Devil's blackbone, The Civil War

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TEA PARADISO
"Cosa ha elaborato la tua piccola mente malata?" mi chiese Giovanni mentre i due andavano a prendere da bere
"Diciamo che potrei aver detto a Clara che Federico è libero e la reputa molto interessante" dissi enfatizzando le parole "Ah e che siamo cugini e io sto con te" dissi rivolgendomi a Nikola
"Non che mi dispiaccia Tea, saresti anche il mio tipo, ma non pensi che io avrei potuto trovare l'amore della mia vita a questa festa? Ora tutte crederanno che sto con te!" si lamentò
"Va bene, va bene, sei libero" poteva non essere stato il mio comportamento più corretto effettivamente, avevo pensato solo a me stessa "chiederò a Biraghi, un po' di differenza d'età ma l'amore vero supera ogni cosa"
"Dai stupida, vieni qua, nessuna è all'altezza di Nikola qui" disse passandomi un braccio per le spalle, gli sorrisi mormorandogli un grazie
"Neanche tu, per la cronaca" disse, gli mollai un pugno sul petto "Ti sto facendo un favore, evita"
"Hai ragione tesoro" dissi alzandomi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia. Mi staccai e cercai Federico con lo sguardo, aveva vidi tutto e in risposta sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio di Clara, lei divenne rossa e abbassò lo sguardo.
"Io lo odio" dissi incazzata
"Chi ha iniziato questo 'gioco'?" mi chiese retorico Simeone
"Sembrava una buona idea, volevo divertirmi un po' ma mi manca tantissimo"
"Dai, vieni a ballare" mi disse trascinandomi, afferrai al volo il polso di Nikola che emise una leggera risata
"Spero tu sappia ballare bene, perché io sono il migliore della pista" mi disse, ed effettivamente ci sapeva proprio fare. Nikola era un mago del ballo.
Dopo un paio di canzoni il dj mise un lento, la mia testa ruotò automaticamente su Federico che stava già stringendo Clara a sè
"Non ce la faccio" mormorai e scappai verso il giardino
"Tea!" chiamò Federico seguendomi, non ci mise molto a raggiungermi e mi portò verso la macchina in modo che non ci vedesse nessuno
"Che hai?" Mi chiese prendendomi il viso tra le mani
"Ho paura di perderti" gli dissi con voce tremante; fu una delle frasi più difficili da dire, ma dovevo dirla. Sorrise in modo così dolce che mi fece scendere un paio di lacrime e sorrisi anche io di riflesso, poi mi attirò a sè e mi strinse in un abbraccio così stretto che sembrava che anche lui avesse paura di perdermi.
"Sei destinata a me, comunque vada tornerai sempre da me" mi sussurrò, iniziai a piangere silenziosamente e cercai di liberarmi dalla stretta
"Resta qui" disse baciandomi il collo
"Ti bagnerò tutta la camicia"
"Resta qui" ripetè, e lì mi sentivo a casa.

I giorni tra la fine della scuola e l'esame di Stato furono molto stressanti. Cercavo di vedere Federico il più possibile ma lasciavo indietro lo studio, quindi mi chiudevo in casa a studiare ma ignoravo Federico. Poi ci si aggiungevano gli amici e la voglia di far festa, il sogno delle vacanze.... e tanta paura del futuro.
Una sera, sul divanetto in terrazza a casa di Federico, stavo fumando guardando il paesaggio, Fede era andato a cambiarsi e mi raggiunse.
"Tea, dobbiamo parlare"
Un dobbiamo parlare fa sempre male, crea il panico, l'ansia, l'angoscia; tranne quella volta.
Quella volta avremmo parlato di cose che già sapevamo ma che non dicevamo ad alta voce. Perciò gli feci spazio, lui si sedette accanto a me e mi passò un braccio sulle spalle, io appoggia la testa sul suo petto
"Vuoi un tiro?" proposi passando la sigaretta
"Solo un tiro" disse aspirando
"Ti calma vero?" chiesi
"Vero" confermò, lo guardai negli occhi e ci scambiammo un bacio profondo, sentivo una lacrima spingere per uscire, ma non volevo che sapesse che soffrivo, avrebbe sofferto di più.
"Sono pronta" gli dissi forzando un sorriso
"La settimana prossima c'è un'amichevole" iniziò e si fermò
"Fede, tranquillo, vai avanti" gli dissi con la voce rotta
"Alla fine di quella partita avrò bisogno di una tua risposta; mi seguirai al Liverpool o no?" chiese, volevo sprofondare. Avevo sperato con tutto il cuore che scegliesse la Juventus, Torino non era così lontana. Ma Liverpool....
"Abiteremmo insieme e non dovresti pagare niente, ti aiuterò con l'università. Puoi trovarti un lavoro per essere più indipendente se vuoi, so che ci tieni; ma non dirmi di no per i soldi. Quelli non sono un problema, non rinunciare a noi per i soldi. Promettimelo."
"Ma Fede...." provai a protestare
"Promettimini che non dirai di no per i soldi" disse prendendomi la mano
"Te lo prometto" gli dissi sincera, alla fine sapevo anche io che non avrei rinunciato a noi per i soldi
"Tea Paradiso, cos'ho fatto per meritarti" sussurrò contro i miei capelli
"Mi chiedo lo stesso ogni giorno" dopo tanto tempo era bello stare lì come se fossimo destinati ad appartenerci per sempre.

"Massimiliano basta ora, me lo devi dire!" ero molto più che incazzata nera
"Tea, fatti gli affari tuoi, va tutto bene" rispose lui in tono arrabbiato
"Non va tutto bene! Credi che non conosca Remie? Che non ci tenga? Sputa il rospo Massimiliano non ce la faccio più" Massimiliano mi fissò a lungo attraverso la telecamera
"Smettila di impicciarti"
"Ma non lo sento praticamente più! E se lo sento se la sbriga in poche parole! Mi manca, sai quanto gli voglio bene. Non mi ha neanche detto perché è sparito" mi lamentai, Remie mi mancava davvero tanto. Ogni volta che lo chiamavo tirava fuori una scusa diversa, e lui non mi chiamava più.
"Se vuoi sapere, chiedi a lui. Sai che saremo in Italia tra qualche giorno"
"Allora c'è qualcosa" esultai
"Maledizione...quando lo saprai però la tua faccia sarà tutt'altro che felice" mi disse
"Non puoi lasciarmi così, ti prego" la mia preoccupazione stava toccando le stelle "Massi dimmi solo quanto brutto è"
"Non di vitale importanza, ma non sta neanche bene. Sento le chiavi nella serratura, ciao Tea" disse e spense in fretta il collegamento. Mi buttai nel letto, premetto il cuscino contro la bocca e lasciai un urlo.
Remie cosa mi stai nascondendo?

O Lord, O Lord, what have I done?
I've fallen in love with a man on the run
O Lord, O Lord, I'm begging you, please
Don't take that sinner from me
Oh, don't take that sinner from me

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora