Capitolo 6

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«Ragazze, dire che per oggi può bastare, siete state bravissime e imparate sempre di più» annuncia Simone «Come vi sentite? Stanche?»

Sono già passate le due ore? Non è possibile!

«Si, piuttosto stanca.»

«Eh, sì.»

Ora che ci penso, anche io mi sento stanca. Le braccia e le gambe mi dolgono, la gola richiede acqua fresca, la testa un po' di ombra e il corpo un bel bagno fresco.

Usciamo dall'acqua e posiamo le nostre tavole sulla sabbia bagnata dalla risacca del mare. Mi dirigo verso le cabine portandomi il borsone. Mi tolgo la muta appallottolandola mentre la sfilo da sopra la mia testa: bagnata e inzuppata d'acqua com'è, per toglierla devo strattonarla dal mio corpo sperando che non si strappi. Dopo essermela tolta e averla riposizionata nel borsone, sento l'arrivo di un SMS sul mio cellulare. Lo tiro fuori e leggo.

Alessio said:
Mettetevi il costume che, dopo aver pranzato, ci facciamo un bagno a mare più in là.

E questo gruppo?, mi chiedo.

Valentina said:
E lo dici ora? Mi sono appena cambiata con l'intimo!

Alessandro said:
No problem, baby. Puoi sempre farti il bagno in intimo. È ancora più sexy.

Valentina said:
Non ti do' la soddisfazione di vedermi in intimo, caro. Preferisco spogliarmi di nuovo e mettermi il costume.

Alessandro said:
Posso aiutarti a spogliarti, se vuoi.

Valentina said:
No, grazie. Ce la faccio da sola.

Alessio said:
Quando avete finito, fatevi trovare davanti il negozio dove abbiamo comprato tutto, okay?

Alessandro said:
Certo.

Valentina said:
Arrivo.

Marta said:
Okay.

Samuele said:
Sono già qui.

You said:
Va bene.

I surfisti. Si chiama così il gruppo. Quando hanno avuto il tempo di crearlo? Forse subito dopo che hanno finito con la lezione di surf. Spero soltanto che non mi tempestino di messaggi pieni di stupidaggini, altrimenti sarò costretta a silenziare. Odio i gruppi troppo chiassosi: la gente dovrebbe parlare così tanto di presenza, non su una stupida applicazione.

Infilo il mio costume a due pezzi e faccio uno sforzo enorme per allacciarlo dietro la schiena. Non mi ero resa conto che le braccia mi facessero così male. Certo che ci vuole tanta forza per praticare questo sport, e credo che domani non mi potrò muovere. Non faccio attività fisica spesso - riesco a tenermi in forma anche se mangio tanto e non muovo nemmeno un dito - perciò credo che domani rischio di rimanere paralizzata nel letto.

Esco dalla cabina e cammino a passo svelto verso il negozio, con la consapevolezza di averci messo tanto e la paura che mi abbiano abbandonata qui da sola, nel bel mezzo di una spiaggia che conosco a mala pena. Non sono sicura che saprei come ritornare a casa.

Tiro un sospiro di sollievo quando raggiungo gli altri e noto che ancora manca qualcuno.

«Ehi, piccola» mi sento chiamare.

Indistinguibile voce e indistinguibile modo di chiamarmi, lo riconosco al lampo.

Mi volto verso di lui che indossa soltanto il suo costume a pantaloncino rosso.

A summer to liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora