«Allora me lo dici dove mi porti?»
«No»
«Non credi che il tempo per la sorpresa sia ormai scaduto? Dimmi dove mi stai portando.»
«Che significa il tempo per la...? Comunque sia, no.»
Sbuffo emettendo un lamento. «Sei proprio insopportabile, lo sai?»
«E tu sei una lagna continua.»
«Ah sì?» ribatto offesa. «Se lo sono allora perché mi stai portando con te in questo posto del cazzo?»
Si volta verso di me e sorride. «Potrei dire che mi hai obbligato, ma non è così. Potrei dire che mi fa pena vederti ancora ignorare tutti i bei posti di Los Angeles, ma no, neanche questo. Ti sto portando con me perché sei una lagna dolce e piccolina.»
«Vorresti dire che ti faccio pena?» incrocio le braccia al petto.
«No, ti sto dicendo che sei troppo bella per non bearmi della tua vista.»
«Allora mi stai dicendo che mi guardi in continuazione il culo, per questo non puoi fare a meno di me, vero?»
«Ma che dic...?»
«E cosa significa quel "piccolina"? Mi vorresti dare della bambina?»
«N...»
«Oppure mi stai dicendo che sono così bassa che sono solo un puntino invisibile e insignificante? Eppure noi due siamo della stessa altezza e non mi risulta che siamo alti un metro e cinquanta.»
Segue un lungo silenzio in macchina, in cui si sentono solo il rombo del motore, le ruote che scivolano veloci sull'asfalto e il vento attraverso cui passiamo.
Poi si sente solo un sospiro di rassegnazione. «Non ti stai mai zitta tu? Adesso non dire che ti prendo come una rompipalle iperattiva e non dire nemmeno che visto che l'ho detto lo penso, perché non è così» dice tutto d'un fiato, evitando che io lo interrompa nuovamente, come infatti stavo per fare.
È riuscito a precedermi.
Notando il mio silenzio e la mia espressione seria che lo scruta, dice: «Non è che adesso ti sei arrabbiata, vero?»
Mi guarda preoccupato per qualche altro secondo, alternando lo sguardo tra me e la strada da percorrere davanti a noi.
Decido che abbia sofferto abbastanza perciò scoppio a ridere, guadagnandomi delle occhiatacce confuse da parte del mio amico.
«Perché ridi adesso?» chiede infatti. «Sei inquietante e inoltre mi stai confondendo alquanto.»
«Possibile mai che mi sia arrabbiata per tali stupidaggini?» chiedo distendendomi meglio sul sedile dell'auto. «Non mi avrai mica preso per una ragazzina stupida, vero?»
Simone adesso mi guarda con un'espressione un po' ancora confusa, un po' divertita e imbarazzata. È esilarante.
«È solo che mi piace mettere in difficoltà gli uomini trovando da ridire in ogni cosa» spiego. «Dovevi vedere la tua faccia mentre ti accusavo!» rido. «È per vedere espressioni di quel genere che faccio così.»
«Sei proprio una stupida» ridacchia anche lui, ma subito dopo la sua espressione si fa seria. «Con questo tuo brutto comportamento nei miei confronti...»
«Questo non era brutto comportamento» lo interrompo. «Volevo solo divertirmi un po'.»
«Non mi importa. Per questo tuo prendermi in giro non ti dirò più dove ti sto portando.»
«Che cosa?» esclamo. «Ma non è giusto!»
«Chiama ingiustizia, chiamala vendetta. Questo è quello che ho deciso.»
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A summer to live
Romance[Completa] Feste. Alcol. Sesso. È questo il suo stile di vita. Sofia è una ragazza di diciotto anni che è partita a Los Angeles per le vacanze estive dopo il diploma. A farle compagnia è la sua comitiva di amici, tra cui c'è anche la sua migliore...