Green Heaven, Red Hot Chili Peppers

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FEDERICO CHIESA
"Quando vuoi puoi anche salutare eh"
"Cosa?" tirai su la testa dalle scarpe
"Ma che faccia hai Federico?" Saponara era visibilmente preoccupato, mi posò una mano sulla schiena
Sospirai profondamente "È morto un mio amico" sentivo le lacrime riaffiorare
"Mi dispiace tanto Fede" Riccardo mi accolse nel suo abbracciò e scoppiai, odiavo farmi vedere così ma quel dolore era molto più grande di me
"Cosa sta succedendo?" Giovanni e Gil erano appena entrati in spogliatoio, l'allenamento era già iniziato e Pioli, incazzato nero, li aveva mandati a vedere a che punto fossi.
Sentii la testa di Saponara scuotersi
"Va tutto bene" dissi provando a calmare i singhiozzi
"Vado ad avvisare Pioli che non sta bene?" chiese Gil a Riccardo
"No,no, ora arrivo"
"Fede, non so cosa ti sia successo ma deve essere terribile, non ti ho mai visto così, fermati" Giovanni posò la sua mano sulla mia spalla e sentii tutto il calore del suo corpo
"Possibile che io mandi a chiamare un giocatore e ne perda altri tre?" disse scocciato Pioli "cos'è tutto quest'affetto?"
"Mister..." iniziò Gil
"È colpa mia, mi scusi" dissi asciugandomi le lacrime "ora arriviamo, punisca solo me"
"Che succede, Federico?" chiese sinceramente preoccupato
"Ragazzi, andiamo" Saponara fece cenno ai due giovani di seguirlo e insieme tornarono in campo
"Te la senti di raccontami?" disse facendomi sedere
"È morto un mio amico, un mio carissimo amico, lo conosco da quando eravamo alti così" un sorriso mi passò sulle labbra
"Condoglianze Federico"
"Ma devo lavorare, non posso perdere tempo"
"Fammi parlare con i Dalla Valle, tutta la dirigenza capirà il momento difficile che stai passando"
"Non ne saranno contenti" commentai
"Se vogliono vedere il vero Federico Chiesa, devo accettare questa condizione. Vai a sfogarti in palestra, ti mando qualcuno se hai bisogno di compagnia"
"Voglio stare da solo" risposi, Pioli annuì e se ne andò
"Mister?" chiamai, si voltò "grazie"
"Sono stato giovane anche io" fu l'unica cosa che disse.

Era arrivato il giorno del funerale, e fino a quel giorno Pietro, Gianmarco e io avevamo convissuto, o meglio condiviso lo stesso dolore. Vivevamo nella penombra, Tea aveva portato due teglie di pizza, non mi ero alzato per aprirle la porta, allora ci aveva pensato Gianmarco
"Buongiorno Tea" le disse
"Buongiorno...dovreste aprire un po' le finestre per cambiare l'aria ragazzi"
"Pizza?" le chiese Pietro perplesso
"Da quanto non mangiate?"
"Effettivamente..." rispose il ragazzo grattandosi il capo stanco
"Mangiate un poco, vi farà bene. Quando volete, le lascio qui" si avvicinò a me, steso sul divano
"Ciao" sussurrò
"Mmh" le risposi con un cenno del capo , lei fece per farmi un bacio ma le porsi la guancia. Si morse il labbro ma non disse nulla, rimase seduta accanto a me per un paio di minuti. La scrutai tutto il tempo, i capelli castani erano più lunghi, le occhiaie erano ricomparse, ma il piercing all'orecchio era sempre la freccia. Non credo ne abbia mai indossato un altro.
"Pietro, posso offrirti una cicca?"
"Solo se giro io, tu sei pessima" rispose lui, accennando per la prima volta a un sorriso, Gianmarco li seguì in terrazza, io non riuscivo a fare nulla.
Però avevo trovato la forza per vestirmi al meglio, per Vittorio. E la forza per uscire di casa e impegnarmi a non piangere.
"Crolla prima di arrivare alla terza riga" mormorò Gianmarco. Matteo avrebbe dovuto leggere l'elogio funebre ma pensavamo tutti fosse una pessima idea; infatti alla fine Pietro lo affiancò e terminò la lettura.
Matteo aveva addosso la maglietta che si erano fatti fare lui e Vittorio, e non si faceva la barba palesemente da quel giorno, inoltre non ci parlava più, a noi che provavano il suo stesso dolore.
Alla fine mi accorsi che erano venuti anche Simeone, Gil Dias, Saponara e Biraghi, avevano ottenuto un permesso e portavano il saluto degli altri che non erano riusciti a venire.
Tra Giovanni e Cristiano Biraghi c'era Tea, aggrappata a al braccio di Giovanni come non riuscisse a stare in piedi da sola. Feci al gruppo un cenno col capo e passai avanti, la ragazza sospirò e appoggiò la testa contro la spalla di Simeone che le strinse la mano
"Dagli tempo" sentii Cristiano dirle; mi dispiaceva per Tea ma non volevo proprio parlare con nessuno che non capisse il mio dolore.

"Senti Fede, dovresti parlarci con Tea" disse Simeone, eravamo sul suo divano a guardare un film dopo l'allenamento. Gil era mezzo addormentato.
"Mmh mh" risposi tenendo gli occhi incollati sullo schermo
"Lei è così triste, non capisce se sia finita"
"Per questo è triste, non perché Vittorio è morto, bene così"
"Tu a volte non capisci proprio un cazzo. Ovviamente è triste per Vittorio, sai che si affeziona anche a chi le chiede un accendino! Ma non pensi che la perdita di Vittorio aggiunta alla perdita tua non sia un po' troppo? Lei voleva starti vicina, vederti, anzi saperti perché per vederti non ti vede, così, la distrugga?"
"Mmh mh"
"Oh dannazione, smettila" esclamò Gil che si era alzato "Hai tutto il diritto di soffrire, a modo tuo pure, ma fai sapere a quella povera ragazza che ci tieni ancora a lei, che ti dispiace che non siano passate nella categoria superiore in campionato, perché sai aveva anche quello a cui pensare e..." disse tutto d'un fiato
"E poi stressa me, per sapere se hai mangiato, se hai dormito... il gelato comunque l'ha portato lei e non si è fermata perché credeva che tu non la volessi intorno" aggiunse Simeone
"Che è un tuo diritto, ma non è proprio che vada bene. Se tieni lontano la persona che ami quando soffri allora..." mi fece capire che forse avrei dovuto lasciarla
"Nessuno ha parlato di amare nessuno" intervenni guardandoli per la prima volta, non seppero più cosa dire.
Mi alzai, presi altro gelato e mi buttai sul letto di Giovanni.
Dopo cinque minuti Gil venne a salutarmi
"Salutami Annachiara" gli dissi
"Sì, tu salutami Tea" e si chiuse la porta alle spalle
Devo ammettere Gil che la tua risposta era proprio perfetta.
"Questa è una cosa che di solito fanno le ragazze" disse Giovanni venendosi a buttare nel letto accanto a me
"Siamo nel 2018 e tu hai ancora questi stereotipi... e hai un cucchiaino, oh, incorreggibile"
"Stavo scherzando dai, passamene un po'"
"Penso che le scriverò domani"
"Sono contento che le mie parole ti siano state d'aiuto" disse Gio
"Forse dopodomani" pensai ad alta voce
"Federico.." disse con fare minaccioso
"E va bene, dopo dopo domani"
"Sei impossibile, esci da casa mia" esclamò
"Taci e mangia" dissi facendogli il verso

"Perché sto facendo l'università?"
"Perché un giorno potresti infortunarti e meglio che tu abbia qualcosa in mano" rispose Gianmarco continuando a sottolineare i suoi appunti
"Sai, non so se riuscirò a uscire con voi tutti insieme"
"Continua" disse prestandomi attenzione. Non mi ricordo una sola volta in cui Gianmarco si sia mostrato debole. Sembrava impossibile da scalfire, eppure anche lui soffriva. Ma si teneva tutto dentro. Pure con me, suo fratello in pratica.
"Vedere voi e non vedere Vittorio...non ce la faccio...non sono più io"
"Fede, sarà difficile, non ti mentirò. Verrà fuori qualche ricordo, ci sarà da apparecchiare la tavola e apparecchieremo anche per lui, arriverà il giorno del suo compleanno, lo taggheremo in un post, diremo il suo nome. Sarà difficile ma ce la faremo, prima che per noi stessi per lui. Perché non mi ricordo neanche una cazzo di situazione che lui non abbia sdrammatizzato, neanche una volta senza sorriso. Io non ti permetterò di abbatterti, a nessuno di voi. Vittorio non vorrebbe questo, non lo permetterebbe"

Cause dolphins just-a like to have a lot of fun
No one tells 'em how their life is run
And no one points at 'em with a gun
They have a lot of love for every living creature
The smile of a dolphin is a built in feature

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora