Capitolo 25

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Ridiamo ancora per un bel po', fin quando lui non entra in un parcheggio e spegne la macchina.

«Eccoci qui: siamo arrivati.»

Annuisco.

«Aspetta, ti apro la porta» mi dice ancora prima che possa fare un qualsiasi movimento.

Che gentiluomo, penso.

Sorrido nel buio del parcheggio e aspetto che lui faccia il giro della macchina.

«Prego signorina» mi dice porgendomi la mano.

Mi esce un sorriso misto ad una risata, mentre afferro la sua mano ed esco fuori dall'auto. Mi sistemo il vestito e mi sposto i capelli dietro le spalle.

«Te l'ho già detto che sei bellissima?» mi domanda non appena entriamo nel ristorante.

Quando me lo dice mi volto verso di lui e, per la prima volta questa sera, faccio caso a come è vestito e a come sta dannatissimamente bene: indossa un paio di pantaloni neri, con una camicia bianca e una giacca anch'essa nera. Il tutto incornicia il suo corpo perfettamente, delineando le forme del suo fisico slanciato e muscoloso.

È strano vederlo con questo abbigliamento, quando lo vedo sempre con il costume o con la muta da surf. È un importante cambiamento, è un enorme cambiamento.

Rimango stupita di come a quest'uomo calza a pennello qualsiasi tipo di abbigliamento. Per non parlare di questo. L'ho già detto che è totalmente sexy?

«Grazie» rispondo, sperando di non averci impiegato troppo tempo «anche tu.»

Mi sorride. Mi prende per mano e si dirige verso una signora, elegantemente vestita che tiene in mano un registro.

«Salve» saluta Simone «Ho un tavolo prenotato a nome...»

Mi distraggo, tolgo l'attenzione dalle parole che si scambiano quei due per posarla su questo locale. Se prima ho osservato qualcosa di veramente bello, quello che osservo ora lo è di più. Il locale è fantastico: è in stile classico, con decorazioni dorate dappertutto. Le persone che sono presenti sono vestite doppiamente più eleganti di me.

Menomale che ho deciso di mettere questo vestito, perlomeno non sembro una poveretta che vive per strada.

Mi distrae dai pensieri la mano di Simone che cerca la mia per accompagnarmi al tavolo. È vicino ad una finestra dalla quale si vede un giardino stracolmo di alberi, piante e fiori vari, incorniciati da piccole luci disposte in fila. Wow. E' veramente wow.

«Ti piace?» mi chiede Simone.

«Sì, è bellissimo. Si può uscire fuori?» chiedo indicando il giardino.

«Sì, certo. Dopo ci andiamo se ti fa piacere» mi sorride.

«Oh, grazie.»

«È il mio ristorante preferito questo. Ci vengo sempre. Adoro com'è arredato qua dentro e come lo è là fuori. Ci sono anche le panchine. Dovresti assolutamente provare la pace che si percepisce» spiega. «L'unica cosa negativa è che ci vanno quasi tutte le persone che vengono a mangiare qua e che conoscono bene questo posto.»

«Oh, capisco. Sono per caso amici dei tuoi genitori, i proprietari di questo posto?»

«Sì» risponde lui perplesso. «Come fai a saperlo?»

«No so, ho tirato ad indovinare.»

«Sì, ma non è per questo che ci vengo sempre. Certo, uno sconto lo fanno alla cassa, ma questo... io adoro questo posto.»

«Hai ragione: è veramente bello. Scommetto che ci hai portato tutte le ragazze che hai avuto o quelle su cui hai voluto far colpo.»

«Nah» risponde vago, «non ci ho mai portato nessuna qua. Be', perché nessuna si è mai interessata a me fino al punto di accettare un invito a cena.»

A summer to liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora