Chiodo fisso, Eugenio in Via Di Gioia

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TEA PARADISO
"Ti sto odiando da morire" mormorò strofinandosi gli occhi quando suonò la sveglia alle tre di mattina
"I miei genitori ti stanno amando invece" dissi avvicinandomi a lui, Federico si era offerto di portarmi al luogo di ritrovo della gita di classe molto spontaneamente, dopo avergli promesso qualcosa in cambio perlomeno
"Non troppo dal momento che abbiamo dormito insieme in casa loro"
"Gli passerà, ora smettila di essere freddo e distaccato, dammi un po' di affetto prima di andare via"
"No, alzati e finisci di prepararti la valigia, avrai dimenticato metà di quello che ci doveva essere dentro"
"Ti sto odiando da morire" dissi roteando gli occhi al cielo facendolo sorridere.

"Finalmente ti fai una settimana in pace" disse Elisabetta a Federico dopo che l'aveva aiutata a caricare la valigia nel pullman. Si erano conosciuti, tempo fa, quando Federico passava a salutarmi in aula studio
"Ehi!" esclamai indignata
"Tea, mi dai una cartina?"
"E smettila di fumare tu" la rimproverò scherzando Federico, però era vero, fumava tanto, tanto che avrei potuto descrivere la nostra amicizia in tre parole: caffè, sigarette e fragole.
"Dobbiamo morire tutti" rispose col filtrino in bocca
"Fammi indovinare, rizla ultra slim" azzardò lui
"Ti ha istruita bene" commentó la mia amica
"Regà, avete spazio in valigia?" Serena arrivò trafelata tenendo il beauty-case tra le mani
"Quel coso è più grande di te" le disse il 25 della Viola
"Ah ah, simpatico, perché te lo sei ripreso?" disse Serena rivolgendosi a me
"Perché è ricco e famoso" risposi ovvia guadagnando un'occhiataccia da Federico
"Non mi fido a lasciarla con voi due" commentó il calciatore "Bacco, tabacco e Venere..."
"Ma se si diverte e basta con noi!" esclamarono all'unisono
"Accendino?" chiesi, me ne arrivò uno verde in mano
"E quando te la sei girata tu quella?" chiese lui spaventato
"Se ti perdi a guardare le mie amiche.." Federico si avvicinò per baciarmi ma Serena interruppe
"Non provate neanche a limonare alle quattro del mattino davanti a me, Betta saliamo sul pullman"
Quando furono salite, dopo aver finito la sigaretta ovviamente, rituale sacro, feci per baciare Federico
"Puzzi troppo" si lamentò allontanandomi
"Che cosa romantica da dire" commentai "allora vado anche io" mi afferrò per un polso e i muscoli del viso si contorsero in una smorfia
"Scusa" mormorò guardando i lividi ancora evidenti di sabato sera
"Se ti facessi causa farei un sacco di soldi" scherzai, ma il suo viso non si era rasserenato
"Va tutto bene" gli dissi prendendogli il viso tra le mani "ora ci salutiamo anche se puzzo?"
"Anche se mi facessi venire la nausea" disse prima che le sue labbra entrassero in contatto con le mie.

"Porca puttana" imprecai
"Regà, sto morendo" comtinuò serena
"Gambe o polmoni?" chiese Giacomo mentre continuavamo a salire la Tour Eiffel
"Polmoni polmoni" rispose Elisabetta
"Se fumaste meno"
"L'unica ciminiera è la Betta" mi lamentai
"Si chiama sopravvivenza" esclamò lei
"In realtà morte" corresse Giacomo
"Per vedere cosa,poi? Parigi dall'alto? Wow" criticai
"Però devi ammettere che la vita è bella" rispose Giacomo
"Place to kiss" lesse Serena ad alta voce quando arrivammo nel punto massimo
"Faccio uno squillo a Federico, un po' di soldi li può spendere per un jet privato"
"È passato un giorno e ti manca già?" chiese sorridendo Elisabetta
Ma le risposi semplicemente "vaffanculo"

"Come sta andando?"  mi chiese Federico al telefono
"Insomma amico, alti e bassi" gli risposi nella veranda alla fine del corridoio già in pigiama, erano tre giorni che non ci sentivamo per più di due messaggi ma non avevo proprio voglia di parlare con lui
"Siamo amici ora?" mi chiese scherzando
"Forse" lo provocai
"Hai già conosciuto altri bei ragazzi?"
"Si, tutti francesi"
"Per quanto possa piacerti la baguette, mia cara, ti ricordo che il pane vero è senza sale"
Risi un po' troppo
"Che fate?"
"Stiamo un po' tra di noi, ce la raccontiamo, prima abbiamo anche conosciuto una ragazza francese, mi ha fatto i complimenti perché parlo bene" dissi entusiasta
"Allora è un segno del destino che tu ti trasferisca lì dai tuoi amanti francesi"
"Magari Mbappè si innamora di me" buttai lì, mica male
"Ti rispedirebbe a me dopo due giorni"
"Perché lo minacceresti?" chiesi
"Perché gli romperesti troppo le palle"
"Coglione" gli risposi ma si fece solo una gran risata
"Ma lo sai che Gil e Annachiara hanno litigato per la prima volta e lui le ha regalato dei fiori?" mi disse super entusiasta
"Ehi, come siamo ficcanaso qui! I bei tempi in cui i ragazzi erano ragazzi..."
"Dai Paradiso, so che non vedi l'ora di commentare, a me sembra surreale, non ci credevo proprio"
"A chi lo dici. Intanto che abbiano litigato dopo così tanto tempo, poi che lui le abbia fatto un regalo!" esclamai
"Ti immagini noi due?"
"Alla milionesima litigata e senza fiori" commentai
"Li vuoi?"
"Cosa?"
"I fiori, quando litighiamo"
"Mh dovrei pensarci, ma poi orgogliosi come siamo com'è che tu verresti a portarmeli e io a prenderli?!"
"Giuro che quando crescerò non ti comprerò solo una rosa, ti comprerò tutto il negozio e non ti sentirai mai sola"
"Oh Romeo, Romeo, sei tu Romeno?" sdrammatizzai ma non rispose, avevo sbagliato, lui si era aperto e io l'avevo deriso, feci un passo indietro "Grazie Fe', un giorno quando ti alzerai mi troverai al tuo fianco e non ti sentirai mai solo"
"Niente promesse?"
"Niente promesse confermai" sentii un sospiro profondo ma non capii chi dei due l'avesse esalato  "Ora vado, una partita tostissima di obbligo o verità mi aspetta"
"Tea mi raccomando, non tirare fuori cose strane su di noi o su di me!" si spaventò
"Tranquillo, sei come la mia principessa dei sette mari"
"Mi chiami prima di andare a dormire? Qualsiasi ora sia, voglio solo augurarti la buonanotte"
"Ci si può provare" risposi, ma non lo chiamai mai, un po' perché il giorno dopo aveva allenamento, un po' perché era la mia gita a Parigi, e un po' perché certe cicatrici sanguinano sempre.
"A dopo Paradiso"
"Buonanotte Chiesa" e spensi.

"Cosa prendo?" disse Elisabetta aprendo l'armadio. Non era una scelta così vasta ma avevamo rimediato qualche alcolico
"Malibù e Cola secondo me" rispose Serena alzandosi dal letto per andarla ad aiutare
"No, non così" dissi esasperata a Giacomo che stava cercando di rollare la sua prima sigaretta, che ovviamente non avrebbe fumato lui, non avrebbe neanche mai bevuto ovviamente, onestamente non sapevo come facesse a staccare ma se stava bene così solo ammirazione per lui
"Dorotea non devi sempre dirmi come si fanno le cose!"
"Ma se non le sei fare!"
"Ma se non le sai fare neanche tu!"
"Che canzone metto?" chiese Giacomo collegando il telefono alle casse
"Rockstar" risposi subito
"Tu non puoi scegliere" commentó dopo che per tre giorni per le sue cuffiette era passata in pratica solo questa canzone.

Sono una dipendenza
Io sono un parassita
Sono la droga peggiore di tutte
Sono il resto della tua vita

soniaslms la canzone è per te

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora