per farmi apparire come una troia?

Tutto questo turbine di pensieri invade la mia testa per solo pochi secondi, fin quando lui non risponde.

«Non è la mia ragazza, ma i miei vogliono che lo diventi.»

«Cosa?» chiedo stupita.

«Hai sentito bene» mette in moto l'auto. «I miei genitori sono fissati con il mio futuro. Rose è una stilista, nonché assistente di Meredith e i miei sostengono che se io diventassi un'avvocato avrei un futuro splendido con una stilista. Il buon nome della famiglia non verrebbe infangato» spiega.

«Sono basita» commento. «Davvero. Come possono dire questo? Insomma, vogliono organizzare tutto? Vogliono fare un matrimonio combinato?»

«Questo è quello che vogliono.»

«E tu?» chiedo. Lui si volta verso di me e mi guarda scrutandomi «Tu cosa vuoi?»

Non so perché ma prima che risponda passano secondi lenti e carichi di silenzio: «Io voglio trovare la persona giusta per me, e non per il suo lavoro o per il mio futuro. O meglio: l'unica cosa che voglio vedere nel mio futuro non è il lavoro ma una persona che amo e che mi ama accanto. Io credo nell'amore, non voglio sposarmi per gli interessi della famiglia.»

«Capisco. Perciò è per questo che non porti Rose? Perché non provi nulla per lei?»

«Esatto.»

«E perché io?»

Lui sembra rimanere impietrito, come ogni volta che gliel'ho chiesto.

E lui, come ogni altra volta, mi risponde allo stesso modo: «Perché ero con te in quel momento e allora ho provato a chiederlo a te.»

Sorrido: allora quel minimo particolare della classifica non ha avuto alcun valore. Ne sono contenta.

«Bene, adesso che si fa?»

«Be' sono le sei di pomeriggio... cosa potremmo fare?»

«Mmm, mi andrebbe tantissimo di fare una passeggiata. Però non voglio rimanere sola.»

«Sola in che senso?»

«Nel senso che voglio la folla attorno a me. Sei un tipo troppo tranquillo e solitario, ho bisogno di un po' di chiasso.»

«Va bene. Mi è venuta in mente un'idea.»

«Perché ho come l'impressione che tu non me lo dirai fin quando non lo vedrò?»

«Perché cominci a conoscermi.»

* * *

Continua a guidare mente il sole accecante e caldo del pomeriggio inoltrato sbatte ancora su di noi e su tutto il resto.

E mentre l'auto sfreccia su diverse strade mi perdo nei miei pensieri infiniti. O sono le auto che mi fanno pensare tanto, che mi danno spunti di riflessione o sono io che sono proprio strana. Comunque sia, penso.

Simone mi ha detto poco fa che i suoi genitori volevano che lui portasse Rose al ballo. E se non fossero felici che invece ci vada io? E se mi cacciassero dal locale?

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