Come la nazionale, Virux e Kappa-O

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FEDERICO CHIESA
"Sono contento che tu venga in Inghilterra" le dissi accarezzandole una guancia mentre leggeva Nietzsche accoccolata tra le mie gambe in camera di suo fratello, la più bella della casa
"Non me lo perderei per niente al mondo" mi guardò dimenticandosi per un attimo gli appunti. Mi avvicinai alle sue labbra e gliele baciai piano e profondamente, intrecciai le dita con le sue. Mi calmava così tanto sentirla che avevo bisogno non si staccasse più
"Vorrei partire con te"
"Così non solo mi uccidono i tuoi che ti faccio andare male a scuola, ma anche Pioli, Di Biagio, mio padre e il mondo del calcio perché non sono concentrato"
"Perché io?" chiese con tono insicuro dal nulla
"Perché tu cosa?"
"Perché tra tutte le ragazze io?"
"Non lo so perché. Forse mi hai stregato"
"Mi stai dando della strega?" un sorriso furbo danzava sulle sue labbra
"Forse" le dissi distendendoci di più "Perché io? Tra tutti i ragazzi che ci sono"
"Perché stai diventando ricco e famoso"  alzò le spalle e mi diede un bacio sul collo girandosi tra le mie braccia in modo che fosse distesa sopra di me guardandomi in faccia
"Forse sono troppo dentro questa cosa, e anche se fosse vero non mi importerebbe" dissi
"Forse io sono troppo dentro questa cosa e anche se così non fosse non me ne importerebbe" rispose lei
"Staresti con me se non fossi un calciatore?"
"Vorrei stare con te anche se fossi la persona che ha meno voglia di fare del mondo a patto che tu rimanga sempre così come sei"
"Tea..." in quel momento, forse, avrei potuto dirle di amarla. Forse sarebbe stato vero, forse no, però avrei potuto dirlo in ogni caso. Ma forse non era il caso.
"Dimmi"
"No, nulla" non insistette, di solito l'avrebbe fatto. Avrebbe insistito finché le si sarebbero consumate le corde vocali, mi avrebbe minacciato, picchiato, ignorato, le avrebbe provate tutte, ma forse aveva capito, e forse anche per lei era meglio che io non dicessi nulla
"Ci devi andare per forza dai tuoi amici?" stava così bene lì sopra di me beata
"No, non per forza..."
"Ma sappiamo entrambi che vuoi" continuò lei
"Sai cos'altro voglio?" chiesi, scosse la testa e io diedi un colpo di anche in alto facendola sospirare "te". Presto eravamo entrambi svestiti, con la luce del sole che tramontava, senza nessuno in casa e la vista sul fiume. Se Massimiliano avesse scoperto quello che stavamo facendo in camera sua sul suo letto...Tea si muoveva sopra di me, aiutata dalle mie braccia mentre colpivo quel punto che le faceva gettare la testa indietro. I suoi seni, piccoli, rimbalzavo per i movimenti, la piegai verso di me e attaccai la bocca intorno ad uno di essi iniziando a succhiare, faceva sempre i suoni più belli.

"Che hai?" Pietro mi guardava con un sopracciglio alzato
"No, nulla" risposi continuando a pensare a Tea poco prima
"Sorrisetto furbo, rilassato, con la testa tra le nuvole... sappiamo tutti cosa vuol dire" disse Gianmarco
"Sesso" chiarì Vittorio facendo sbattere la sua birra con quella di Gian
"Com'è a letto?" mi chiese Matteo. Era strano parlarmene ad alta voce anche se lo avevamo sempre fatto. Era più personale di tutte le altre volte ed ero geloso di quello che succedeva tra di noi, ma con quei ragazzi c'ero cresciuto insieme e un po' volevo anche vantarmi.
"Spaziale" un coro di Ooooh si levò dai miei amici "la adoro"
"Ha l'aria di una brava" disse Gianmarco
"Si ha qualcosa, però te ne accorgi solo se la conosci" disse qualcun'altro, continuavano a parlare ma non li ascoltavo più, mi stava crescendo una rabbia assurda. Insomma io ero lì, io c'ero, e loro parlavano di lei in quel modo, loro non erano me, potevano ascoltare ma non parlare
"Chiudete la bocca" mormorai "chiudete quella fottuta bocca" ripetei "Zitti" finalmente mi ascoltarono
"Che cazzo stavate dicendo?" Nessuno parlò
"Fe' ti stavi vantando tu eh"
"Si ma non dovete pensare neanche lontanamente di scoparvi via morosa"
"Fede, ci scusiamo per quello che abbiamo detto ma mai pensato neanche lontanamente di scoparmi tua morosa, croce sul cuore" disse Pietro con la sua solita felpa nera.

"Ehi" mi voltai verso quel richiamo anche se non ero sicuro stessero chiamando proprio me "rilassati un poco" era Candreva e stava parlando proprio con me. Era strano essere in uno spogliatoio con certe persone, calciatori che vedevo solo in tv, con cui non avrei mai pensato di dividere il campo
"Puoi parlare, non mordo" mi disse sorridendo
"Scusa" mormorai imbarazzato, ma dove cazzo è Patrick quando serve
"Ha fatto così anche con me" il Gallo parlò "però non sono proprio sicuro che non morda...mi hai fatto male Antonio!"
"Ridillo e ti mordo sul serio" minacciò scherzosamente l'attaccante del"Inter. Patrick entrò nello spogliatoio
"Ciao ragazzino" esclamò Bonaventura vedendolo entrare
"Che cazzo stavi facendo?" gli sussurrai cambiandomi
"Eh, ho portato Vittoria a fare un giro..."
"Vittoria é qui?" Gli chiesi senza lasciarlo finire
"Unisce il dovere al piacere" disse facendomi l'occhiolino
"Grazie al cielo, non so se ero più preoccupato per la partita o perché avrei lasciato Tea in balia di...nessuno"
"Oh no" sbuffò "non dirmi che viene. No, no, no, sei pazzo, oh mio dio, pazzesco"
"Che ti prende Pa'? Stai male?"
"Amico, te la stai portando in Nazionale, la tua prima partita..."
"Sì, lo stesso stai facendo tu"
"Ma tutti sanno chi è Vittoria per me, ti stai confondendo e stai confondendo Tea..."
"Ho fatto male?"
"Non ho la scritta Giovanni Simeone psicologo in fronte, l'unica cosa che posso dirti è boh, pensaci" disse il saggio Patrick
"Pensiamo al calcio e basta?" chiesi rassegnato
"Al calcio e basta" concordai allungando il pugno.

Il cuore mi batteva mille battiti al secondo, sentivo tutto il peso della nazionale sulle spalle. Era il mio momento e non potevo sprecarlo. Cioè, in realtà potevo e ci sarei anche potuto riuscire ma non avevo nessuna intenzione di farlo.
"Pronto, novellino? No no, che è quella faccia" disse Immobile
"Mi fregherà l'emozione"
"Niente paura, testa alta e tega dura" scoppiai a ridere.
Eravamo tutti in campo, mi guardai intorno, i nostri tifosi e i tifosi Argentini, il doppio rumorosi. Cercai Tea tra la folla, non sapevo bene dove fosse, guardai tra la folla, li passai velocemente per cercare Tea, ma non c'era. Riguardai e non la trovavo "Stai cercando la filarina?" chiese Immobile, quasi saltai per lo spavento
"No..io...no"
"Qualunque cosa ci sia tra voi due testa in campo" mi ammonì "si inizia"

e come la nazionale, chi è più in forma scende in campo

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora