Scendendo dall'auto mi ritrovo di nuovo a Downtown, di nuovo all'appartamento di Simone.
Entro dalla porta e la familiare arietta fresca investe il mio viso congelandolo.
Vedo i mobili del soggiorno essere stati spostati, le tende sono aperte a mostrare lo skyline e le luci adesso sono accese ad illuminare l'ampio spazio.
«Mi dici che ci facciamo qua?» gli chiedo andando a buttarmi su uno dei divani. Lui mi guarda come se avessi appena ucciso il suo gatto.
«Una festa.»
«Oh, davvero? E chi, solo noi due?»
«No, per quanto mi piacerebbe. Ma avremo del tempo dopo» risponde, e io sorrido maliziosa. «Ho invitato tutti i miei amici, finalmente si sono decisi a liberarsi dai mille impegni e venire.»
«Che altro hanno da fare di lunedì sera?»
«Non siamo tutti spensierati come te», mi si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte, poi scompare nel corridoio.
Lo aspetto mentre osservo meglio lo spazio che mi circonda, perdendomi nel silenzio dei miei pensieri. Per la prima volta da giorni, questa sera sento che nessun pensiero occupa la mia mente.
Quando ritorna vedo i muscoli delle sue braccia e della schiena contratti mentre solleva un'enorme cassa, che posa delicatamente sul pavimento, poco lontano dal divano sul quale sono seduta.
«Hai bisogno di aiuto?» chiedo, nonostante non mi vada per niente di fare qualsiasi cosa.
Ma lui annuisce chiedendomi se posso uscire il cibo e le bevande e sistemarle sul tavolo.
Così, mentre lui monta fili e console, io dispongo i bicchieri su fantasiose piramidi e butto patatine e caramelle nelle ciotole. Per un attimo mi sento ad una delle feste del college americano.
Poi, piano a piano, cominciano a suonare al campanello sempre più persone, tutte intorno all'età tra i venticinque-trenta anni.
Quando Simone mi manda ad aprire la porta mentre lui ricontrolla alcune cose, mi sento leggermente a disagio trovandomi davanti quei bellimbusti alti due metri l'uno. Mi guardano confusi, come se stessero cercando di capire chi sono ma poi si accorgono di non avermi mai vista in vita loro.
E poi vedo spuntare Rose, accompagnata da Alison. Ignoro la prima per poter salutare calorosamente la seconda.
«Alison!»
Spero solo che si ricordi di me. Con tutta la gente che sicuramente visita il posto in cui lavora, non sarò l'unica ragazza simpatica che ha incontrato.
«Sofia!»
Grazie al cielo non ha sbagliato il mio nome. Si avvicina e mi abbraccia.
«Come mai qui?» le chiedo. Non mi risultava che lei fosse amica di Simone. Ma, pensandoci, non ho completamente idea di chi siano tutti i suoi amici.
«Accompagno Rose. Diceva di non sentirsi al sicuro da sola.»
A queste parole, la diretta interessata le manda un'occhiataccia che spera io non la veda.
Ridacchio e le lascio entrare, facendole scomparire tra la folla che già si è radunata.
Da qualche parte della stanza sento qualcuno urlare a pieni polmoni: «Simone, quando la mettiamo questa dannata musica?»
«Deve ancora arrivare Matthew!»
Nemmeno il tempo di finire di pronunciare queste parole che una figura maschile, alta, dai capelli rossi e gli occhi castani si presenta e picchietta sulla mia spalla. Sono ancora davanti la porta aperta.
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A summer to live
Romantiek[Completa] Feste. Alcol. Sesso. È questo il suo stile di vita. Sofia è una ragazza di diciotto anni che è partita a Los Angeles per le vacanze estive dopo il diploma. A farle compagnia è la sua comitiva di amici, tra cui c'è anche la sua migliore...