Disconnected, 5SecondsOfSummer

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TEA PARADISO
"Dove cazzo è" brontolai tra me e me attaccandomi al citofono, la macchina era qui "Giuro che se non mi vuoi vedere Federico..." continuai premendo il citofono
"Apri, cazzo" sembravo pazza, forse lo stavo diventando. Presi un respiro profondo e il mio fottuto cellulare iniziò a squillare, ci mancava solo questa, magari era anche qualcuno con cui non avevo voglia di parlare, invece sullo schermo apparì il nome Federico ⛪, ero una fidanzata simpatica, o forse un'ex, ma ehi, ero comunque simpatica
"È meglio che tu mi dica subito dove sei" risposi con la voce graffiata
"Tu è meglio che mi dica dove sei perché il prossimo sasso che lancio contro la tua finestra la rompe"
"Sei a casa mia?" quasi urlai incredula
"La vera domanda è perché tu non sei a casa tua" ribadì
"Sono sotto casa tua" dissi e iniziai a ridere così tanto che mi piegai, sentivo anche Federico ridere dall'altra parte del telefono, con la sua voce profonda. Non riuscivo proprio a smettere, ridevo e in quella risata c'era tutto il dolore dei litigi e la felicità dei bei momenti passati insieme.
"Facciamo schifo" lo sentii dire cercando di controllare le sue risate
"Ti odio" gli dissi asciugandomi una lacrima
"Io di più, sto arrivando" disse riattaccando. Mi sentii bene e poi,subito dopo male, che avrei fatto per un quarto d'ora, lì, fuori, al freddo, da sola?
"Gil? Sono Tea" esultai sorridente dopo che mi rispose al citofono
"Tea!" si lagnò "hai sbagliato campanello"
"Nono, Federico arriva tra un quarto d'ora, posso salire?"
"Puoi rimanere nell'atrio se vuoi"
"Gil Dias, aprimi subito" dissi minacciosa, e sentii il portone aprirsi. Salii di corsa le scale e piombai in casa sua
"Ehi, Gil! Come stai?"
"Stavo meglio quando non c'eri" rispose con un sorriso beffardo
"Mi stai spezzando il cuore"
"Anche tu" rispose girando gli occhi al cielo
"Ah cazzo" urlai "c'è una ragazza qui" dissi sussurrando e indicando un paio di scarpe bianche e rosa
"Già,esci" disse spingendomi verso la porta
"Ehi ma quelle scarpe sono come quelle di Anny!" dissi uscendo, mi girai e lo vidi sorridermi chiudendo velocemente per impedirmi di entrare, ma infilai un piede, che mi costò molto dolore "Quelle sono quelle di Anny" dissi cercando di attenuare il dolore "ora che so che è qui, smettila di schiacciarmi il piede"
"Gil, aprile" disse la voce della mia amica da dietro la porta, e lui aprì subito
"Quindi...state insieme?" chiesi guardandoli
"Già, da circa dieci minuti prima che arrivassi" disse lui
"Che bello, voi non ci avete messo una vita come noi...oh è Fede" dissi rispondendo al telefono "sono da Gil"
"Vuoi qualcosa da mangiare Tea?" mi chiese Annachiara, vidi Gil lanciarmi occhiate d'odio
"C'è una festa a cui non sono stato invitato?" disse Federico entrando, e in quel momento mi venne in mente un'idea che io trovavo fantastica
"Volete venire a cena da noi?" chiesi rivolta ai due ragazzi
"Da quando casa mia è nostra?" mi chiese dopo aver circondato con un braccio le mi spalle; arrossii mordendomi il labbro
"Ehi va tutto bene" sussurrò al mio orecchio "Allora, venite da noi a cena?" chiese
"A me piace l'idea" ci sorrise Annachiara
"Okay" borbottò Gil, gli mandai un bacio per poi girarmi verso Federico "andiamo a fare la spesa, Chiesa"
"Non pensavo di star parlando con Pioli" disse tirandomi una pacca sul sedere
"C'è gente" dissi fingendomi indignata, in realtà lo trovavo divertente
"Ma tu sei l'unico essere umano che vedo" rispose, e scoppiai a ridere per nascondere tutta la dolcezza di quelle parole "muoviti il supermercato chiude tra poco" disse guadagnandosi un Federicoooo generale.

"Giochiamo a 'non ho mai'? propose Annachiara sedendosi per terra
"Quanto ricco deve essere per il riscaldamento a pavimento?" mormorai tra me e me un po' troppo forte
"Tea, abbiamo già affrontato questo discorso" mi rimproverò facendomi bonficchiare. Odiavo i ricchi, pazzesco vero? Chi l'avrebbe mai detto che sarei stata la ragazza di uno di loro. Odiavo il fatto che potessero avere tutto quello che volevano, odiavo i loro modi altezzosi, odiavo la loro ossessione per le marche più alla moda, odiavo le loro chiacchiere snob, solo i loro regali erano belli!
"Giochiamo" tagliò corto Gil non pronto a sentirci litigare ancora
"Non ho mai fumato una canna" disse subito Federico, sfidandomi con gli occhi, abbassai un dito ricambiando lo stesso sguardo, e con la coda dell'occhio vidi Gil abbassarne uno
"Gil! Ti sei fatto uno spinello?" urlai incredula
"Abbassa la voce! Una volta e basta, per i miei diciotto anni, poi basta. Taglia corto e andiamo avanti"
"Non mi sono mai scopata una bionda in un locale in montagna" dissi sorridendo beffarda a Federico. Lui mi guardò, e invece che trovare giocosa vendetta nei suoi occhi, trovai tristezza
"Era il caso?" mi chiese, risposi pacata mordendomi il labbro
"Non ho mai giocato a calcio seriamente" disse la mia amica
"Vai sul facile tu" borbottò Federico mentre lui e l'amico abbassavano il dito
"Allora io non ho mai giocato a pallavolo seriamente" ribattè Gil ammiccando verso di lei, io e Annachiara ci guardammo scoppiando a ridere
"Neanche loro" rispose sorridendo Federico allo sguardo perplesso del numero ventotto, la nuova coppia si scambiò un bacio
"Non ci provare" gli dissi guardandolo
"Scappa" mi sfidó lui, mi alzai e iniziai a correre per l'appartamento
"Aiuto, aiuto, mi vuole baciare"
"Presa" disse bloccandomi contro un muro "baciami"
"Se no?" alzai un sopracciglio
"Non lo vedi più" disse sfregandosi contro di me e facendomi gemere
"Non adesso, ti odio" iniziai a baciargli il collo
"Non adesso, ci aspettano" disse riportandomi di là frustrata e facendomi sedere imbronciata
"Non ho mai... balzato scuola" esordì Federico, che della scuola di tutti noi altri ragazzi normali non sapeva nulla. Tutti ci guardammo ma nessuno abbassò il dito
"Di sicuro tu, non mentire" Mi accusò
"Mmh... solo la prima ora l'anno scorso, era storia dell'arte e volevamo solo fare colazione fuori..." Mi giustificai
"Lascia stare quel dito" disse Gil "non hai mai balzato seriamente, codarda"
"Se non voglio andare a scuola semplicemente sto a casa" spiegai
"Beata te"
"Tanto ci perdo solo io, mica i miei" replicai alzando le spalle. Federico mi si fece un po' più vicino, già, i miei, lo guardai e appoggiai la testa alla sua spalla. Alle fine avevo perdonato Federico anche dopo avermi fatto male, poteva funzionare anche con i miei, forse prima che fosse troppo tardi.

Yeah, we're so disconnected

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora