Navy Blue, The Story So Far

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TEA PARADISO
fedexchiesa ti ha taggato in una foto
Era una foto che qualcuno ci aveva scattato in montagna, probabilmente Annachiara o Eda perché era scattata con una reflex e i ragazzi non si azzardavano a prenderla in mano. Federico mi stava tenendo sulla sua schiena, non si vedevano le nostre facce, o meglio, la sua di profilo ma era stata scattata da dietro.
Sorrisi al ricordo di quei giorni, del suo pile verde acqua e del capitombolo di Giulio.
Inferno & Paradiso, la didascalia.
Riaggiornai e vidi che aveva già tolto il tag, trenta secondi buoni però l'aveva lasciato il ragazzo.
Bloccai il telefono e lo rilanciai sul letto.
fedexchiesa: Che fai?
Visualizzato
fedexchiesa: Tea non fare la bambina
Visualizzato
fedexchiesa: Seriamente, non mi sembra il momento
teaparadiso: Studio
fedexchiesa: Vieni quando finisci?
teaparadiso: Com'è che tutto d'un tratto ti comporti così?
fedexchiesa: Rispondimi
teaparadiso: Non ho voglia di guidare
fedexchiesa: Ti passo a prendere
teaparadiso:  Tanto facciamo sempre quel cazzo che ti pare
Visualizzato
"Aargh" soffocai un urlo nel cuscino.

"Tabacco" disse entrando in stanza
"Non ti ho sentito suonare" replicai
"Ho trovato tuo fratello che tornava da allenamento"
"I miei sono via comunque, ho fumato in camera" si distese sul letto, mi sedetti accanto a lui e aprí le braccia
"Per favore.." implorò e cedetti, mi strinse a sè
"Mi manca così tanto" mi disse forzando la voce
"Lo so, io..."
"Tu non sai nulla Tea! Non hai mai perso qualcuno con cui sei cresciuta, una persona così importante" era davvero nervoso
"Io non so nulla? Io? Davvero? Tu non hai capito un cazzo di me. Io ho perso Rio, Rio capisci? Cosa credevi fosse per me? Uno da scoparmi e basta? Esci, ora" indicai la porta in preda alle lacrime. Federico non si mosse, una mano in faccia coprirsi gli occhi.
"Esci" lo supplicai; mi sedetti dall'altra parte del letto, ero troppo triste e delusa per litigare. Si tolse la mano dalla faccia e mi guardò, ci guardammo per un po' mentre le lacrime continuavano a scendere
"Scusa è che gli volevo così tanto bene" sussurrò
"Lo posso capire"
"Hai ragione" si avvicinò a me e prendendomi la faccia tra le mani mi baciò, le lacrime si mescolavano alla saliva, bagnavano guance e mani
"Hai ragione" sussurrò di nuovo contro le mie labbra
"Non credevo tornassi" gli dissi sincera
"Lo farò sempre"
"Non dovresti mai andare via"

"Cicca?"
"Betta, stiamo studiando da mezz'ora" le feci notare
"Ma ne ho bisogno!"
"E va bene, andiamo" uscimmo nel terrazzino. Era uno dei miei posti preferiti. Dava sul fiume e aveva un divanetto, due poltroncine e un tavolino pieni di posacenere e compagni.
"Ripetiamo Heidegger?" chiese
"No, non ci provare neanche, è una pausa! Posso delle fragole?"
"Parassita" sputò acida
"Edoardo fa una vacanza con la sua ragazza" disse dopo aver aspirato. Edoardo era il ragazzo per il quale aveva una cotta, più o meno da anni. Però non c'era mai stato nulla oltre a un flirt e lei comunque aveva avuto altri interessi. Sapevo quanto facesse male lo stesso
"Mi dispiace Betta"
"Bruuuh, che vita, che vita"
"A chi lo dici" le feci eco
"Ma smettila, da quando conosci Federico sei un'altra persona. Certo non sempre felice però non mi lamenterei fossi in te"
"Federico non é la mia vita, non posso farla dipendere da lui"
"Però ruota tutto intorno a lui"
"Voi no"
"Una volta ci vedevamo tutti i giorni..." aveva ragione, studiavamo insieme praticamente tutti i pomeriggi
"Hai ragione, è che l'ho appena ritrovato.."
"Già" disse solamente.

"Hai la faccia di una che non è mai stata a una sagra di paese" disse Serena a Elisabetta
"Perché non ci sono mai stata, devo prendere questo?"
"Ma c'è un pony" esclamai entusiasta vedendolo
"Per far fare i giri ai b-a-m-b-i-n-i" sottolineò Elisabetta
"Andiamo di qua, c'è lo stand per i ragazzi"
"Quanto amo i panini onti, non so quale scegliere" commentó Elisabetta assorta nella lista
"Voglio acquistare quattro biglietti" disse poi alla pesca di beneficienza
"Tu Tea?" mi chiese Serena
"Scherzi? E che soldi mi rimangono per la droga?...sto scherzando..."
"Sta iniziando il Karaoke" urlò qualcuno.
Il Karaoke lo aprì Elisabetta con un amico di Serena, io e lei eravamo piegate in due dal ridere, Elisabetta era veramente stonata come una campana.
Poi però cantammo tutte insieme Notte prima degli esami, uno degli innumerevoli capolavori di Venditti, perché beh, gli esami si stavano avvicinando, fin troppo in fretta.

"Tra qualche giorno torna Giovanni" dissi a Remie
"Sono contento cara"
"Dovrebbe scendere anche un suo amico, si chiama Jakob, sembra simpatico"
"Speriamo lo sia"
"Remie stai bene?" gli chiesi vagamente preoccupata, sembrava distratto
"Certo certo, tutto bene" mi rispose con mezzo sorriso, poi aspirò
"Gli esami? Tra poco ti laurei o sei indietro come mio fratello? Sei tornato in Francia?"
"Sono indietro come tuo fratello, è che ho tante cose a cui pensare e lavorare" Remie creava delle app, che gli fruivano parecchio "e non torno in Francia da un po'"
"Sei malato?"
"No, Tea"
"Eh che non ti ho mai visto così..."
"Stai tranquilla piccola Paradiso, la terre est ronde" non capivo quello che intendeva realmente ma gli sorrisi
"Mi puoi passare un minutino Massi?"
"Certo, ci sentiamo tesoro"
"Ciao Remie, grazie, ti voglio bene" mi sorrise andando a cercare mio fratello
"Massi, che ha Remie?" Gli chiesi preoccupata
"Stai tranquilla Tea, è un po' stressato"
"No Massimiliano, so che non è così, lui non è mai stato così. Ha problemi di cuore?"
"In un certo senso.." mio fratello sospirò "però sai che non ha problemi a trovarsi una ragazza, cadono tutte ai suoi piedi, perfino le amiche di Sarah che l'hanno visto solo in foto..."
"Non vuoi dirmi che cos'ha?"
"Stress ti dico"
"Sei un antipatico, non me lo vuole dire neanche lui"
"Probabilmente perché alle persone piace avere la propria privacy ogni tanto"
"Ma lui sa tutto di me, e io ho sempre saputo tutto di lui"
"Forse ti sbagli"

C'erano nottate in cui era difficile prendere sonno, la luna filtrava attraverso alle persiane e illuminava di bianco la stanza.  Era difficile addormentarsi con i problemi che frullavano nella testa come le ali delle farfalle quando percepiscono troppi odori.
In realtà non avrei dovuto lamentarmi di nulla, ero stata amata, ero circondata da amici fantastici, stavo con Federico nonostante alti e bassi, ero stata ammessa gli esami... ma io mi concentravo sui piccoli problemi, su dove sarei andata all'università, se avrei continuato a vedere Federico, cosa avrei fatto della mia vita, chi sarebbe stato il prossimo amico a deludermi, chi avrei perso, se i miei genitori sarebbero rimasti insieme anche l'anno prossimo con tutti e tre i figli fuori casa.
A volte era dura addormentarsi, c'era quel momento, che non sapevo come chiamare, tra il momento in cui uno appoggia la testa sul cuscino e quello in cui si addormenta, che mi distruggeva sempre.

If it's something serious
Then hit me up
But until then, the door is shut
Forget my room
And if I had a match for every lie
And every attempt to deny
I'd strike a few
I am the walls, the silent halls
My jacket at your sister's wedding
Navy blue

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora