Stasera, Ultimo

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TEA PARADISO
"Così?" chiesi alle mie amiche
"Mmh" Annachiara storse il naso
"No" disse Eda
"È tipo il centesimo che bocciate" esclamai esasperata
"È tipo il centesimo che fa schifo"
"Servirebbe qualcosa di semplice ma un po' elegante..." meditò Annachiara
"Ma voi avete avuto tutti sti problemi per conoscere i genitori?" chiesi
"I genitori di Gil non li conosco"
"Quando ho conosciuto i genitori di Giulio eravamo ancora amici quindi..."
"Anche io li conoscevo da piccola quindi posso fare un po' quello che voglio" sorrisi alle mie amiche
"No" risposero in coro
"Beh mi arrendo" dissi buttandomi nel letto, Annachiara e Eda si unirono subito, i vestiti giacevano per terra, nessuna diceva una parola
"Usciamo stasera?" buttai là
"Stupida" disse Eda, Annachiara mi gettò il cuscino in faccia
"Anche lui doveva essere un po' agitato la prima volta"
"Macché, mi ha riportato a casa e mia madre l'ha costretto a fermarsi" mi lamentai, poi iniziammo un po' a parlare del più e del meno di quello che avevamo condiviso, di quello che ci avrebbe aspettato; finché non arrivò Federico
"Tea, sei pronta?" disse entrando in camera
"Mmh Mh" annuii con gli occhi chiusi ancora nel letto
"Ciao" dissero le mie amiche nella mia stessa posizione
"Ragazze!" esclamó lui "le avete consigliato di mettere il pigiama?"
"No, di non mettere nulla di quello che ha" rispose Eda
"Ma è tempo di andarcene, ciao Tea, buona fortuna" disse Annachiara
"Salvatemi" finsi di esalare l'ultimo respiro ma loro se ne andarono lo stesso. Federico si stese accanto a me e iniziai a lasciare baci sulla sua guancia.
"Non funzionerà" mi disse "il sesso non funzionerà a lasciarti a casa"
"Non era quello il mio intento" dissi fingendo sdegno
"Falsa, vestiti ora"
"È troppo difficile, mi vesti tu?" ritentai
"Non provarci, ho detto che non funzionerà" rimarcò lui
"Almeno dimmi cosa devo mettere!" mi lamentai
"Andiamo in una specie di trattoria gestita da una famiglia di cui siamo amici, mettiti quei pantaloni grigi e quel maglioncino leggero là"
"Sissignor capitano" esultai alzandomi

"Smettila di mangiarti le unghie" mi rimproverò in macchina. Sembrava sempre tutto serio e concentrato quando guidava ma si accorgeva di tutto. In realtà le unghie se le mangiava anche lui ogni tanto, ma non glielo facevo mai notare. E poi mi mangiavo le pellicine io, c'è molta differenza.
I capelli sembravano più chiari del solito, gli occhi stanchi e il viso aveva un'ombra di preoccupazione addosso. Indossava dei pantaloni beige e una felpa chiusa senza cappuccio da cui usciva il colletto di una maglia bianca. Improvvisamente iniziò a sorridere, si era accorto che lo stavo fissando
"Maledizione" sussurrai tra me e me, lui sorrise un po' di più
"Non devi preoccuparti, anzi devi sentirti fortunata, il tuo ragazzo è bellissimo e anche se tu sei più bruttina ti farà brillare con la sua luce"
"Simpatico e divertente pure, non potevo chiedere di meglio" sbuffai incrociando le braccia al petto, lui mise una mano sulla mia coscia e l'accarezzò, io ci misi sopra una delle mie e la strinsi sorridendo mentre guardavo il gesto, con un semplice tocco faceva sparire le mie paure.
"Fe'"
"Dimmi"
"Dici che ci passo ancora per le porte con tutte le corna che ho?" chiesi, scherzavo
"Pensi che faccia ridere?" mi chiese troppo serio
"Effettivamente lo pensavo ma tu non sei della stessa opinione direi"
"Dici bene, ma ammetto che avrei riso per la spontaneità con cui ti è uscita, siamo arrivati"
Scendemmo, e prima che potesse andare avanti catturai Federico in un bacio lento e profondo, avevo bisogno di sentirlo con me più del normale, quando ci staccammo mi disse "Ehi, e questo a cosa lo devo?"
"Ho bisogno di te" dissi facendogli gli occhioni, che in realtà non sapevo fare, ma mi piaceva pensare di saper fare. Lui si guardò intorno e mi diede un altro bacio attirandomi a sè per il sedere, mi fece gemere piano e baciarlo ancora di più. Quando mi staccai le sue labbra erano tutte rosse e i capelli scompigliati per la furia con cui ci avevo passato le mani
"Meglio che le tue labbra tocchino le mie per calmarti, che una sigaretta" disse e avrei voluto dargli un altro bacio ma eravamo già in ritardo, mi prese la mano ed entrammo.

Subito gli occhi dei commensali furono sulle nostri mani intrecciate, Federico lasciò andare la mia e il mio cuore fece un tuffo.
Camminò da solo e salutò tutti sorridendo poi si girò verso di me e disse "Lei è Tea" io sorrisi nervosa, troppo nervosa e strinsi la mano ad uno ad uno dicendo ogni qualvolta che si alzavano Stia pure seduto, Stia pure seduta, Non si alzi per favore come mi aveva insegnato il mio babbo, per lui l'educazione era fondamentale.
Federico mi fece cenno di sedermi accanto a lui, davanti avevo Gianmarco e alla mia destra Adele, le sorrisi timidamente prima di sedermi.
"Qua prendiamo sempre le stesse cose, due piatti di pasta e una teglia di tagliata, più le patatine fritte e una bottiglia di Coca-Cola, ultimamente prendiamo anche un piatto di dolci misti" mi istruì Gianmarco "perciò lascia perdere ogni intenzione di scegliere per i conti tuoi"
Federico stava parlando con suo padre e io non sapevo esattamente cosa fare, ma Adele aveva, per mia sfortuna, un sacco di domande da farmi, incoraggiata dalla sua amica e sorella di Gianmarco
"Quanti anni hai?" mi chiese
"Ne ho compiuti diciannove poco tempo fa"
"Sei più piccola di Federico" disse titubante
"Sì, di due anni, tu quanti anni hai?"
"Quindici"
"Cosa studi?" le dissi per continuare la conversazione, speravo che Federico mi stringesse la mano ma sapevo che non l'avrebbe fatto, ci avevano guardato troppo male quando eravamo entrati e a lui non era piaciuto
"Faccio il liceo linguistico" ogni risposta era secca così, non sapendo più cosa dire mi rivolsi a Lara, la sorella di Gianmarco
"Tu invece?"
"Lo scientifico, tu vai ancora a scuola?"
"Sì, sto facendo l'ultimo anno del liceo classico"
"Odio il latino" mi disse
"A chi lo dici" e ridemmo insieme, Adele intanto aveva tirato fuori il suo telefono
"Che ridete voi qui?" ci chiese Gianmarco
"Sei sempre in mezzo" disse sua sorella
"In un certo senso posso confermare" intervenne Federico che, senza che me ne accorgessi, aveva terminato di parlare col padre. Gli pestai un piede provocandogli una smorfia
"Che hai?" gli chiese Lorenzo
"No, nulla un crampo" rispose fingendo un sorriso rassicurante
"Allora, Tea, cosa fai nella vita? Federico non ci racconta nulla" disse suo padre, e sarei potuta sciogliermi per adorazione e paura
"L'ultimo anno del liceo classico" risposi subito
"Babbo, non so se l'hai capito ma lei è la figlia dei Paradiso" disse Federico, lo guardai stupita, perché non gliel'aveva ancora detto
"Francesca, ma è la figlia dei Paradiso!" disse subito il padre Enrico alla moglie, alla signora Francesca però era chiaro che ancora non piacevo
"Abbiamo cenato con i tuoi genitori il mese scorso, e non ci hanno detto nulla della vostra relazione" mi disse
"Probabilmente perché non stavamo insieme in quel periodo" gli dissi cortese, anche se era più probabile che il motivo fosse semplicemente che i miei parlavano solo dei successi dei loro figli, e non avendo io successi, non parlavano di me
"Mi sembra che stiate insieme da un bel po' di mesi" disse lui aggrottando le sopracciglia come faceva Federico, erano uguali in quel modo
"Alti e bassi" intervenne il figlio
"Cosa vuoi fare dopo?" mi chiese il padre di Gianmarco che era seduto accanto a Lorenzo
"Ancora non lo so, i corsi di studio sono veramente tantissimi e non saprei dire cosa preferisco. Medicina però è una delle mie preferenze"
"Dura entrare, e magari cambi anche città" disse Gianmarco
"Già, non so proprio dove sarò l'anno prossimo" con la coda dell'occhio vidi Federico irrigidirsi, mi morsi l'interno della guancia
"E tu?" chiese a Federico il padre di Gianmarco "Fiorentina o no l'anno prossimo?"
"Non lo so, dobbiamo vedere bene, non vorrei andare in una big e non giocare, ma non sono sicuro di voler restare qui a Firenze per sempre"
"Vi lascerete l'anno prossimo?" chiese curiosa Adele creando tra me e Federico un imbarazzo mai provato prima
"Tu parli dell'anno prossimo, loro non sanno se arrivano a domani" ironizzò Gianmarco facendo sorridere sia me che Federico
"Da quanto state insieme?" chiese Lara
"Se contiamo dall'ultima volta in cui ci siamo messi insieme direi ieri" rispose Federico continuando a sorridere "se no la volta in cui gliel'ho chiesto per la prima volta era a febbraio"
"Quante volte vi siete lasciati?" chiese Lorenzo divertito
"Non le ho mai contate" gli risposi
"Forse non siete fatti per stare insieme" disse Adele, non dovevo andarle a genio proprio per nulla, guardai Federico terrorizzata, su cosa rispondere, su cosa pensasse lui, i suoi occhi mostravano smarrimento ma rispose lo stesso "Siamo speciali, due rockstar" Gianamarco quasi si capottava per quella risposta da quanto stava ridendo. La madre di Federico non mi aveva rivolto la parola, sua sorella mi odiava in pratica, suo fratello era neutrale e il padre sembrava a favore della relazione. Poteva andare peggio dai.
"Posso dormire da Federico?" chiese Adele alla madre che le diede il permesso, così, senza neanche chiedere a noi se andava bene, o anche solo a Federico. Cercai il suo sguardo ma non mi stava calcolando.
"Anche io voglio" urlò Lorenzo
"Va bene, allora passiamo per casa così prendete gli zaini e domani vi accompagno tutti e tre a scuola"
Wow, mi sentivo dodicenne anche io
"Tre?" chiese sua madre perplessa
"Adele, Lorenzo e Tea" rispose lui ovvio
"Ah" fu tutto quello che disse lei
Ah.

Parlo di cose che non ci sono, senza un motivo
E tutto quello che chiedo
È avere te che detesti
Litigarci il cuscino
Mentre di notte calpesti
Resti stasera, resti di sera
Che fuori piove e non ho voglia di altro stasera

Non volevo pubblicare oggi però ho veramente bisogno del vostro aiuto.
Non manca proprio poco, ma non manca neanche tanto. Vorrei davvero portare questa storia avanti con me, ma tutto ha una fine.
Stavo pensando però di scrivere altro, per non sentire nostalgia.
Avevo in mente Julian Draxler, anche se la mia preferenza era un giovane talento italiano.
Mi farebbe veramente un sacco piacere se mi diceste cosa ne pensate, se Draxler, cambiare calciatore, o non scrivere proprio nulla.
Grazie di cuore <4

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora