Stolen Dance, Milky Chance

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TEA PARADISO
Erano passati un po' di giorni da quell'incontro miracoloso, ma nonostante ci pensassi ogni giorno mia nonna non aveva ancora chiamato.
"Giuro che non era un sogno, Matteo!" urlai esasperata al telefono gettandomi nel letto
"No no, come potrebbe essere, infondo te l'ha lasciato l'autografo" rise dall'altra parte del telefono il mio amico
"Sapevo che si sarebbe dimenticato il mio cognome, quanto vorrei essere bella, se lo sarebbe ricordato di sicuro"
"Ci siamo già dimenticati di Giacomo?"
"Quello mai" reagii indignata
"Ti giuro che continuerei ad ascoltare i tuoi lamenti ma devo scolare la pasta e mangiare, il tutto senza sentirti. Ci vediamo domani" rise buttando giù.
Grugnii esasperata, mangiai e tornai in quella terrazza paradisiaca, gli ultimi giorni prima che arrivasse il freddo.
"Ciao nonna" salutai allegra, cercando di scacciare il pensiero di quel maledetto calciatore
"Tea ci sta un pezzo di carta che parla di te mi sa, là sul tavolo"
Lo raggiunsi scettica, cosa aveva da dirmi un pezzo di carta, e soprattutto perché non era il mio autografo?
Alla ragazza incontrata davanti al cancello venerdì  scorso: Non mi ricordo il tuo cognome ma se mi scrivi in Direct rimedio!
P.S Ho messo un foglio in tutte le cassette, spero che nessuno mi odi ora (:
Sorrisi e afferrai il cellulare, ma poi pensai che dovevo farlo aspettare, come quando quelli con cui mi sentivo mi mandavano un messaggio, fissavo il messaggio comparire in diretta, gettavo il telefono da qualche parte e tornavo a recuperarlo non prima che fosse passata mezz'ora. Lui però non era uno che mi scriveva, lui non era proprio uno, e di sicuro non avrebbe mai aspettato una, figurati una semi sconosciuta.
Uscii in terrazza e scattai una foto al giardino vuoto senza di lui, gliela inviai.
Dopo dieci minuti si illuminò il telefono e vidi la notifica più bella della mia vita. Okay magari era la seconda, insomma Marquinhos aveva risposto a un mio commento qualche anno fa!
Era una foto dello spogliatoio della Fiorentina con la scritta "Non ci sono :(" Era tenera la faccina, faceva un po' di paura ma era tenera.
Avrei voluto rispondere e portare avanti la conversazione, ma non riuscivo a trovare la risposta giusta quindi lasciai in pace il telefono fino a sera.
fedexchiesa ti ha inviato una foto
Avrei voluto urlare e saltare ma ormai era mezzanotte e se mi fossi mossa sarei di sicuro caduta dal davanzale della mia finestra dove fumavo mentre il resto della famiglia dormiva.
Era una sua foto con Simeone: "Distrutti" c'era scritto, ma sorridevano entrambi.
Staccai la sigaretta dalle labbra e le feci una foto con lo sfondo del prato e la luce fioca dei lampioni, "Meritata" aggiunsi allo scatto e inviai sperando con tutto il cuore che fosse ancora sveglio. Beh lui non aveva scuola, poteva avere gli orari che voleva se non si doveva allenare la mattina dopo!
fedexchiesa: Se me ne offri una la prossima volta, oltre all'autografo ci facciamo una foto insieme"
teaparadiso: Affare fatto signor calciatore! Certo che non dovresti fumare...
fedexchiesa: Una ogni tanto Miss, non vai a dormire, guarda che hai scuola domani"
teaparadiso: Sì mamma ora vado, anche l'ultimo anno devi scassare"
fedexchiesa: Maturità? Credevo fossi più piccola
teaparadiso: Piccolo sarai tu! Ci vediamo x
fedexchiesa: Buonanotte nano 🚀

"Se mi interroga in greco sono fottuta"
sospirai stringendo la madonnina tra le mani
"Prega anche per me.." sussurrò Marianna mentre la professoressa estraeva i sassolini numerati
"7 e 15" annunciò aspettando che i numeri si alzassero, il resto della classe tirò un sospiro di sollievo all'unisono
"Ci sei stasera?" chiese Marianna facendo finta di seguire l'interrogazione
"Preferirei passare al Firenze" risposi sospirando
"Oh andiamo Tea non puoi passare la tua vita in quel bar! E poi sei l'unica persona che conosco che paccherebbe un diciottesimo per andare lì"
"Uffa Mari, spero almeno che ne valga la pena. Non sono proprio dell'umore oggi."
Marianna fece cadere la conversazione e prese il suo telefono per ingannare il tempo, se io avessi preso il telefono avrei di sicuro guardato il suo profilo, magari gli avrei anche scritto. No, non potevo farlo, non volevo che mi odiasse già adesso, infondo doveva ancora darmi l'autografo e scattare una foto con me. Se mi facevo autografare anche la cover del telefono magari avrei potuto vendere l'autografo, giusto per comprarmi quel piercing che avevo visto l'altro giorno. Sì era decisamente un'ottima idea.

fedexchiesa: Chi dorme non piglia pesci!!
teaparadiso: Buongiorno signor calciatore, qualcuno è a scuola!
fedexchiesa: Oh giusto, povera piccoletta, quando vieni da tua nonna? Sai che ho scoperto che giocavamo insieme da piccoli?
teaparadiso: Questo pomeriggio. Si l'ho scoperto anche io, te le suonavo a quei tempi col pallone ;)
Oddio perché sto mettendo una di quelle faccine
fedexchiesa: Mi sa che ti ricordi proprio male, eri una frana. Torna a studiare, ci vediamo dopo (:
"Tea il numero 357" sentii giusto in tempo la voce della professoressa Calzolari, ci faceva studiare matematica e fisica come fossimo a uno scientifico, cavolo il classico l'avevo scelto proprio per fuggire da queste materie.
I compiti non li avevo fatti, Alberto aveva iniziato a lavorare e io ancora non avevo chiamato nessun altro ragazzo che mi facesse ripetizioni.
Alberto era stato più che un aiuto in matematica, era stato un modo per distrarmi, per capire come funziona l'università, per confrontarmi con qualcuno di più grande, era stato una spalla su cui piangere quando stavo giù, con le sue domande per sapere cos'avessi e con i suoi silenzi quando non gli rispondevo, con le balletti che improvvisava quando pensavo troppo alla risposta e i suoi "Dai che diventi un drago" quando non facevo schifo come al solito. Mentirei se dicessi che non ho pianto quando l'ho visto per l'ultima volta, nonostante il suo sicuro "Non è mica l'ultima volta che ci vediamo", la figura maschile più costante della mia vita se ne era andata. Poi se ci pensavo mi sembrava ovvio che odiassi l'altro sesso e avessi paura quando qualcuno mi prestava più attenzioni del dovuto.
"Dn,k fratto k!" sussurrò Marianna, capendo che non avevo fatto l'esercizio
"Dn,k fratto k!" risposi alla professoressa Calzolari fingendo nonchalances
"Perfetto, Margherita quello dopo"

Quando arrivai da mia nonna Federico non stava giocando in giardino e io non avevo intenzione di scrivergli e sembrare appiccicosa perciò continuai ad alzarmi e controllare il giardino finché non lo vidi. Recuperai i soldi e l'accendino e decisi di usare la scusa delle sigarette, nonostante il mio pacchetto fosse ancora più che mezzo pieno, per passargli vicino e sperare che mi bloccasse.
Scesi le scale respirando e cercando di non arrossire di già, rallentai l'andatura quando uscii dal portone e percorsi il portico avvicinandomi a lui, chiusi gli occhi quando arrivai alla sua altezza d'aria, doveva di sicuro notare che qualcuno gli stava passando a un po' di metri di distanza, diamine.
Quando arrivai alla fine del portico, appena prima di girare e aprire il cancello, un pallone mi arrivò tra i piedi.
Dio, grazie, grazie mille, ti prometto che andrò in chiesa la domenica, beh quelle in cui non ho da studiare, o non ho partita, o non sono tornata alle tre di mattina, però a Natale e Pasqua ci sono di sicuro, fidati.
"Sei arrivata e non vieni neanche a salutare?" chiese la sua voce allegra
Mi girai e gli calciai la palla, un tiro da mezza schiava, ma gli arrivò tra i piedi
"Vedo che sei sempre scarsa" rise e gli mostrai il medio
"Vado dal tabacchino e torno" gli dissi chiudendo il cancello, ma lui con due passi mi raggiunse, si mise la felpa e riaprì il cancello
"Vengo con te" disse
"Magari era una scusa e stavo andando dal mio ragazzo, non potevo dirti la verità perché magari lo andavi a spifferare a mia nonna" risposi sorridendogli sghembamente.

90° minuto || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora