«Okay, ci vediamo. Grazie per avermi accompagnata.»
«Va bene, ci vediamo» mi abbraccia.
«Devo andare anche io?» si lamenta Vale.
«Sì, scema. Non puoi restare qui.»
«E perché?» mette il broncio. «Solo perché al posto di un abito costosissimo indosso un paio di pantaloncini e una t-shirt?»
«Anche.»
«E dai, voglio vedere proprio la sua faccia!»
«Va bene. Spia dalle scale, non farti vedere.»
«Sì!» esulta, come una bambina che ha ricevuto in regalo quello che ha sempre desiderato.
Alzo gli occhi al cielo divertita e mi vengono i brividi per un secondo se penso ai discorsi che ho avuto l'ultima volta che l'ho fatto.
«Va bene, allora ti aspetto in macchina. Muoviti Valentina.»
«Mi muovo, Alessio» sbuffa.
«Stavi dimenticando questa!» mi rimprovera Valentina.
Mi porto una mano alla fronte e afferro con poca delicatezza la maschera che Simone mi ha dato dopo una bella discussione a pranzo. Abbiamo parlato di come sono finita in quella scatola, di come cavolo ho fatto ad ubriacarmi così tanto. Gli ho spiegato che è la normalità per me, questa. Lui è rimasto scioccato, come speravo, ma poi mi ha avvertito che tutto questo alcol potrebbe avere gravi conseguenze sul mio fegato.
«Al diavolo,» ho risposto, «ho solo diciotto anni. Il fegato non mi può marcire solo dopo qualche sbronza.»
Poi mi ha rimproverata ancora per tutto questo casino, ha dato di matto perché mi sono comportata in modo irresponsabile. Gli ho detto che un'ubriaca non è responsabile delle proprie azioni, ma lui ha replicato che lo è invece chi evita di prendere super alcolici quando ancora è sobrio.
La discussione è andata avanti fin quando non abbiamo finito di pranzare nel lussuoso ristorante in cui mi aveva portata, e dopo essere andati all'appuntamento spostato con la parrucchiera, mi ha dato un pacchetto con dentro questa bellissima maschera nera. È una maschera che copre solo gli occhi con sfarzosi motivi lineari, che scopre parte della pelle.
Comunque, posso dire che chi non mi ha visto in viso bene non mi riconoscerà. Ma, penso, quasi nessuno in questo posto mi conosce perciò non ho di che preoccuparmi.
«Vai, adesso, che il tuo principe ti aspetta» mi spinge Vale.
«Devo ricordarti per caso che sono imbottita di antidolorifici per il piede e per la mano?»
«Scusa. Adesso però vai.»
Simone said:
Dove sei finita? Non mi dire che ti hanno arrestato di nuovo! Ti sto aspettando, sono dentro. Quando sei qui fammi uno squillo. :)Sorrido mentre riposo il cellulare nella piccola borsetta. Mi allaccio accuratamente la maschera dietro la nuca, attenta a non sfilare qualche capello dalla mia acconciatura.
I miei capelli sono legati in innumerevoli trecce disposte a formare una specie di fiore, legato su per la mia testa. La parrucchiera mi ha consigliato di tenere i capelli alti vista la scollatura del mio abito e, dopo, mi ha detto che agli uomini piacciono i capelli legati.
Mi affaccio e mi faccio illuminare dalle accecanti luci mentre scendo il primo gradino.
Ho incontrato Mrs Red quando sono arrivata di fronte quest'imponente abitazione. Ci siamo salutate cordialmente mentre i miei amici dietro di me si domandavano chi mai potesse essere e come cavolo ho fatto a conoscerla. Li ho presentati e siamo rimasti un po' a parlare di come va la vita.

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A summer to live
Romance[Completa] Feste. Alcol. Sesso. È questo il suo stile di vita. Sofia è una ragazza di diciotto anni che è partita a Los Angeles per le vacanze estive dopo il diploma. A farle compagnia è la sua comitiva di amici, tra cui c'è anche la sua migliore...