Capitolo 21

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«Ehi, piccola.»

«Sì?»

«Lo sai che sei veramente eccitante con quel costume addosso?»

La Casa dei Bellissimi ha organizzato una festa in piscina, questa sera. Ci siamo tutti, i più qualche intruso del quartiere. A quanto pare le nostre feste si fanno sentire e il vicinato ha deciso di partecipare.

Alessio, già in costume, già in piscina e già ubriaco si complimenta con me per il mio costume - o per il mio corpo? - e mi guarda in modo sensuale.

O meglio: più che sensuale mi guarda con lo stesso sguardo con cui mi guarderebbe un vecchio eccitato. Oh, merda. Al pensiero di quel tipo di sguardo mi sale un conato di vomito, anche se ancora non ho mangiato né bevuto niente.

Nel frattempo, Marta ci osserva, ascolta le parole taglienti di Alessio e si allontana. Poverina. Mi fa davvero pena. Come no.

Mi allontano anche io e parto alla ricerca di cibo commestibile, ma quel che vedo sono solo cartoni con pizza dentro annegati nell'acqua della piscina che è schizzata. Li guardo con sguardo disgustato.

«Ehi» mi richiama all'attenzione Luca. «Se cerchi del cibo in condizioni tali da poter essere mangiato, ti consiglio di andare dentro. In cucina dovrebbe essere avanzato qualcosa.»

«Grazie!» esclamo cercando di farmi sentire, visto che lui è dall'altra parte del giardino e che la musica è messa a tutto volume.

Sono parecchio stordita dal sonno, visto che è stato interrotto dall'irreale volume alto delle casse. Realizzo poco e niente, la mia mente ancora mezza addormentata. I miei pensieri non seguono un filo logico e sono frammentati. Un po' quando vieni svegliata da una chiamata improvvisa al tuo cellulare e quando rispondi, con gli occhi mezzi chiusi e mezzi aperti, parli e dici cose un po' a caso e dopo un po' ti chiedi se sia successo veramente o lo stessi solo sognando.

«Ehi, dove sei stata?» mi urla Valentina, quando la incrocio sul mio percorso veranda-cucina.

«Ero sopra. Mi ero addormentata. Tu non mi hai chiamata?»

Il party sarà iniziato da già qualche ora; io sto scendendo ora perché mi ero addormentata visto che oggi avevamo un turno extra di pulizie, ma Vale non mi ha chiamata. Non mi ha chiamata nessuno. Stronzi.

«Ehm... boh!» esclama, anche lei ubriaca «Sembravi dolce mentre dormivi che non ti ho voluta disturbare» dice con un'espressione di felicità e tenerezza.

«Senti: qua siamo tutti troppi ubriachi e non è ammissibile che tu, la regina delle feste, non sia ubriaca!» urla sovrastando la musica e strascicando le parole.

Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi spinge verso la cucina.

Non appena entro, noto altri scatole di pizza e numerosissime bottiglie di alcolici e superalcolici vari. Ora capisco perché sono tutti così fuori di giri.

Vale afferra una bottiglia di Jack Daniels e me la porge.

«Devo mangiare qualcosa prima! Non voglio vomitare tutto.»

«Oh» risponde.

Posa la bottiglia e prende un pezzo di pizza. Me lo porge e comincio a mangiare di tutto gusto.

Mentre mangio e mi disseto con grandi quantità di alcol, Samuele entra in cucina, accompagnato da Giulio. Tutti e due ridono come malati e, notata la mia presenza, mi salutano.

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