From the dining table, Harry Styles

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TEA PARADISO
Arrivare allo stadio non era stato di certo facile. Per me che da sola per la prima volta non facevo mai nulla poi. Infatti mi ero persa, giusto un paio di volte, e lo zaino mi si era pure incastrato nelle porte della metro.
Avevo però trovato un bar carino, personale poco simpatico ma con delle panche all'aperto, e ci proiettavano pure i film d'estate. Anche il costo non era cosa buona però quando si esce dall'Italia é quasi sempre così.
Quando ero arrivata allo stadio poi, mi ero persa ancora, giravo disperata con il biglietto stretto tra le dita finché uno della Security, esasperato, mi aveva scortato personalmente fino al mio posto. Lì avevo tirato fuori il libro di scienze. Andavo abbastanza male in scienze nonostante volessi fare medicina. Forse però non volevo fare medicina, forse lo facevo solo per i miei. Che casino, come al solito, almeno la coerenza c'era.

"Tea!" e chi mi conosce qui?
"Ehi Vittoria" per fortuna c'era lei!
"Non pensavo di trovarti qui"
"Neanche io...anche se me lo sarei dovuto aspettare...sono io l'unica fuori posto qui" ero sicura di aver aggrottato le sopracciglia come al solito
"Cosa dici, benvenuta nel mondo del calcio" eh magari
"Devi lavorare?"
"Già, intervista post partita, ti porto a bordo campo con me, ti va?"
"Sarebbe fantastico" fantastico era nulla rispetto a quello che sentivo veramente, sarebbe stata un'emozione unica. Però venne fuori come una risposta tirata perché non sapevo esattamente esternare la felicità. Mi riuscivano meglio le emozioni negative.
"Vittoria, posso chiederti una cosa?"
"Certo, dimmi pure" disse sistemandosi accanto a me "Ciao Cristiana" urlò sventolando una mano in direzione di una ragazza che avrà avuto circa la sua età "Ma come fate a gestire le cose tu e Patrick?"
"Perché avete problemi a gestire le cose?" mi chiese lei
"Immaginavo te l'avesse detto" mi morsi il labbro, forse non era giusto parlarne con lei ma mi sembrava adatta per un argomento del genere e provavo già un certo affetto nei suoi confronti
"In effetti si" disse rassicurandomi "ma raccontami un po' meglio, sai come sono i ragazzi..pff"
"Allora, non è iniziata nel migliore dei modi, anzi non è iniziata come inizio. Avevo iniziato a frequentare il suo migliore amico finché lui non mi ha baciata"
"Dove quando come perché?"
"Vittoria!" risi "Alla sua festa di compleanno dove non mi aveva neanche invitato! Lui frequentava ancora Vittoria ma c'era un certo legame tra di noi, puramente di amicizia però. Alla fine ci siamo trovati direi, nel senso era chiaro che uno non poteva vedere qualcun'altro, però lui si è scopato una. Comunque non stavamo insieme, e avevamo litigato. Litighiamo tanto, di solito è colpa mia ma con lui è tutto così diverso. Ma il peggio é stato poco tempo fa, abbiamo rotto e ognuno per le sue, io però mi distraevo con il suo migliore amico ma non ha funzionato, stavo soltanto prendendo in giro me e lui"
"Tea, devo dirti che farsela con il migliore amico non è stata una mossa intelligente. Io capisco tutto il dolore che hai provato ma per lui dev'essere davvero dura vedere sia te che lui" le parole di Vittoria un po' mi facevano male anche se erano vere, volevo piangere,sul serio,
Vittoria se ne accorse "Non piangere, cioè piangi se devi ma non sentirti in colpa, Federico è un ragazzo intelligente, non lascerà che questo vi impedisca di stare insieme"
"Io gli voglio così tanto bene" dissi mentre le lacrime calde iniziavano a farsi strada tra le mie guance, portai una mano sul viso per farle andare via, Vittoria mi si avvicinò con fare materno e circondò con un braccio le mie spalle
"Non voglio bagnarti" le dissi cercando di allontanarmi
"Tranquilla, ora mi prometti che non piangi più. È successo e basta, è finita bene no? Anche Federico ti vuole un mondo di bene, su su sorridi, tra poco inizia la partita, vuoi che ti veda piangere? No, tira fuori la tua grinta e tutto andrà per il verso giusto. Tutto per il verso giusto" sorrisi tra le lacrime, mi passò un fazzoletto e cercai di ripulirmi. Tutti avevano preso posto, le squadre stavano scendendo in campo.
Fede, io sono qui per te.

"Dai ragzzi, attaccate" incitò Vittoria "devo svegliarsi fuori, possono farcela"
"Calcio d'angolo" mormorai, Candreva si era posizionato, cross, l'area di rigore affollatissima, palla in rete, Federico.
Saltai in piedi "Vai Fede" urlai a pieni polmoni, sperano ingenuamente che mi sentisse, Vittoria in piedi esultava accanto a me. Federico si mise a correre con i compagni al seguito, cercava con lo sguardo tra la folla. Dovevamo essere le più agitate dello stadio perché ci individuò relativamente presto e ci raggiunse. Mi guardò e fece il gesto di chi sta scattando delle foto come la prima volta. Avrei voluto avere più denti per sorridere, mi facevano male le guance e se non avevo pianto prima avrei pianto ora. Ero così felice per lui, e il fatto che mi avesse dedicato il goal era solo un grande bonus. Abbracciai addirittura Vittoria quando il numero venticinque dei Viola mi fece l'occhiolino. Mi sembrava di essere uno di quei cagnolini che da quanto sono felici di vederti si fanno la pipí addosso.
Alla fine però la partita non la vincemmo. Vittoria si fece strada per le gallerie mostrando sempre il suo cartellino e ci portò a bordo campo.
Intercettò Buffon per fargli qualche domanda mentre io vedevo i giocatori passarmi accanto senza trovare Federico. Mi girai un po' verso destra e lo vidi seduto sul terreno da gioco che mi dava le spalle.
"Sei il migliore" gli dissi mentre mi inginocchiavo dietro la sua schiena, fece un salto per lo spavento
"E che cazzo" disse riprendendo a respirare regolarmente
"Sai quanta voglia ho di baciarti ora?" un suono gutturale uscì dalla sua bocca alle mie parole e si mise a fissare intensamente le mie labbra
"Vieni qui" fece un cenno con il braccio
mi sedetti accanto a lui e mi abbracciò. Poi mi diede un bacio sulla guancia, non era quello che volevo ma mi sarei accontentata, e poi cercando di coprirci uno veloce sulle labbra.
"Sei tutta rossa"
"Anche tu"
"Si ma io perché ho giocato non perché mi hanno dai un bacio" non riuscivo a smettere di sorridere
"Avete finito voi?" chiese Vittoria che ci aveva raggiunto insieme a Patrick
"Direi di andare a festeggiare" esordì l'attaccante del Milan prendendo in braccio la sua ragazza che emise un gridolino di gioia.

Come al solito quando mi svegliai controllai il cellulare, e ovviamente tutti gli articoli della partita e di Federico.
La foto di noi due seduti a bordo campo era dappertutto, tutti si chiedevano chi fossi, e molti presumevano fossi la sua ragazza. Quel gossip stava spopolando su tutti i social. Sono un'idiota, non dovevo.
Provai a chiamare Federico, mi aveva detto che ci saremmo visti prima dei nostri aerei, ma non mi rispondeva.
Probabilmente era occupato con la squadra.
Aspettai finché potei poi andai in aereo porto, senza aver sentito nulla da parte di Federico.

Woke up alone in this hotel room
Played with myself, where were you?
Fell back to sleep, I got drunk by noon
I've never felt less cool
We haven't spoke since you went away
Comfortable silence is so overrated
Why won't you ever be the first one to break?
Even my phone misses your call, by the way

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora