Bored to Death, Blink-182

14.4K 494 69
                                    

TEA PARADISO
"Spero che non abbia preso i posti migliori, che poi quanto costano? Io sono sempre stata in curva. Non che ci sia stata tante volte eh però..."
"Tea calmati, stiamo andando allo stadio" disse Gianmarco appoggiando una mano al sopra il mio ginocchio mentre guidava verso lo stadio. Mi irrigidii e sperai che non lo notasse, non mi dava fastidio, era solo... inaspettato.
Mi guardò da dietro gli occhiali da sole e mi sorrise beffardo, sicuro più di quanto avrebbe dovuto. Iniziò a muovere la mano avanti e indietro per la gamba per rilassarmi e funzionò davvero. Era la prima volta che uscivo con Gianmarco e avevo già riso troppo per essere stati solo in macchina.
"Vieni per di qua" mi disse prendendomi per il braccio e portandomi per un'entrata bloccata
"Non si entr..." tirò fuori una chiave ed entrammo in un lungo corridoio per poi ritrovarci vicinissimi al campo
"Ecco perché siamo arrivati un'ora prima dell'apertura dei cancelli" constatai ovvia, meravigliata dallo stadio vuoto
"Quelli sono i nostri posti" mi disse Gianmarco indicando la tribuna vip
"No" mi bloccai
"Come No? Andiamo" disse e mi sollevò come un salame
"Mettimi giù!" urlai battendogli i pugni sulla schiena. Era bello stare così ma il sangue cominciava ad arrivare al cervello
"Però non fare storie" disse dandomi una leggera pacca amichevole sul sedere, che in quella posizione era incredibilmente vicino alla sua faccia. Amichevole però vero? Gli era uscita così e basta, senza malizia. Sì Dio ti prego, dimmi che era senza malizia, non siamo mai neanche usciti insieme cosa vuole toccare questo
"Mai più! Non farlo mai più! Appena scendo vedi come ti riduco!" Urlai più forte scalciando con la premura di non colpirlo veramente, dopotutto ero una signorina, si insomma quando me lo ricordavo.
"Eccole il suolo, maestà, mi dispiace di averla infastidita" disse con tono solenne mentre faceva un inchino "mi permette di scortarla fino al suo trono?" un sorriso gli illuminò il viso e si riflesse sul mio volto
"Ne sarei onorata" dissi prendendolo a braccetto.

"Hai finito di guardare Federico? Ci sono anche gli altri in campo"
"Cosa? Io, si, ecco, volevo salutarlo, non ci ha ancora guardati" in realtà Gianmarco lo aveva guardato, velocemente un paio di volte, ma non aveva mai posato gli occhi su di me, salutando invece con la mano chi tra il pubblico gridava il suo nome
"Dov'è la sua ragazza?" chiesi curiosa, mi sarebbe piaciuto conoscerla. O forse no, la mia autostima già rasente al suolo si sarebbe sotterrata, però stavamo diventando amici e volevo far parte del suo mondo
"Vittoria non viene oggi, Fede è riuscito a prendere due posti per se e li ha dati a noi"
"Oh, avrei voluto conoscerla" mormorai sorridendogli "ci sta guardando Giammy" esultai vittoriosa agitando la mano e sorridendogli dalla tribuna. Gianmarco mi passò un braccio attorno alle spalle mi attirò a se salutando anche lui Federico, che come prima non mi degnò di uno sguardo, concentrandosi invece su Gianmarco e tendendo inmmobile la mano alzata a salutarci. Poi si giro e tornò ad allenarsi con gli altri.
"Ma che ha?" chiedi voltandosi verso Gianmarco che mi teneva ancora vicina a se
"Sarà in clima partita" rispose lui vago togliendo il braccio dalle mie spalle, la partita stava per cominciare.

"Cazzo si! Ha segnato, ha segnato!" urlai a saltare sul posto battendo le mani. Federico era travolto dai suoi compagni mentre si godeva lo stadio che urlava il suo nome. Sperai che vedesse quanto ero felice in quel momento, ma pensai che dovesse avere altro per la testa, per questo fui sorpresa quando lo vidi correre nella nostra direzione. Si fermò sotto di noi e fece il gesto di chi scatta qualche foto.
Per me, quel goal era per me. Qualcuno mi aveva dedicato un goal, quel ragazzo mi aveva dedicato un goal.
"È per me, è per me!" urlai all'infinito a Gianmarco abbracciandolo dalla felicità, il cuore mi batteva fuori dal petto.
"Sai che sei una bimba bellissima quando sei così felice" sussurrò piano al mio orecchio, sfiorando con le labbra il lobo. Poi le spostò piano piano vicino alle mie labbra, ci sfiorammo mentre il pubblico continuava a fare festa. Sentii il suo respiro incollato alle mie labbra prima che appoggiasse la sua bocca sulla mia per un istante fugace. Poi si staccò e sorridendomi malizioso si rimise gli occhiali da sole urlando incitazioni al suo migliore amico.
Ero troppo felice per pensare che quello che era successo non si sarebbe fermato lì, per pensare alle conseguenze. Avevo ancora in testa l'immagine di Federico che correva fino alla tribuna e faceva finta di scattarmi delle foto. Volevo essere la dedica di tutti i suoi goal.

"Lo voglio salutare!" protestai alle parole di Gianmarco che voleva andarsene subito
"Va bene, aspettiamo, sai che a volte sei proprio un palo in culo?"
"È il mio secondo nome" dissi facendogli l'occhiolino
"Ancora non hai finito di saltellare? Quanta energia hai?"
"Sono troppo felice per stare ferma, non vedo l'ora di vederlo" esclamai mentre lo aspettavamo fuori dalla sua macchina. Appena lo vidi corsi verso di lui, stanco con il borsone sulle spalle. Lo scontro lo fece indietreggiare di due passi, la sorpresa era chiaramente dipinta sul suo volto, non si aspettava una reazione del genere.
"Grazie" gli sussurrai contro il petto mentre lo abbracciavo quasi la mia vita dipendesse da lui "ti voglio bene"
"Tea" rispose buttando per terra la borsa e ricambiando l'abbraccio, stringendo più forte mentre affondava il viso tra i miei capelli lasciando un bacio
"Sei stato il migliore in campo"
"Avevo la tifosa migliore" mi sorrise strizzando l'occhio
"Andiamo che Gianmarco ha fretta" gli dissi tirandolo per la manica della giacca

"Federico fa una festa per il suo compleanno la prossima settimana, ci vieni con me?" mi chiese Gianmarco mentre si fermava davanti casa mia. Ci rimasi un po' male, Federico non mi aveva invitata, perciò accettare sarebbe stata un'ottima idea di vendetta. E poi avrei capito cosa volevo da Gianmarco una volta per tutte.
"Certo" gli risposi dandogli un bacio sulla guancia "scrivimi"
"Ci puoi contare" e ricambiando il bacio mise in moto pronto a partire.

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora