Hide Away, Daya

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FEDERICO CHIESA
Una serata a parlare di me, del mio futuro, di come stesse andando con la Fiorentina. Una serata di domande su mio padre, sulla mia vita privata e, ovviamente, su chi frequentassi.
Passai da un giornalista all'altro, ad ogni angolo c'era qualcuno con cui dovevo parlare, a cui dovevo sorridere e raccontare qualcosa.
Ogni volta che si distraevano cercavo Tea con lo sguardo. Avevo chiesto a Biraghi, Gil Dias e Astori di controllarla. In primo luogo da Lo Faso, poi da qualsiasi ragazzo che la guardasse; avevo già rischiato di perderla, non me lo sarei permesso un'altra volta. O forse sì, quella ragazza mi stava facendo il filo, e si vedeva pure da lontano. Toccava sempre il mio braccio più del dovuto e rideva ad ogni cosa cosa che dicessi.
Tea non avrebbe mai fatto così, non mi avrebbe neanche sfiorato, troppa la timidezza. E poi non avremmo mai parlato del nulla, mi avrebbe detto di Jesse Owens e della Scuola di Berlino, avrebbe maledetto quei tacchi troppo alti e mi avrebbe confessato che quel vestito in realtà non era di marca. Mi avrebbe chiesto il mio segno zodiacale e quanto ci stessi male per non avere una vita normale.
La mia Tea era diversa, era speciale.
La cercai con lo sguardo smettendo di prestare attenzione a quella ragazza, stava ballando circondata dai miei compagni saltellando sulla scarpe da ginnastica che di sicuro indossava sotto il vestito lungo.
Poi inizió un lento e Giovanni la invitó a ballare, arrossì e ballarono chiacchierando nel frattempo, una volta rise così tanto che buttó la testa all'indietro.
Giovanni teneva le mani perfettamente al loro posto, e anche Gil Dias quando la fece ballare con lui in seguito. Perché non potevo ballare io con lei? Farla ridere come gli altri e magari strapparle un bacio mentre nessuno stava guardando.
Guardai la ragazza che mi stava parlando, e che avevo smesso di ascoltare e le dissi "È stato un piacere conoscerti, devo andare"
"Ma non abbiamo finito" mi urló dietro le spalle facendomi ruotare gli occhi al cielo, la ignorai e raggiunsi Gil picchiettandogli la spalla
"Grazie per il servizio prestato signore, sono venuto a riconquistare la mia dama" gli dissi scherzosamente, Tea si alzó sulle punte per ringraziarlo e dargli un bacio sulla guancia, ma sapevo quale era il suo scopo. La presi tra le braccia e la tenni vicino a me il più possibile
"Cosa credevi di fare con quel bacio Tea? Lo so che l'hai fatto solo per farmi ingelosire" le sussurrai all'orecchio per poi baciarla ripetutamente nel collo
"Non credi che già lasciarti ballare con loro sia stata una tortura per me? Non sai cosa mi fai, Paradiso" le dissi tra un bacio e l'altro
"Fede.." sussuró con piacere "ci vedranno tutti se continui"
"Non mi importa ora" le risposi, ma poi il sangue mi tornó al cervello, o forse ci arrivò per la prima volta "Ci vediamo dopo?" Annuii un po' triste e mi bació troppo velocemente, per poi trascinarmi vicino agli altri.
"Finitela di guardarvi così per l'amor del cielo" disse esasperato Giovanni
"Così come?" chiese Tea corrucciando le sopracciglia, mi morsi il labbro trattenendomi dal baciarla
"Come se vi steste scopando con gli occhi!"
Tea rise e io diventai rosso di sicuro, effettivamente quel vestito le stava troppo bene e se continuava a strusciarsi addosso a me in quel modo non sarebbe finita diversamente.
Dopo qualche canzone tornai ad occuparmi del mio lavoro e della mia immagine a malincuore, quando mi allontani Tea era già tornata a ballare con gli altri.
Ma non la persi di vista un secondo, anche se più di guardarla non riuscivo a fare altro.
Stavo proprio guardando la pista da ballo mentre discutevo con qualche dirigente della Fiorentina che la vidi cadere, la mia mano lasciò istintivamente il bicchiere che avevo in mano che si ruppe al contatto con il suolo
"Federico, tutto bene?" chiese uno di loro
"Scusatemi un secondo" dissi senza guardarli per farmi strada verso la pista da ballo
"Tea, stai bene?" Sentii Giovanni chiederle accanto a lei
"Mi fa male la caviglia" si lamentó allacciando le braccia attorno al collo del ragazzo che cercava di sollevarla
"Cosa è successo?" chiesi al gruppetto
"Sono inciampata su questi tacchi di merda, li metto una volta all'anno e mi fanno questo!" sputó velenosa "Riesco a camminare, tranquilli" disse ma appena appoggió il piede per terra si resse al mio braccio per non cadere. Alla sua smorfia di dolore mi maledissi per non esserle rimasto accanto tutta la sera
"Vado a prendere del giacchio" esordì Gil Dias
"Sentiamo un fisioterapista o un medico della Fiore,no?" chiese Biraghi
"No" dissi subito "niente Fiorentina, fuori da questo mondo, già non so come mi abbiate convinto a portarla"
"Non è stata un'idea tua portarmi qui? Non è stata una tua idea invitarmi? Tu non mi volevi qui?" l'espressione di Tea era tra il deluso e l'arrabbiato
"Tea, posso spiegarti" le urlai contro
"Vallo a spiegare a qualcun'altro" urlò lei di rimando attirando gli sguardi di qualcuno "Vai a difendere la tua immagine" sibiló poi, e come se non ci fossi mai stato disse a Giovanni "Ci sediamo così chiamo qualcuno che mi porti in ospedale?"
"Ti porto io dai, tanto tutte le domande sul confronto con mio padre le ho risposte, il Cholo è inimitabile, chi sono io?" disse con amarezza Simeone, che non reggeva il confronto del padre, ancora troppo più bravo di lui
"Vengo anche io,okay?" sentii parlare Gil Dias ma poi il resto della conversazione lo persi perché Biraghi mi si avvicinó "Capisco quello che vuoi dire amico, dalle tempo, parlatevi, non perderla" disse prima di accompagnarmi verso un giornalista che ci faceva segno di avvicinarci.
Guardai un'altra volta oltre la mia spalla e vidi la mia Tea in braccio a Giovanni, mentre Gil Dias dietro portava via tutte le loro cose.

Quando tutto fu finito chiamai Simeone
"Gio, come sta?"
"Tutto bene, si è presa solo una storta, siamo da me ora, vuoi venire?" chiese mi stupii
"Credevo fossi dalla sua parte" gli risposi
"Sono dalla stessa parte dove stiamo tutti quanti, idiota! È che è di là e continua a lamentarsi di te, e un attimo dopo piange, ho paura che sia bipolare o non so cosa. Fino a poco fa Gil riusciva a farla ridere ma adesso è andato via"
"Arrivo" riattaccai

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora