TEA PARADISO
"On y va" urlò Remie dall'altra parte della porta.
Era stata una giornata stancante, avevo studiato la mattina mentre i due erano a lezione, avevo pranzato da sola continuando a pensare a Federico e poi ero uscita per liberarmi la mente tenendomi occupata con altro.
Massi mi aveva accompagnato in giro, facendomi vedere per l'ennesima volta i suoi luoghi preferiti, fermandosi nella solita caffetteria e portandomi in nuovi posti che aveva scoperto. Si era unita noi sul tardi anche Sarah, una sua amica che avevo già avuto la fortuna di conoscere e che sarebbe venuta a ballare con noi stasera.
"Non ho voglia, andate voi" urlai di rimando ancora avvolta nell'asciugamano distesa nel letto quando sentii la porta aprirsi
"Oh pardon Tea" disse Remie con gli occhi ancora puntati sulle mie gambe, ruotai gli occhi al cielo
"Voi ragazzi siete tutti uguali, esci ora?" Gli dissi prendendolo in giro
"Mi farai diventare pazzo" scherzò lui a sua volta "Vestiti che usciamo, niente storie"
Quindi ecco che mi trovavo in un locale di Copenaghen a ballare insieme a mio fratello e i suoi amici, con l'effetto della canna offerta da Remie in corpo e il cuore leggero. Essere lí mi aveva fatto bene, niente genitori che litigano, niente urla, niente pianti, niente casa, era grata per questa opportunità, ma anche parecchio stanca dopo aver visto l'alba.
"Io vado" dissi a Massimiliano e facendo un cenno di saluto agli altri ragazzi che non potevano capire la mia lingua
"Ti accompagno, non andrai di certo da sola" disse Massimiliano ma io non volevo assolutamente che rinunciasse ancora a stare con i suoi amici per riaccompagnarmi a casa
"Andiamo italiana" disse una voce francese provocandomi un po' di confusione "Da sola non torni, o me o tuo fratello"
"Massi vieni tu allora, Remie non siamo neanche parenti non voglio rovinarti il divertimento"
"Dai andiamo, cherie. Insegnami come ci si comporta quando si ha una sorella più piccola" disse il francese parendo a passo spedito. Mentre stavamo camminando un ragazzo ubriaco si avvicinò a noi parlando il danese, io non capivo nulla ma Remie non sembrava contento e iniziava a strattonarmi per farmi andare più veloce
"Che dice, Remie?"
"Niente, andiamo" rispose con urgenza "inizia a correre, Tea"
"Remie, perché si sta abbassando i pantaloni?" Gli chiesi spaventata sentendo i piedi farsi più pesanti e la presa di Remie il mio braccio
"Tea, muoviti!"
"Oh mio Dio" urlai disgustata quando il ragazzo fu senza mutande a toccarsi il pene sorridendomi maliziosamente. Iniziai a tremare sentendo il bisogno di vomitare "Fuck, hurry up Tea" urlò Remie facendomi riprendere dal mio stato di trance, corsi con tutto il fiato che avevo, Remie dietro di me cercava di raggiungermi. Feci i gradini a due a due e aprendo la porta ala velocità della luce mi buttai sul primo letto che incontrai ancora visibilmente scossa.
Remie si distese vicino a me accarezzandomi la schiena mentre piangevo e sussurrandomi parole dolci lasciandomi baci sulla testa
"Ca va bien, Tea, ci sono io"
"Cos'ha detto quel ragazzo?" chiesi tra i singhiozzi, volevo saperlo ad ogni costo "Dimmelo ti prego"
"Non ha detto belle cose, credimi, dimenticati tutto, lui voleva che tu..."
Rabbrividii e mi strinsi a Remie che mi teneva stretta quasi avessi paura che scomparissi, volevo dimenticarmi tutto.
"Stai con me fino a che non mi addormento?" gli chiesi sfilandomi il vestito e fregandomene altamente di essere solo in intimo, dopo quello che era successo avevo solo bisogno di qualcuno che ci fosse per me, non provavo imbarazzo in quel momento, solo paura
"Certo" disse lui restando solo con la maglietta e rifugiandosi sotto le coperte per abbracciarmi e cercare di calmarmi."Oh mio Dio! Toglile le mani di dosso pervertito!" sentii qualcuno urlare in lontananza e richiamarmi dal mondo dei sogni
"Stai zitto idiota, la svegli" disse Remie pacato
"Esci subito dal letto" continuò a urlare la voce che ora avevo capito appartenere a mio fratello.
Poi sentii il calore del corpo di Remie scomparire e aprii gli occhi trovandomi a fissare la finestra
"Ora ti spiego Massimiliano, mon dieu, non sai cos'è successo" disse e sentii la sua voce sempre più distante.
Dopo una decina di minuti sentii il letto sprofondare e quello che riconobbi essere mio fratello abbracciarmi "Oh Tea, mi dispiace così tanto, non posso immaginare quanto tu stia male ora"
"Massi tranquillo, non è successo nulla di troppo grave" cercai di rassicurare più me che lui
"Poteva andare molto peggio, mi dispiace, mi dispiace" mentre gli accarezzavo i capelli tornò nella stanza Remie che si buttò a sua volta nel letto e poi entrò Sarah, che dedussi aver dormito qui, con Massimiliano forse?
I due iniziarono a farmi il solletico e sentii il click di una foto, Sarah doveva aver immortalato il momento. Poi si buttò anche lei con noi, e per quel momento non feci altro che ridere."Fai buon viaggio, non perderti, presta attenzione, vorrei poterti accompagnare più in là" mi disse per l'ennesima volta mio fratello
"Spero solo di non perdermi" gli risposi cercando di rassicurarlo con un sorriso. Anche se erano passati due giorni dal brutto incidente questa era la prima volta che mi trovavo da sola e sentivo già il battito del cuore accelerare. Iniziai ad avviarmi verso il mio volo respirando profondamente e pregando.
L'attesa era noiosa e ansiosa, tentavo di distrarmi il più possibile messaggiando con qualcuno o scrollando qualche social. Poi mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto, era una foto. Mille pare iniziarono a girarmi per la testa, guardai lo schermo aspettando di capire cosa fare, poi arrivò un altro messaggio, era Sarah. Aprii la foto, eravamo io, Remie e Massi nel letto, tutti e tre sorridenti e felici. Decisi di pubblicarla anche se si vedeva che ero in reggiseno, alla fine non si vedeva nulla di scandaloso.
Finalmente mi imbarcai, infilai le cuffiette nelle orecchie e feci partire la playlist.
E mentre ascoltavo la mia musica pensavo a quanto fosse sfigata quando prendevo l'aereo, persone rumorose, bambini troppi rumorosi, vicini di sedile irrequieti e turbolenze. E se l'aereo fosse caduto? A chi sarei mancata? A mio padre? No, ma alla mamma si, Erminio di sicuro mi voleva bene ma non aveva quel bel rapporto che aveva con Massimiliano. Eda e Annachiara di sicuro, anche Giacomo, alla fine erano amici anche dopo mille litigi, e Federico? A Federico sarebbe mancata? Avrebbe pianto? Avrebbe rimpianto qualcosa?
I miei stessi pensieri mi misero di cattivo umore, chi avrebbe studiato ora, mi chiedevo aprendo i libri.When I look into your eyes
I see rainbows in the skies
Baby when you're close to me
I know you are ma cherie
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90° minuto || Federico Chiesa
FanfictionCosa succede quando il mondo anonimo di un'adolescente di città incontra quello luminoso e chiacchierato di un calciatore di serie a?