Caro Rio,
odio il cambiamento di temperatura segnalato dal ginocchio operato, i parrucchieri che tagliano più capelli del dovuto, camminare tenendo per mano un ragazzo e condividere le mie sigarette. Odio le relazioni, forse perché non le so gestire, e la sesta ora il venerdì. Odio la matematica e la fisica, il greco e il latino, odio fermarmi a fare benzina e percorrere la stessa strada per più di un mese di fila. Odio la mia scuola, odio il regime dittatoriale che emana quell'istituto, odio non poter esprimere la mia opinione, e odio il badge. Inutile perdita di tempo ed aggeggio malefico creato solo per essere perso e prendersi ogni volta una stupida nota. Perderei anche la testa se non ce l'avessi attaccata al collo, figuriamoci quella carta magnetica maledetta.
Poi odio il tono di superiorità dei professori, i primini che non sanno come comportarsi e dove muoversi. La mia classe, sedici persone completamente differenti costrette a convivere; ma soprattutto odio non condividere tutto questo con te Rio, far finta di credere che se, nella mia testa, mi rivolgo a te, tu mi ascolterai. Dal paradiso, o dall'inferno, era lì che dicevi che saresti andato, no? Spero tu non stia soffrendo troppo il caldo, di sicuro Satana soffre già la tua presenza.
Ma fermati un attimo e lascia che ti racconti questa storia, è una storia di quello che chiamano amore, sai che io non ci ho mai creduto. E non alzare gli occhi, è diversa te lo giuro, parla di quelli che chiamano gli anni più belli della nostra vita, quelli che tu non hai vissuto fino alla fine.
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90° minuto || Federico Chiesa
FanfictionCosa succede quando il mondo anonimo di un'adolescente di città incontra quello luminoso e chiacchierato di un calciatore di serie a?