Strange Love, Halsey

12K 484 22
                                    

FEDERICO CHIESA
"Boh Giammy ancora non mi fido del tutto" gli dissi disteso nella camera d'albergo con il telefono attaccato all'orecchio. Un cuscino mi arrivo in faccia. "Anche tu avresti dei dubbi" ringhiai a Simeone che era già fuggito in bagno dopo il lancio del cuscino.
"Ovvio che avrei dei dubbi anche io ma non ci penserei troppo" disse Gianmarco ignaro del fatto che non mi rivolgessi a lui
"Perché tu non hai mai provato sentimenti seri verso una ragazza"
"Perché tu si?" mi provocò
"No, mai"
"Non è che ti stai innamorando?"
"Gian...seriamente, basta" doveva aver capito che avrebbe fatto meglio a tacere e infatti cambiò discorso.
Quando fu ora di scendere attaccai e chiamai Babacar che  stava ascoltando canzoni tradizionali del suo Paese, Giovanni era già sceso.
"Che hai, Fede?" mi chiese mentre scendevamo in silenzio le scale "So che qualcosa ti da fastidio"
"Hai mai avuto paura che qualcuno ti volesse nella vita solo per quello che hai da offrigli?" gli chiesi lascando il tutto sul vago
"Ho avuto paura, ma crescendo divento sempre più bravo a capire le persone. Hai appena fatto vent'anni amico mio, sono sicuro che sai valutare le persone che hai più care" mi diede una pacca sulle spalle e si sedette vicino a Victor Hugo, io presi posto tra Giovanni e Gil Dias.
"Hai incrociato Simone per le scale?" mi chiese Giovanni facendomi notare che mancava solo lui
"No, perché non cena con noi?"
"Non he ho idea ma l'ho visto uscire dall'hotel prima, forse ha qualche amico qui" intervenne Gil. 
Mangiammo abbastanza velocemente, con il terrore che Pioli si mettesse a parlare di come avremmo dovuto giocare e decidemmo di fare un giro veloce per la città, il coprifuoco era sempre troppo presto. Eravamo noi tre e Babacar che aveva deciso di aggiungersi all'esplorazione del luogo.
"Ecco Simone, in quel locale. È con una sua amica" disse Gil Dias indicando un bar
"Beh, l'amica non è sua" disse Giovanni guardando Gil e mordendosi un labbro, so che morivano dalla voglia di girarsi a guardare la mia espressione ma non si mossero
"Non sono geloso" disse e vidi Babacar sorridere e annuire "sono serio, continuiamo a camminare"
"Ragazzi" urlò una voce femminile
"Andiamo" ripetei andandomene e trascinandomi dietro Babacar, l'unico a cui non importava salutare Tea, infondo l'aveva vista una volta soltanto
"Tea" sentii Giovanni esclamare
"Dovremmo fermarci Federico, perchè non la vuoi salutare? È tua amica, potrebbe diventare triste"
"Di sicuro sarà felice, c'è Lo Faso con lei,no?" dissi irritato
"Sei geloso"
"Cosa ho detto prima?"
"Torniamo indietro allora" mi sfidò, se non fossi tornato indietro avrebbe avuto la certezza della mia gelosia, se fossi tornato indietro non sapevo come avrei potuto comportarmi, ma non gliel'avrei data vinta perciò tornammo dagli altri. Giovanni e Gil si erano aggiunti al tavolo di Tea che in quel momento stava cercando l'accendino nella tasca, sorrisi al pensiero di tutte le volte in cui impazziva perché non lo trovava.
"Ciao ragazzi" esordì Babacar tendendo la mano a Tea e presentandosi. Prendemmo due sedie e ci sedemmo con loro, sembravano divertirsi tutti eppure io non proferivo parola, lanciavo solo qualche occhiata a Tea incrociando di tanto in tanto il suo sguardo indagatore. Quando iniziò a tramare per il freddo le cedetti il mio posto accanto alla stufa ma rifiutò "Poi hai freddo tu" mi disse
"Non dire sciocchezze, sono muscoloso" le risposi
"Grosso" disse Simeone
"Grossissimo" sottolineo Gil Dias e tutti risero
"Quando avete finito fatemi un fischio eh"
"Direi che dobbiamo andare comunque" disse Babacar alzandosi
Tea mi raggiunse in fondo alla fila ricevendo qualche sguardo da Simeone "Non mi hai neanche aperto bocca prima quasi"
"Non mi andava"
"Ma siamo tuoi amici, dovresti trovarti bene con noi"
"Già, dovrei" dissi calciando un sasso
"Se dovevo venire per trovarti con questo umore di merda, avrei preferito non venire" risposi velenosa
"Infatti è stato un errore portarti qui" risposi alzando la voce e richiamando alcuni sguardi curiosi. Spalancò la bocca e poi prese il labbro inferiore tra i denti, mi lanciò un occhiata di disprezzo e tanta tristezza "Bene, buonanotte" disse superandomi e superando anche gli altri tre che ci avevano distaccato
"Non saluti?" le urlò Simone Lo Faso, già ora viene e ti da il bacio della buonanotte, pensai. Giovanni si girò e mi chiese "Cosa è successo?"
"Niente" risposi superandoli a mia volta ed entrando in albergo. Dopo un'ora in cui non avevo fatto altro che girarmi nel letto uscii nel piccolo terrazzino e mi maledissi per aver scelto la camera di Tea proprio di fronte alla nostra. La luce era accesa e lei, spiegandosi dalla finestra stava fumando guardando la luna. Si voltò e mi vide, non poteva distinguere la mia figura da quella distanza ma dopo aver visto che non l'avrei salutata capì che ero io ma continuavo a guardarla immobile
"Cosa ti ho fatto per meritarmi questo trattamento?" diceva il messaggio che mi aveva appena inviato
"Non sei un errore" le risposi semplicemente
"Vieni qui?"
"Hai già Simone, non vorrei fare il terzo incomodo"
"Cosa cazzo dici?"
"Come pensi che io abbia voglia di venire da te dopo che sei uscita con un mio compagno di squadra?"
"Non ci sono uscita!! È stato solo un gesto gentile non volermi far mangiare da sola"
"Che bugiarda che sei Tea" la vedevo scrivere velocemente quanto me sul telefono
"Vieni qui? Ti prego" sospirai, aveva smesso di fumare e si mordeva nervosa un'unghia. Dovevo uscire e rientrare senza farmi sgamare se no le avrei passate di tutti i colori, "Arrivo" le scrissi.

"Ehi" mi sussurò piano sorridendo leggera
"Simone è già tornato in camera sua o è ancora in bagno?"
"Fede! Non c'è mai stato smettila e smettila di insinuare che me lo stia scopando"
"Perché Tea, non é forse così?"
"Ti odio Federico Chiesa" disse cercando di chiudermi la porta in faccia , ma la bloccai con un piede ed entrai richiudendomela alle spalle
"Ti odio Tea Paradiso" dissi prima di far scontrare le mie labbra con le sue.
Iniziai a baciarle il collo e lasciarle segni rossi su di esso, era roba mia, non di Lo Faso. Dovevano saperlo, doveva saperlo.
"Fede.."il suo respiro si fece affannato mentre le sue dita mi correvano tra i capelli "...ti odio da morire"
"Anche io, tesoro" dissi tra un bacio e l'altro prima di realizzare come l'avevo chiamata, che coglione. Appoggiò la testa sul mio petto "Dormi qui?" mi chiese
"Resto finché non ti addormenti" le risposi facendola stendere sotto le coperte. Mi sdraiai accanto a lei e l'abbracciai da dietro stringendola contro di me "Tea, perché ci sei uscita?"
"Non volevo mangiare da sola" rispose ma speravo mentisse
"E poi?" Ti prego, dimmi che c'è un e poi
"Speravo che uscendo con lui saresti arrivato tu" disse insicura delle sue parole. Mi si alleggerì il cuore però, i suoi pensieri confusi quanto i miei, questa ragazza sarà la mia morte.
"Ti odio" le dissi lasciandole un bacio sulla spalla
"Anche io" mormorò girando la testa per incontrare le mie labbra.

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora